Lento sorge il giorno su Venezia in un’alba nebbiosa di marzo. Anno 1690. Il selciato umido della notte, le pietre delle rive scavate e divorate dal muschio, lo sciabordio dell’acqua nei canali scuri, le calli ancora addormentate nella magia dell’ora dell’incanto, che tinge di rosa pallido i riflessi della laguna. Un passo risuona in lontananza, si avvicina. Nell’aria bianca si disegna la sagoma scura di una figura. Supera agilmente un ponte. E’ una ragazza. Le guance sembrano ancora arrossate di quel sonno che abbraccia i bambini la notte. Ma il passo è sicuro. Da donna. Nella camera, prima di chiudersi l’uscio dietro le spalle, ha lasciato il cestino con il ricamo appoggiato sul letto e, attenta a non svegliare la madre e le sorelle, ha preso dalla dispensa un pezzo di pane, l’ha chiuso in un fazzoletto, ha stretto tra le dita la chiave di ferro e, coperta la testa con lo zendale, ha iniziato il suo giorno. La porta della bottega di Antonio Balestra si sta aprendo proprio quando lei arriva, un po’ affannata dalla strada percorsa in fretta nel labirinto noto di una Venezia addormentata. Continua a leggere
I pastelli magici di Rosalba Carriera
03 venerdì Giu 2016
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