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Ruscellare

fra la pioggia che scende

per bagnarsi di gocciole benedette.

Gocce

diffuse sui volti

delle mai sopite passioni.

Non c’è acqua

che scenda, che batta

su questa terra scossa

che non sia

acqua fiume fonte

origine sorgente.

Il tempo che resta da vivere

non vuole conoscere

gli stagni melmosi dell’indifferenza.

Ma solo il sole

il sole che scalda

e scioglie la neghittosità

della gente superficiale.

 

S’apre

il mattino

di puro diamante.

S’apre

l’alterno destino

degli uomini.

La terra è fraterna,

la terra è ferita.

Noi uomini

di questo tempo

siamo legati ad un’idea

di consonanza.

Sotto questo cielo

m’appari tu.

M’appari

per i sentieri sempiterni

di questa terra

che annunci la primavera.

Fai fiorire il mandorlo.

La primavera

è sogno:

è il tuo gioco

di indomita ragazza.

La primavera,

come un mormorio.

Sfoglio e risfoglio

l’insoluta margherita.

 

 

Mi dicesti,

“cos’è questa rabbia

che non vola?”

La tristezza

s’invola,

s’adagia piano

e il rimmel del tuo viso

s’ammarra nel tuo porto pace.

Lo scontento

non lo sento,

lo scontento

è come l’allegrezza

che mi porto dentro,

fra nero e bianco

prediligo

il lapislazzulo.

“Cos’è questa rabbia

che non vola?”,

ribadisti tenacemente.

Mia cara,

le ali tarpate

riprenderanno il frullio del volo,

torneranno a fendere l’aria.

L’aratro

solcherà la tua luna.

Un bacio scoccato nel fondo

dell’immacolato sentiero.

 

 

Ti vorrei vedere

nel mio campo.

Bramosia

sulle tue gote,

mille calie

e un amaranto.

Ti vorrei vedere

che porti a spasso

il tuo pallore sanguigno

fiorente,

il tuo senso interrogativo e immaginifico

sull’esistente,

che è viaggio.

I papaveri di maggio

sono promesse.

Vorrei vederti

nel mio campo

che mi leggi la mano

e mi trucchi le carte

perché possa vincere

il piccolo avvenire.

 

 

C’è un’aurora

stamane.

Aurora ferita

aurora ricucita

rinsavita.

Ci ritroveremo

stamane,

nei volteggi sibilanti

delle rondini libertarie e anarchiche

celebreremo

il giugno compagno.

Ci ritroveremo

a magnificare

il silenzio rispettoso

del primo albore.

Ci saluteremo

al bar del risveglio,

ai margini del mondo

l’umanità randagia

intona sempre

inni

di sentimento.

Ci ritroveremo.

C’è un’aurora di fuoco

che brucia e scintilla

negli occhi

della gente comune.

 

 

La voce,

la voce

degli esclusi.

Tace la voce

di chi vive ai margini.

M’affascina

la poesia

dei senza voce,

degli ultimi,

il grido acuto dei pazzi

non omologati

a questo mondo impazzito.

M’intriga

il vecchio

incontrato,

povero di stracci

ricco d’umanità.

Silente

e senza pace

la voce dei diseredati.

La voce,

sommessa voce

di chi nonostante tutto

fa muovere la terra.

 

 

L’Ucraina piange (8 marzo 2022)

 

Alla ricerca d’un Dio,

gli arti mutilati d’un bambino

l’insania feroce d’una guerra

pianificata dai potenti della terra.

Alla ricerca d’un Dio possibile

della misericordia,

uomini umiliati sporcati

dalla ferina mano

di altri uomini.

Un cielo immenso

piange

tutte le macerie del mondo.

E un angelo dell’impossibile

indora di grano, di pane cereale

i banchetti clandestini

dei fuggiaschi

nelle cantine, nei sotterranei.

Alla ricerca spasmodica

d’una altra sorte,

finalmente popoli rinsaviti

che ripudiano ferro e fuoco

e piantano alberi piccini.

Alla ricerca d’un Dio,

si leverà alto

il grido degli ultimi,

come un ammonimento,

come un monito.

Il cantico della vita.

 

Marcello Buttazzo, “E se nel giallo ti vedrò”, I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, 2023.

 

NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Marcello Buttazzo è nato a Lecce nel 1965 e vive a Lequile, nel cuore della Valle della Cupa salentina. Ha studiato Biologia con indirizzo popolazionistico all’Università “La Sapienza” di Roma. Ha pubblicato numerose opere, la maggior parte di poesia. Scrive periodicamente in prosa su Spagine (del Fondo Verri), nella rubrica Contemporanea, occupandosi di attualità. Collabora con il blog letterario Zona di disagio diretto da Nicola Vacca. Tra le pubblicazioni in versi ricordiamo: “E l’alba?” (Manni Editore), “Origami di parole” (Pensa Editore), “Verranno rondini fanciulle”(I Quaderni del Bardo Edizioni). La sua ultima raccolta pubblicata, nel 2023, è “E se nel giallo ti vedrò” (I Quaderni del Bardo Edizioni). Sta per uscire, sempre per I Quaderni del Bardo Edizioni, la nuova raccolta di versi “Ti seguii per le rotte”.