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Il nero totale è nel fissare

una luce alla sorgente.

Poiché ti amo vita / più dei miei occhi

ora sono cieca / e null’altro vedo

che il retro delle cose.

Un vetro accecato dalla brina la guida allo sbando

i cari vivi e i cari morti che si affidano a me

figlia di tutte le tempeste.

 

*

Nel giorno della cenere

anche il cielo è polvere e ferro.

Ma la vita arbitraria si insinua dove vuole

coi fermenti del suolo interagisce.

Resta l’impressione di un contagio di linfe

e una gara d’erbe in forma di colore.

Una mano sospesa nello spargimento

uno stupore di cenere pietosa

a mezz’aria sulle incolpevoli vite.

 

da Versi della malapena

*

A colpi di versi / come una contesa

arriverai in ritardo

o forse mai.

Un sole maligno fulmina il limbo

dove cogli frutti addormentati.

Una lente è la penombra

del giorno appena tramontato.

Una foto antica

una carta ingiallita.

Ma il rosso / il sangue / la vita.

Ancora viva  🠖 Andata.

 

da La mala hora

 *

Mi sono assentata.

Sono stata – anche per me stessa –

introvabile.

E non chiedermi dove sono stata.

– Non lo so –

Neppure adesso che cerco di capire

come fa l’anima a smarrirsi.

È il castigo dei labirinti

il contrappasso

dell’amore smisurato per la vita

– il confino negli abissi –

 

da I luoghi dei labirinti

*

Come dire – essenza –

Ciò che è l’anima / è il corpo.

Se ne vanno insieme nella vita

se ne vanno insieme nella morte.

Una finzione d’accompagnamento

se torna / e resta quell’aroma

come un profumo di donna

che passando ti sfiora.

 

da Tentativi di riconoscimento

*

Considera la grammatica dell’armonia

la declinazione del verbo dire

l’essere un fotogramma rubato

alla naturalezza di bambini al gioco

– il corrusco / il solidale / l’estatico –

il fermare la corsa e la lentezza con uno spillo

che non fa sanguinare che l’anima dell’occhio

l’esemplificazione della scena

in una recita senza testimoni.

Scegliere un tempo per il dire

– l’infinito / la possibilità / la certezza –

e dare all’armonia un altro nome.

 

da La casa dell’armonia

*

Ti scriverò una lettera – lunga e senza nome –

che ti arrivi in fronte come un tuono.

Un cuore di spine

con la fiamma al centro

ti bruci le mani con la sua scrittura.

Sì – ti chiamai –

e non mi rispondesti.

Nulla volevo

solo che leggessi

e la tua trovassi scarna parola.

Ossi spolpati sono questi versi

uncini senz’esca

per ospiti senza benvenuto.

 

da I giuramenti del vento

 

Maria Benedetta Cerro, da “Prove per atto unico”, Macabor, 2023