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LIMINA MUNDI

~ Per l'alto mare aperto

LIMINA MUNDI

Archivi della categoria: Poesia sabbatica

Poesia sabbatica: Al mio amante che torna da sua moglie

23 domenica Lug 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su Poesia sabbatica: Al mio amante che torna da sua moglie

Al mio amante che torna da sua moglie

Lei è tutta là.
Per te con maestria fu fusa e fu colata,
per te forgiata fin dalla tua infanzia,
con le tue cento biglie predilette fu costrutta.
Lei è sempre stata là, mio caro.
Infatti è deliziosa.
Fuochi d’artificio in un febbraio uggioso
e concreta come pentola di ghisa.
Diciamocelo, sono stata di passaggio.
Un lusso.
Una scialuppa rosso fuoco nella cala.
Mi svolazzano i capelli dal finestrino.
Son fumo, cozze fuori stagione.
Lei è molto di più.
Lei ti è dovuta,
t’incrementa le crescite usuali e tropicali.
Questo non è un esperimento.
Lei è tutta armonia.
S’occupa lei dei remi e degli scalmi del canotto,
ha messo fiorellini sul davanzale a colazione,
s’è seduta a tornire stoviglie a mezzogiorno,
ha esposto tre bambini al plenilunio,
tre puttini disegnati da Michelangelo,
l’ha fatto a gambe spalancate
nei mesi faticosi alla cappella.
Se dai un’occhiata, i bambini sono lassù
sospesi alla volta come delicati palloncini.
Lei li ha anche portati a nanna dopo cena,
e loro tutt’e tre a testa bassa,
piccati sulle gambette, lamentosi e riluttanti,
e la sua faccia avvampa neniando il loro
poco sonno.
Ti restituisco il cuore.
Ti do libero accesso:
al fusibile che in lei rabbiosamente pulsa,
alla cagna che in lei tramesta nella sozzura,
e alla sua ferita sepolta
alla sepoltura viva della sua piccola ferita rossa
al pallido bagliore tremolante sotto le costole,
al marinaio sbronzo in aspettativa nel polso
sinistro,
alle sue ginocchia materne, alle calze,
alla giarrettiera per il richiamo
lo strano richiamo
quando annaspi tra braccia e poppe
e dai uno strattone al suo nastro arancione
rispondendo al richiamo, lo strano richiamo.
Lei è così nuda, è unica.
È la somma di te e dei tuoi sogni.
Montala come un monumento, gradino per gradino.
lei è solida.
Quanto a me, io sono un acquerello.
Mi dissolvo.

Anne Sexton

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POESIA SABBATICA: Se saprai starmi vicino

15 sabato Lug 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA: Se saprai starmi vicino

Tag

Francesco Palmieri, Pablo Neruda, Se saprai starmi vicino

Se saprai starmi vicino,
 
e potremo essere diversi,
 
se il sole illuminerà entrambi
 
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
 
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
 
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.
 
 
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
 
e non il ricordo di come eravamo,
 
se sapremo darci l’un l’altro
 
senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
 
se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia…
 
 
Allora sarà amore
 
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
 
 
(Pablo Neruda)

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Poesia sabbatica: Incarico

08 sabato Lug 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su Poesia sabbatica: Incarico

Non mi dar tregua, non perdonarmi mai.
Fustigami nel sangue, che ogni cosa crudele sia tu che ritorni.
Non mi lasciar dormire, non darmi pace!
Allora conquisterò il mio regno,
nascerò lentamente.
Non mi perdere come una musica facile, non essere carezza né guanto;
intagliami come una selce, disperami.
Conserva il tuo amore umano, il tuo sorriso, i tuoi capelli. Dalli pure.
Vieni da me con la tua collera secca, di fosforo e squame.
Grida. Vomitami arena nella bocca, rompimi le fauci.
Non mi importa ignorarti in pieno giorno,
sapere che tu giochi, faccia al sole e all’uomo.
Dividilo.

Io ti chiedo la crudele cerimonia del taglio,
ciò che nessuno ti chiede: le spine
fino all’osso. Strappami questa faccia infame,
obbligami a gridare finalmente il mio vero nome.

Julio Cortazar, da “Le ragioni della collera”, Edizioni Fahrenheit 451

trad. Gianni Toti

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Poesia sabbatica: Tornato da scuola

01 sabato Lug 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su Poesia sabbatica: Tornato da scuola

1

Tornato da scuola mi sono tolto le scarpe
ho buttato per terra lo zainetto
mi sono seduto sul vecchio divano che mi piace tanto
ho chiamato il gatto per accarezzarlo
non volevo mangiare né parlare con nessuno
e ho ricambiato lo sguardo del ritratto di Zico
che tengo appeso al muro.
Oltre la finestra è passato un colore
così veloce che sono riuscito a vedere
solo un pezzo di uccellino o di farfalla.
Ho tirato fuori dal taschino un foglio
dove lei aveva scritto il suo nome.
E’ bionda, ha le trecce, si chiama Alejandra
mi piace come ride e ha nove anni come me.
E’ in terza A e nel ricordarla
ho sentito dentro una corrente
come se mi facesse male la pancia del cuore.

Jairo Anibal Nino

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POESIA SABBATICA : Biglietto lasciato prima di non andar via

24 sabato Giu 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : Biglietto lasciato prima di non andar via

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Biglietto lasciato prima di non andar via, Francesco Palmieri, Giorgio Caproni

Se non dovessi tornare,
 
sappiate che non sono mai
 
partito.
 
 
Il mio viaggiare
 
è stato tutto un restare
 
qua, dove non fui mai.
 
 
Giorgio Caproni, da “Il franco cacciatore”, Garzanti, 1982

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POESIA SABBATICA : Non ho camminato nei tuoi sogni…

17 sabato Giu 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : Non ho camminato nei tuoi sogni…

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Boris Ryzyi, Francesco Palmieri

Non ho camminato nei tuoi sogni,
 
nè mi sono mostrato in mezzo alla folla,
 
non sono apparso nel cortile
 
dove pioveva o meglio cominciava
 
a piovere (questo verso
 
lo cancello e non lo sostituirò),
 
era allettante credere, come uno stupido,
 
che ti avrei incontrato presto,
 
eri tu che mi apparivi in sogno
 
(e mi prendeva una dolce tenerezza),
 
mi sistemavi i capelli sulle tempie.
 
Quell’autunno perfino le poesie
 
in parte mi riuscivano bene
 
(però mancava sempre un verso o una rima
 
per essere felice).
 
 
 
Boris Ryzyi 1974 – 2001

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POESIA SABBATICA: Blues in memoria

10 sabato Giu 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ 1 Commento

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforti e fra un rullio smorzato
portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

Incrocino gli aereoplani lassù
e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
i vigili si mettano i guanti di tela nera.

Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed il mio Ovest,
la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
pensavo che l’amore fosse eterno: avevo torto.

Non servono più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l’oceano e sradicate il bosco;
perché ormai nulla può giovare.

Wystan Hugh Auden

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POESIA SABBATICA : L’arte di perdere

27 sabato Mag 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : L’arte di perdere

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Elizabeth Bishop, Francesco Palmieri, L'arte di perdere


Dell’arte di perdere si è facili maestri;
ogni cosa pare così colma dell’intento
d’andar persa, che perderla non è un disastro.

Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta l’estro
delle chiavi perse, dell’ora senza sentimento.
Dell’arte di perdere si è facili maestri.

Poi allenati a un perdere ulteriore, un perdere più lesto:
luoghi, nomi, e ogni dove che la mente
voleva visitare. Nulla di ciò sarà un disastro.

Ho perso l’orologio della mamma. Impiastro!
E di tre amate case non ho salvato niente.
Dell’arte di perdere si è facili maestri.

Ho perso due città stupende. E in quel contesto,
diversi regni miei, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.

Perfino nel perderti (il riso nella voce, un gesto
che amo) non avrò mentito. E’ evidente,
dell’arte di perdere non si è difficili maestri
anche se può sembrare (e scrivilo!) un disastro.

Elizabeth Bishop

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POESIA SABBATICA : Certe volte i soli

20 sabato Mag 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : Certe volte i soli

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Certe volte i soli, Francesco Palmieri, Vivian Lamarque

 

Certe volte i soli
 
per non far capire
 
che sono soli
 
alla gente che non pensi
 
ma che sola quella signora
 
per esempio al mare guardano
 
l’orizzonte facendo ciao
 
con la mano fanno finta
 
di salutare qualcuno come
 
per dire non crediate
 
solo sulla battigia sono sola
 
ma nel mare oh nel mare
 
ne ho di persone care
 
da salutare! in primis lui
 
lui in primis e poi tante ma tante
 
di quelle persone che dovrei avere
 
le mani del mondo per salutarle tutte
 
tante quasi come voi che siete così tanta
 
famiglia sotto l’ombrellone
 
che l’ombra non basta per tutti
 
invece i soli l’ombra l’hanno tutta
 
per loro, ci copre da far quasi freddo
 
paura ma basta far ciao con la mano
 
salutare quelle persone care
 
nel mare che siamo quasi pari
 
sembriamo tanti anche noi uni
 
noi solitari che parliamo nel cellulare muto
 
che citofoniamo al muro sono io apri
 
e le persone care dal mare ci aprono
 
ci salutano, salutano proprio noi
 
in persona.
 
(e gli altri no!)
 
 
Vivian Lamarque

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POESIA SABBATICA : George Gray

13 sabato Mag 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : George Gray

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Antologia di Spoon River, Francesco Palmieri, George Gray

 

George Gray
 
Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
 
Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita.
 
E adesso so che bisogna alzare le vele
e prendere i venti del destino,
dovunque spingano la barca.
 
Dare un senso alla vita può condurre a follia
ma una vita senza senso è la tortura
dell’inquietudine e del vano desiderio —
una barca che anela al mare eppure lo teme.
 
Edgar Lee Masters
 
Antologia di Spoon River (edizione parziale di 152 epitaffi, traduzione di Fernanda Pivano, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1943)

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POESIA SABBATICA : Non sia mai ch’io ponga impedimenti

29 sabato Apr 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : Non sia mai ch’io ponga impedimenti

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Francesco Palmieri, Sonetti, William Shakespeare

Sonetto 116

Non sia mai ch’io ponga impedimenti
all’unione di anime fedeli; Amore non è Amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l’altro s’allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote
dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

William Shakespeare

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POESIA SABBATICA : Autostrada della Cisa

08 sabato Apr 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : Autostrada della Cisa

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Autostrada della Cisa, Francesco Palmieri, Stella variabile, Vittorio Sereni

Tempo dieci anni, nemmeno
prima che rimuoia in me mio padre
(con malagrazia fu calato giù
e un banco di nebbia ci divise per sempre).

Oggi a un chilometro dal passo
una capelluta scarmigliata erinni
agita un cencio già spento, e addio.

Sappi -disse ieri lasciandomi qualcuno-
sappilo che non finisce qui,
di momento in momento credici a quell’altra vita,
di costa in costa aspettala e verrà
come di là dal valico un ritorno d’estate.

Parla così la recidiva speranza, morde
in un’anguria la polpa dell’estate,
vede laggiù quegli alberi perpetuare
ognuno in sé la sua ninfa
e dietro la raggera degli echi e dei miraggi
nella piana assetata il palpito di un lago
fare di Mantova una Tenochtitlàn.

Di tunnel in tunnel di abbagliamento in cecità
tendo una mano. Mi ritorna vuota.
Allungo un braccio. Stringo una spalla d’aria.

Ancora non lo sai
-sibila nel frastuono delle volte
la sibilla, quella
che sempre più ha voglia di morire-
non lo sospetti ancora
che di tutti i colori il più forte
il più indelebile
è il colore del vuoto?

Vittorio Sereni, da Stella variabile

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POESIA SABBATICA : Non ci sono amori felici

01 sabato Apr 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : Non ci sono amori felici

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Francesco Palmieri, Louis Aragon, Non ci sono amori felici

Nulla è mai eterno per l’uomo né la sua forza
né la sua debolezza né il suo cuore. E quando crede
di aprire le sue braccia la sua ombra è quella di una croce
e quando crede di stringere la felicità la sbriciola
la sua vita è una strana e dolorosa lacerazione.
Non ci sono amori felici.

La sua vita somiglia a quei soldati senza armi
pronti per un altro destino
a che può loro servire alzarsi al mattino
a loro, che ritroviamo la sera sfaccendati, incerti
dite queste parole: la mia vita, e trattenete le lacrime.
Non ci sono amori felici.

Mio bell’amore mio caro amore straziante
ti porto dentro di me come un uccello ferito.
E gli altri senza saperlo ci guardano passare
ripetendo dietro me le parole che ho intrecciato
e che per i tuoi grandi occhi morirono così presto.
Non esistono amori felici.

Ormai è troppo tardi per imparare a vivere
e piangono nella notte i nostri cuori all’unisono
ogni tristezza alla minima canzone
ogni dispiacere contraltare al brivido
ogni singhiozzo a un’aria di chitarra.
Non c’è amore felice.

Non c’è amore che non rechi dolore
non c’è amore che non strazi i cuori
non c’è amore che non ci consumi
e non più di te l’amore della patria
non c’è amore che non viva di pianto.
Non c’è amore felice
ma c’è l’amore di noi due.

Louis Aragon

da Poesie d’amore, a cura di Francesco Bruno, Crocetti, Milano 1984, n. ed. 2000 (Traduzione di Francesco Bruno)

 

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POESIA SABBATICA : Prima colazione / Immenso e rosso

25 sabato Mar 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : Prima colazione / Immenso e rosso

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Francesco Palmieri, Immenso e rosso, Jacques Prévert, Prima colazione

 

PRIMA COLAZIONE
 
 
Lui ha messo
 
Il caffè nella tazza
 
Lui ha messo
 
Il latte nel caffè
 
Lui ha messo
 
Lo zucchero nel caffellatte
 
Ha girato
 
Il cucchiaino
 
Ha bevuto il caffellatte
 
Ha posato la tazza
 
Senza parlarmi
 
S’è acceso
 
Una sigaretta
 
Ha fatto
 
Dei cerchi di fumo
 
Ha messo la cenere
 
Nel portacenere
 
Senza parlarmi
 
Senza guardarmi
 
S’è alzato
 
S’è messo
 
Sulla testa il cappello
 
S’è messo
 
L’impermeabile
 
Perché pioveva
 
E se n’è andato
 
Sotto la pioggia
 
Senza parlare
 
Senza guardarmi,
 
E io mi son presa
 
La testa fra le mani
 
E ho pianto.
 
***
 
 
IMMENSO E ROSSO
 
Immenso e rosso
 
Sopra il Grand Palais
 
Il sole d’inverno viene
 
E se ne va
 
Come lui il mio cuore sparirà
 
E tutto il mio sangue se ne andrà
 
Se ne andrà in cerca di te
 
Amore mio
 
Bellezza mia
 
E ti ritroverà
 
In qualunque posto tu stia.
 
Jacques Prévert

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POESIA SABBATICA : Adesso che il tempo sembra tutto mio

18 sabato Mar 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : Adesso che il tempo sembra tutto mio

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Adesso che il tempo sembra tutto mio, Francesco Palmieri, Patrizia Cavalli

Adesso che il tempo sembra tutto mio
e nessuno mi chiama per il pranzo e per la cena,
adesso che posso rimanere a guardare
come si scioglie una nuvola e come si scolora,
come cammina un gatto per il tetto
nel lusso immenso di una esplorazione, adesso
che ogni giorno mi aspetta
la sconfinata lunghezza di una notte
dove non c’è richiamo e non c’è più ragione
di spogliarsi in fretta per riposare dentro
l’accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,
adesso che il mattino non ha mai principio
e silenzioso mi lascia ai miei progetti
a tutte le cadenze della voce, adesso
vorrei improvvisamente la prigione.

Patrizia Cavalli

da “Il cielo”, in “Patrizia Cavalli, Poesie (1974-1992)”, Einaudi, Torino, 1992

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POESIA SABBATICA : Dicembre finalmente freddo

11 sabato Mar 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : Dicembre finalmente freddo

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Dicembre finalmente freddo, Francesco Palmieri, Gianfranco Lauretano

Dicembre finalmente freddo
l’Adriatica addobbata di luci
svogliate e natalizie
la strada svolta e si estingue in pianura
verso Cesena.
Ogni ritorno è diverso
come le case
che scorrono nel finestrino
e le prostitute
bellissime viste da qui, da dove
non si capisce la tristezza

ma come sarà
il ritorno oggi, chi sarà
il ritorno, chi
davanti alla casa aperta o
chiusa
come sarà il viso
di chi mi aspetta, di chi
benedetto mi aspetta

mare Adriatico
cielo nero di Romagna, San Marino
che devi essere quelle luci
arancioni a cucuzzolo verso sinistra
anche voi pregherei
per essere sicuro di un’attesa
pregherei i sassi
le zolle ghiacciate dei campi
anche ciò che non ascolta
perché ci fosse mio padre
sulla porta

se come un regalo
senza ricorrenza lo vedessi
sulla porta dove non è mai stato
distratto dal vento ma attratto
da un figlio vagabondo
e felice di scorgerlo
come una sentinella

padre che tutto mi ha separato
io, e una troppo lunga adolescenza
un ritorno mai venuto
una casa ininfluente e prigione
la frenesia di cancellare
il campo seminato della tradizione
lui stesso che ha portato sé
al bordo di troppi
irrealizzati desideri
e tutta una vita e tante

ma so cosa davvero
ci ha tenuto lontano
il non destino che scegliamo
con malata insistenza
assenza che scoordina i fiati

pensa se fosse sulla mia porta
pensa come verrebbero le stelle
per fargli una corona
a lui che comunque
è sempre un re
con la sua faccia così vera
con le rughe che hanno
ognuna cent’anni
il suo volto grande
la cosa più simile a Dio
che io abbia visto.

Gianfranco Lauretano (da Occorreva che nascessi, Marietti, 2004)

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POESIA SABBATICA : High Windows/Finestre alte

04 sabato Mar 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : High Windows/Finestre alte

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Finestre alte, Francesco Palmieri, Philip Larkin

1

When I see a couple of kids
And guess he’s fucking her and she’s
Taking pills or wearing a diaphragm,
I know this is paradise
 
Everyone old has dreamed of all their lives—
Bonds and gestures pushed to one side
Like an outdated combine harvester,
And everyone young going down the long slide
 
To happiness, endlessly. I wonder if
Anyone looked at me, forty years back,
And thought, That’ll be the life;
No God any more, or sweating in the dark
 
About hell and that, or having to hide
What you think of the priest. He
And his lot will all go down the long slide
Like free bloody birds. And immediately
 
Rather than words comes the thought of high windows:
The sun-comprehending glass,
And beyond it, the deep blue air, that shows
Nothing, and is nowhere, and is endless.
 
Philip Larkin
***

Quando vedo una coppia di ragazzi
e penso che lui se la scopa e che lei
prende la pillola o si mette il diaframma,
so che questo è il paradiso

che ogni vecchio ha sognato per tutta la vita –
legami e gesti messi da parte
come una mietitrebbia arrugginita,
e ogni giovane che va giù per lo scivolo

di una felicità senza fine. Chissà
se qualcuno osservandomi, quarant’anni fa,
ha pensato: Quella sarà la vita;
non più Dio, non più sudore e paura la notte

per l’inferno e per tutto il resto, non più
il dovere di nascondere quello che pensi del prete.
Lui e quelli come lui tutti giù per lo scivolo
come maledetti uccelli liberi. E all’improvviso

non una parola viene, ma il pensiero di finestre alte:
il vetro che assorbe il sole,
e, al di là, l’aria azzurra e profonda, che non mostra
nulla, che non è da nessuna parte, che non ha fine.

Philip Larkin, Finestre alte, Einaudi, Torino, 2002

(Traduzione di Enrico Testa)

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POESIA SABBATICA : Quando Dio creò l’amore

25 sabato Feb 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : Quando Dio creò l’amore

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Charles Bukowski, Francesco Palmieri, Quando Dio creò l'amore

1

 

Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra.

Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo.

Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.

 

CHARLES BUKOWSKI

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POESIA SABBATICA : Sa sedurre la carne la parola

18 sabato Feb 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA : Sa sedurre la carne la parola

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Francesco Palmieri, Medicamenta e altri medicamenta, Patrizia Valduga, Sa sedurre la carne la parola

1

Sa sedurre la carne la parola,

prepara il gesto, produce destini…

E’ martirio il verso,

è emergenza di sangue che cola

e s’aggruma ai confini

del suo inverso sessuato, controverso.

 

O datemi qualcuno che mi ascolti,

ché di parole straripo… qualcuno

che mi prenda per mano e dei sepolti

dei fatti polvere e niente al raduno

mi porti… di occhi ho paura… di volti…

Non mi restava ormai niente e nessuno,

e come sanguinando intorno intorno

pesantemente in me cadeva il giorno.

 

Mi dispero perché

non ho che parole erose scrofolose

parole, a darsi all’ozio intente,

che non sanno far niente.

 

Patrizia Valduga, Medicamenta e altri medicamenta, Einaudi, Torino, 1989

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POESIA SABBATICA: Il poeta esce col sole e con la pioggia

11 sabato Feb 2017

Posted by Francesco Palmieri in LETTERATURA E POESIA, Poesia sabbatica, Poesie

≈ Commenti disabilitati su POESIA SABBATICA: Il poeta esce col sole e con la pioggia

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Canzoniere della Morte, Francesco Palmieri, Il poeta esce col sole e con la pioggia, Salvatore Toma

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Il poeta esce col sole e con la pioggia

come il lombrico d’inverno

e la cicala d’estate

canta e il suo lavoro

che non è poco è tutto qui.

D’inverno come il lombrico

sbuca nudo dalla terra

si torce al riflesso di un miraggio

insegna la favola più antica.

Salvatore Toma, da Canzoniere della Morte, Einaudi, Torino, 1999

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