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LIMINA MUNDI

~ Per l'alto mare aperto

LIMINA MUNDI

Archivi della categoria: Cronache sospese

Detrito 4 febbraio 2020: Brillio

06 giovedì Feb 2020

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese

≈ Commenti disabilitati su Detrito 4 febbraio 2020: Brillio

Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione .
DETRITO 4.2.2020

Mi sfugge sempre qualcuno col parco femmine. Poi si fa avanti come un amo al pesce. E abbocca. Allora tace lo spirito anzi si raddoppia. Ed è così che uccido il drago. Con la serena consapevolezza che il cielo distribuisce ossessioni. Ciascuno col fardello proprio o croce. Impastato nella carne che brama sesso o cibo o altro riempitivo. Nessuno che rechi un filo col palloncino rosso. Nessuno che apra le mani con una rosa tra i palmi. Anche la farfalla gialla è letteratura. L’oratoria ha una parte immancabile di suggestione. La nonna non meno d’altri. Per questo ogni voce vibra o manca d’incanto. Rifulge di lacrime la verità. Tutto ciò che circonda è buio e stortura. Soprindente tuttavia la forza della vita. La sopravvivenza sorprende. Col dubbio che sia soltanto una casualità di corpi e luoghi. La stella scritta nel firmamento.

Riprendi ciò ch’è tuo. Arresta i passerottini che scendono lungo le spalle e rapidi staccandosi dalle caviglie fuggono lasciandoti leggerezza. Regalando un senso di svuotamento materico che ti fa fantoccio. Le vesti su un corpo. Riprenditi l’estate. L’affermazione. Il gesto assertivo col quale architettavi convincimento. Rivestiti delle scaglie dorate di serpente. Sinuoso elastico muscoloso rettile che ingoia un bue all’occorrenza. Più spesso rane che gracidano ondeggiando sui loro tacchi il fango quotidiano. Ecco sei muta sfinge sabbia deserto piramide di molte facce. Ecco l’archetipo agguerrito furente. Mezzanotte negli occhi più accesi. L’imperativo è ricostruire. Contrastare l’abbandono ruderi e demolizioni. La frana che in calce sfarina. E certificare non basta ché manca il respiro. È il poco che innesta l’intermittenza del ruolo. L’immobilismo che offende anche il corpo. La sua viziata postura. Siamo piegati dagli angoli. Intenti allo schermo. Nell’avvilente nullità del frastuono. Avremmo dovuto il brillio del nero. La ghigliottina della colonia penale. Lo scarafaggio di Kafka. La stanza di Virginia l’ape dickinsoniana e la poesia nei secoli da Eumelo fino ai giorni nostri. Avremmo dovuto a fiumi altissima altera altrettanto e basta.

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Delirio: 19 dicembre 2009 (innesco)

24 giovedì Gen 2019

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese

≈ Commenti disabilitati su Delirio: 19 dicembre 2009 (innesco)

Cominciò come un gioco senza fuoco a marchiare. non l’ustione ma la pagina bianca i colori la macchia. l’inchiostro che sporca. verginità della bocca sbandierata e perduta. gorgogliare sommesso di melma che assale. cominciò così l’apnea radicale. le mani avvinghiate alle sponde. le labbra di sale. senza pietà la condanna  o speranza o controllo o salvezza del dopo. senza un fiore d’incanto o  parola gentile.

I vermi striscianti ricoprirono i lombi arrotando coltelli vivevano a fianco. porte chiuse serrate a covare bisogni. mostri infami insaccavano sabbia seppellivano grazia. nei crateri sozzure. i vigliacchi a sputare. sopra i colpi la fiera. con le zanne affondare trenta centimetri al  cuore. rosso dritto violento crocifisso di sole.

La coperta aveva soffici piume. era un covo di pace fantasia floreale. una tana condivisa animale. immobile il fiato di morte batteva le nocche i lembi frastagliati del nulla. occhi chiusi sul bianco e le nuvole fuori. all’interno del vetro c’era il blocco del pianto. tutto fermo e stravolto al confine del mare. nel ventre ipotetico ansimava l’intento. congiuntivo presente: se sia meglio morire o respirare profondo. un assolo magnifico senza darlo a vedere.

Non esiste l’immenso. non risponde al chiamare e nel gelo dell’oltre abolisce il rumore. si collassa inumano di silenzio perfetto. piovevano gli angeli infine tra pareti di amianto. soffiavano lamine e vento. mormoravano mute preghiere.

Era un tempo insensato, prima dato e crollato, dopo ammesso e poi addosso. coi forconi la folla con la neve la luce immacolato splendore. forse assurdo che uccide. coltellate a ridosso e nel limbo candore. ogni coltre che scende infinitamente ricopre. dentro il seme il lenzuolo. una sindone eppure non è detto che il corpo inumato sopravviva a parole.

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Delirio 4 ottobre 2018 (distanze)

22 giovedì Nov 2018

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese, Pensiero

≈ Commenti disabilitati su Delirio 4 ottobre 2018 (distanze)

Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione .

DELIRIO 4.10.2018

Mi chiedo io cos’abbia da spartire con una villa del settecento. e per il momento con la chemio o altra terapia. che per il momento l’oncologia è un ramo ignoto. navigando le cellule primordiali verso altri mali comunque pessimi. e mali e declino e vecchiaia. (signori annotate il futuro. prima che io mi dimetta e rivolti. o vi ceda scassando le occhiaie). oppure mi chiedo io cos’abbia da spartire con questi mari tropicali e la frenesia del vivere smodato. che nemmeno un bicchiere di vino o di fumo. talmente scevro e impotente. che potrei pure un monaco in convento.
Cos’abbia mi chiedo io da spartire con un foglio che solo per il nomi. i soliti noti e gli ignoti. clandestini e badanti. premurosamente amici. interrogante è la distanza che ci commuove. nella stirpe deviata del divaricatore. papaveri nei campi e papere. a misurare l’ombra dell’altezza. o ancora da spartire con una rivista poliglotta un luogo d’aneddoti e avventura. spessa d’occhiali sui giganti. un luogo del presente interessante. dove io sono senza essere. dove vibro di stoppie. nella ricerca insistente di un bel niente. un pressapoco di parole sconnesse. qualche invenzione ogni tanto brillante. talento spigoloso obliquo bislacco pulsante rivoltoso brigante. non preghiera né richiesta di perdono.
Eppure li tocco con gli occhi. sono conformi e di parte. distanti e vicini. familiari ed estranei. m’interrogo e nel chiuso ritorno all’interno. spopolo anfratti ed innesti. li sopprimo uno dopo l’altro. rinviando l’elmo all’angolo prossimo. la svolta a venire sarà un appuntamento mancato. un tentativo obsoleto striato e stranito. vedremo occhi d’alieni e solito gelo. capannelli di giacche e cravatte. signore scendere scale da un’ipotetica altezza. dove s’ammira la pelle perfetta senza bellezza. l’ennesimo lago di sguardi e apparenza. una pretesa viziata dall’incostanza. dai nei sulla faccia alle unghie appassite. i mea culpa giganti. da tutti i passi mancati obbligati. eventi applausi platee. per fortuna non bevo.
Vengo da una sponda diversa di mediocrità incancrenita. vera presunta costretta oppure ingabbiata per scelta dalle sue stesse mani. nonostante le piume e i coltelli. vengo da un certo covo di brina. dove la neve deposta dal tempo ha lo spessore del vuoto. e nelle croste di sale nelle ultime spiagge. in ogni cespo e cespuglio. tra le foglie e le stelle leggo l’autentica essenza. emerge virulenta dal grembo l’appartenenza.
Forse per questo se tendo la mano siamo oltre lo specchio. io e pure l’altro. oltre il divano e la siepe. mi spoglio di questa carcassa mi libero verso la fuga. e sono dentro quei rami. sogno nel loro fragile grasso. nelle rughe e corteccia. e sono pietra albero fune. mi sorpasso.
Ora mi siedo osservando il pullulare d’insetti.

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Delirio 20 settembre 2018 (l’arrogante)

08 giovedì Nov 2018

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese, Pensiero

≈ Commenti disabilitati su Delirio 20 settembre 2018 (l’arrogante)

Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione . 

DELIRIO 20.9.2018

Potrei sbattere in faccia la nudità. l’assurda bellezza. l ‘assenza astuta di corazza. e prima ancora l’orgoglio del ventre. del venire dal nulla. del mio convinto blasone. che sorge dall’onta severa del non essere. posso sbattere questa pelata sotto il naso cariatide. le guance cadenti. la pallida pelle. il cognome ai tuoi occhi imponente. al muro viceversa del tutto insignificante. e fregarmene di te e del tuo tanto titolo inesistente. indifferente vecchiaia patetica. gangli di subordinazione ormeggiata. sei sotto scacco del mio piede. e davvero non muoverò un muscolo per la soluzione del tuo tedio.

Ora lo ammetto non per opera di carità né per vezzo. c’è in qualche moto interiore distratto.  nella deriva dell’io che scavalca. un’impennata indecente. esso nella piena invade la valle. non perché piova oppure si spari. è un fenomeno carsico con lacrime di infiorescenza. si presenta nel retro pensiero. quando implode di rabbia la giacca. quando la cravatta soffoca il nodo. e per memorie di gola. per la risacca e il martello. per l’incudine e il petto. per la storia di anni di registri e di nastri. per l’orma dell’ inciso emotivo. qualcosa si rompe e deflagra. c’è come un reclamo del pugno. pur nel controllo degli occhi. un’invocazione imponente implorante giustizia.

È una mia debolezza volere un potere grande. grande al punto da poter annientare un oggetto o respiro. definitivamente stringendolo nella morsa impietosa di una mano gigante. stringendolo sempre più forte. e nel gesto vibrante assistere alla stupefacente metamorfosi. il mostro nel pugno si trasforma in cataclisma. massa di terra compatta. che per effetto della stretta ad un certo punto si disintegra in sabbia. esplode galvanizzato nel circostante. di polvere e sostanza. vorrei questo potere grande di distruzione feroce. non solo fisica ma metaforica pure. vorrei sostanzialmente il potere di annientare fisicamente e psicologicamente l’ente. fino a farne frammenti fotonici.  briciole per i passeri. masso colpito dal maglio di un gigante robotico. un accidente una disgrazia. una catastrofe mirata. stritolarlo nelle spire di serpente. devastarne carne ossa pelle. ogni duro neurone e molecola. perché diventi incredibilmente fragile. e nell’impatto sarebbero schegge disperse a migliaia bieche violente e superbe.

lo vorrei questo potere grande di cristallizzare l’aria. ma non l’userei. ad esempio con te. anche se mi stai sullo stomaco come una pietra indigesta. non l’userei.

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Delirio 12 settembre 2018 (pensieri)

01 giovedì Nov 2018

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese, Pensiero, SINE LIMINE

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Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione . 

DELIRIO 12.9.2018

Io sono interrotto e interrotti sono i miei pensieri. frammenti che abitano la testa. a volte si scuotono con rumore di vetri rotti. qualche pezzo è colorato. bei rossi blu e gialli. altri frammenti sono neri o grigi. alcuni luccicanti molti altri spenti. sono cupi e dolenti non brillano per nulla. come  se non conoscessero la luce né il conforto o la speranza. io li maneggio di frequente gli uni e gli altri. affastellatamente. ci sono attaccato in modo speciale. non riesco a farne senza. sono aggrappato alla mia borsa di pietruzze gonfia e sonante. infilo la mano le rimescolo ne prendo una manciata. estraggo il pugno apro la mano e osservo. poi sollevo il palmo verso l’alto e inclinandolo appena verso il basso. le lascio cadere ad una ad una. oppure le dispongo su un piano in sequenza e vi saltello in mezzo. tra uno spazio e l’altro. disordinatamente. Continua a leggere →

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Delirio: 2 settembre 2018 (progredire)

25 giovedì Ott 2018

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese, Pensiero

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Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione . 

DELIRIO 2.9.2018

Arriva come straniero o alieno. fulmine a ciel sereno. entra da una porta chiusa. dentro una stanza vuota. nell’aria piena d’occhi. muove inaspettato e sta. si direbbe curvo  se non fosse per l’inclinazione falsa della testa calva. a mento in alto  e in fuori. spiovendo scapole  sul cuore. Continua a leggere →

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Deriva 25 agosto 2018 (acquisti)

18 giovedì Ott 2018

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese, Pensiero

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Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione . 

DERIVA 25.8.2018

Certo qualcosa sarò tra pioggia e vento. il tempo e il domani. l’alluce il mento. riverso imprendibile impotente. vivo per questo e scrivo la nullità. Continua a leggere →

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Deriva 15 agosto 2018 (il ponte)

11 giovedì Ott 2018

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese, Pensiero, SINE LIMINE

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Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione . 

DERIVA 15.8.2018

Eppure l’Ade ha le sue sponde. appena intraviste ieri nel crollo del ponte. sarà questione di un attimo precipitare nel vuoto. giusto tra i massi. e proprio noi. una famiglia. non ci sono fiori che bastino a ricoprire le tombe.  Continua a leggere →

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Delirio 15 agosto 2018 (declino)

04 giovedì Ott 2018

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese, Pensiero, SINE LIMINE

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Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione . 

DELIRIO 15.8.2018

Non cerca lettori questo percorso. solo chiodi. siamo soli. e non per metafora di brillantezza. ma per dire la pena quotidiana. chiodi per appendere sul muro i quadri del vivere e morire. simili e diversi da porta a porta l’affinità. Continua a leggere →

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Detrito 15 agosto 2018 (la stanza)

27 giovedì Set 2018

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese, Pensiero

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Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione . 

DETRITO 15.8.2018

Qui si sta bene. il fianco asciutto. la tenda scivola tra i vetri della finestra. danza di bianco e trasparenze. a un passo dagli ulivi e dall’azzurro. il ventilatore soffia tra le orecchie vento netto. sono beato. un fico morbido e fragrante. un sorso fresco di cioccolata. il rosso fragola delle lenzuola emana il suo odore nuovo. un quadro d’oro appeso mi ricorda i santi e lui ch’è luce del mondo. poco più a destra un rettangolo di metafisica. tra due lune una geometria di bronzo.  Continua a leggere →

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Delirio 11 agosto 2018 (il vuoto)

20 giovedì Set 2018

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese, Pensiero

≈ Commenti disabilitati su Delirio 11 agosto 2018 (il vuoto)

Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione . 

DELIRIO 11.8.2018

E’ un argine il vuoto. un limite alla voragine. dentro il vuoto si riversa liquefatto tutto il malessere sospeso. esso non prendendo forma si scioglie nell’ indefinito inconoscibile. il vuoto è uno spazio di rarefazione potenzialmente infinito. non è veramente vuoto ma è un’area non precisata capace di ricevere riverberare introitare metabolizzare e disperdere. al vuoto convergono una marea di flussi provenienti dalle coscienze nei secoli  dei secoli esistenti. fiumi verso un mare sconfinato. al vuoto si consegnano tutti i singhiozzi silenti. uno sgomento indicibile che echeggia e rimbomba. che si quieta dunque nel vuoto. è il vuoto rimedio all’ esistere perdente. se è vero come è vero che vivere significa lottare ogni giorno. il vuoto raccoglie e ammortizza le infinite inevitabili sconfitte. remissioni dell’io desideri fughe e abbandoni. perdite ben più frequenti delle riuscite-vittorie. Continua a leggere →

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Deriva 8 agosto 2018 (migrazioni)

13 giovedì Set 2018

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese, Pensiero

≈ 2 commenti

Questo scritto appartiene alla raccolta “Cronache sospese”, a questo link l’introduzione . 

DERIVA 8.8.2018

Di che parliamo quando parliamo di scrittura. un uccello in volo che emette il suo verso e dichiara perciò di stare al mondo. esserci è l’idea condivisa in questa babele mediatica a colpi di like. per sintesi trasversale dell’armamentario empirico. esserci per riconoscersi nel parossismo delle immagini. leggere del caffè alle cinque del mattino dopo una notte insonne.  raccontare il latte il suo essere senza sapore. un’entità che scivola in gola consegnando la mucca che l’ha prodotto, l’erba che l’ha nutrito, la raccolta del liquido, il suo inscatolamento e distribuzione – per essere così soliti e sicuri – alla nullità del sapore inesistente. sostare nell’indifferenza dell’abbondanza. appaiando alla certezza del cibo che scolora nella notte l’incertezza delle domande irrisolte. Continua a leggere →

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Cronache sospese: intro

06 giovedì Set 2018

Posted by Loredana Semantica in Cronache sospese, LETTERATURA E POESIA, Pensiero

≈ 9 commenti

Per i prossimi mesi curerò qui sul blog Limina mundi una nuova iniziativa. Non si tratta di una rubrica, ma una raccolta di brevi scritti nei quali lascerò spazio al fluire del pensiero, vagando nelle anticamere della forma poetica. Gli scritti, in relazione al contenuto, si chiameranno: “Delirio” se scritti in apnea, “Deriva” se proiezioni estroflesse, “Detriti” se contengono tracce di respiro e luminosità. I nomi non escludono innesti dell’una “tipologia” nell’altra, né sconfinamenti nella dimensione onirica o narrativa. L’autore naturalmente è lui,  e lui, naturalmente, è un altro.  Continua a leggere →

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