Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione .
DERIVA 15.8.2018
Eppure l’Ade ha le sue sponde. appena intraviste ieri nel crollo del ponte. sarà questione di un attimo precipitare nel vuoto. giusto tra i massi. e proprio noi. una famiglia. non ci sono fiori che bastino a ricoprire le tombe.
è una sorta di Titanic. un transatlantico che per novanta metri sfonda il cielo. strali stralli tarli cavi affondati nell’impasto. cinquanta anni e cede. sarà il progetto o la troppa la sabbia. nella mescola disonesta del cemento. il grandioso costruire è come andare sulla luna. l’ambizione dell’oltre-il-limite che suggestiona. e adesso le notizie nuove trovano un bambino. bell’angelo biondo. non so il suo nome. e poi neanche importa. madre e padre si aggiungono. e adesso quattro giovani ventenni. la litania dei defunti. una stranita pena. un tragico elenco che perfora la gola. qui la fine ha il ferro in corpo. spaventosi pilastri in calcestruzzo. nelle foto il nastro sembra un mostro morto spezzato invalicabile. dove il lavoro si piega all’impotenza. è come un terremoto si cercano i corpi tra le macerie. spedendo cani sospesi nel vuoto. a fiutare la carne. fratture e sangue. si spera che sia stata una morte buona. pochi secondi di fine senza rendersene conto. non so se sia possibile se sia consolazione. ma è un delirio questo di dolore. per chi vive e ha perso. per chi muore.
31 AGOSTO 2018
Sembra un secolo e invece solo quindici giorni. di famiglie distrutte e cadaveri rotti. alla fine ne hanno contato quarantanove. tutti in fila ad uno ad uno. saranno piloni come soldati a guardia del nuovo. il lutto con tutto questo non si risana. il dolore non trova quiete. l’abisso non si colma. farsene impossibile una ragione. non è un fulmine celeste l’incuria. né tornado o tzunami. l’inerzia è una colpa. la lezione è darsi da fare. pensare e pensare. per quelli che hanno forza e mani. per tutti i ponti del mondo. invoco signore il dono di un cervello acuto. attento a salvaguardare il domani.
16 SETTEMBRE 2018
Loro progettano. piloni e pilastri. risate non sai quante davanti ai plastici. non c’è niente di male a lucrare. superare la tragedia darsi da fare. è questo strofinio di mani che fa male. quella specie di bieco pensare al proprio affare. è che la dignità sembra una parola vuota. non si capisce il limite tra furbizia e ingegno. tra folla e singolo. anima e parola. tutti gesti fatui precipitati d’ego e d’approfittatori. non c’è più un dio in cui credere. un peccatore da perdonare. la giustizia sembra che asfalti solo i buoni. gli altri galleggiano.
8 OTTOBRE 2018
Non siamo senza memoria. leggiamo Genova la forza che si rialza. i suoi poeti. può esserci un ponte trasversale tra il nord e il sud d’italia. chilometri metafisici senza tiranti e crolli. ti pensiamo dall’esilio. noi dal basso. con tutti i punti e le virgole. i gerundi e indicativi. infiniti e congiuntivi. ottativi presenti e soprattutto futuri.