
Un’intervista per conoscere un giovane autore, il contenuto dell’opera e il processo col quale essa è giunta alla pubblicazione.
La redazione ringrazia Andrea Ghidotti per aver accettato di rispondere ad alcune domande sulla sua opera: “Non mi prenderanno mai”, Edda Edizioni, 2022
- Come nasce la tua scrittura? Che importanza hanno la componente autobiografica e l’osservazione della realtà circostante? Quale rapporto hai con i luoghi dove sei nato o in cui vivi e quanto “entrano” nell’opera?
Buongiorno e grazie mille per l’opportunità. La mia scrittura nasce come bisogno di esternare i miei pareri e le mie esperienze, mettendomi in gioco in una realtà abbastanza sconosciuta agli occhi di noi giovani. La provincia di Bergamo per me rappresenta le mie origini, la mia famiglia e i primi legami che ho costruito nella mia vita, mi dispiace molto il fatto che il mio paese tende a non valorizzare i giovani del territorio, ma sono contento che altri enti di paesi circostanti si siano messi a disposizione per aiutarmi nella promozione delle mie due opere tramite interviste e presentazioni. Un altro luogo importantissimo per me è Pietra Ligure, un semplice paese nella riviera dove trascorro le mie vacanze estive da quando sono nato, qui ho avuto l’opportunità di creare una rete di amicizie con ragazzi di tutto il Nord Italia ed ormai è come se fosse casa mia. Questi due luoghi entrano completamente nell’opera, infatti le vicende narrate sono ambientate in entrambi i posti.
- Quali sono i tuoi riferimenti letterari? Quali scrittori italiani o stranieri ti hanno influenzato maggiormente o senti più vicini al tuo modo di vedere la vita e l’arte?
Sinceramente non sono un grande lettore, sotto certi aspetti la mia scrittura mi auguro assomigli a quella di Giovanni Verga, poiché cerco sempre di immedesimare il lettore nei panni dei personaggi.
- Ci parli della tua pubblicazione? Ricordi quando e in che modo è nata l’idea di scrivere questo libro e il soggetto? Quanto tempo hai impiegato a scriverlo?
L’idea di scrivere il libro “Non mi prenderanno mai” è nata nel luglio del 2021, appena 6 mesi dopo dalla pubblicazione del mio primo libro “Estate 2020”; Claudio, un mio grande amico di Pietra Ligure, una sera mi scrisse di progettare un “sequel” del primo libro e ho colto l’idea al balzo cambiando lo stile di scrittura: così passai dal diario al romanzo. Il mio scopo era fin da subito quello di lasciare un messaggio ai giovani, così decisi di trattare l’eterno tema dei “Vizi e degli eccessi dei ragazzi”, il quale si basa su una storia di ragazzi che organizzano serate illegali e sullo sfondo si evidenziano gli sviluppi dei vari vizi, come i più noti, alcool, fumo e azzardo, ma nel quale sottolineo anche gli atteggiamenti e la noncuranza del rischio che noi giovani ci trasciniamo. Tutto ciò con lo scopo di trovare un equilibrio tra uso e abuso, una linea sottile che in tanti non conosciamo e che ci induce all’errore. Per scriverlo ci ho impiegato esattamente 8 mesi, poiché ho iniziato a scriverlo ad agosto e ho terminato a marzo e nel giugno del 2022 venne pubblicato.
- Pensi che sia necessario o utile nel panorama letterario attuale e perché?
Il mio romanzo sicuramente non è del calibro degli autori noti, visto anche il fatto che l’ho scritto tra i 19 e i 20 anni, ma può lasciare importanti spunti sia per ragazzi sia per gli adulti, per i primi per riflettere su determinate situazioni, mentre per i più grandi per poter immedesimarsi al meglio nelle situazioni e nelle problematiche giovanili.
- Nel processo che ti ha portato a pubblicare ti sei avvalso dell’attività professionale di un editor oppure di un’agenzia letteraria? Hai frequentato una scuola di scrittura? Più in generale quali ambiti o ambienti del mondo letterario senti che ti appartengono e/o ti sono stati d’aiuto?
Mi sono affidato sin dalla prima opera ad una casa editrice, Edda Edizioni, piccola realtà romana conosciuta tramite un elenco su Google e penso proprio che loro siano stati le figure che più mi hanno accompagnato in questo percorso.
- Come hai trovato un editore?
Non sapendo come pubblicare un libro, nel settembre 2020, ero rassegnato a tenere il file come documento Word ed inoltrarlo alle persone interessate, ma mia madre mi spinse a cercare case editrici. Così inoltrai delle mail con 70 case editrici differenti e ben 50 accettarono la pubblicazione dell’opera, poi con un’accurata selezione decisi di firmare per Edda Edizioni ai quali mi sono affidato anche per la seconda opera.
- La copertina e il titolo. Chi, come, quando e perché?
Il titolo è strettamente legato ad una frase che diciamo noi giovani quando qualcuno ci avvisa che stiamo esagerando, il più classico: “Non mi farà niente”, “Non mi prenderà mai” e visto che trattavo più vizi l’ho reso al plurale con “Non mi prenderanno mai”. La copertina è una semplice foto mia vestito di nero seduto su alcuni scogli vicino al molo di Pietra Ligure, per i caratteri e le lievi sfumature mi sono affidato a Gianluca Bozzato, un mio amico grafico classe 2006, che ha utilizzato l’idea delle due maschere teatrali per rappresentare, come ho fatto io nel romanzo, sia il bello che il brutto di certi vizi.
- A quale pubblico pensi sia rivolta la pubblicazione?
Come detto prima la pubblicazione è rivolta in primis ai miei coetanei per mostrargli esperienze dirette di ragazzi della nostra età, ma anche agli adulti per potersi immedesimare nelle problematiche e il perché alcuni giovani si comportino in un determinato modo.
- In che modo e in quali luoghi stai promuovendo il tuo libro?
Lo sto promuovendo tramite video su Instagram, l’ultimo ha totalizzato la bellezza di 38 mila visualizzazioni; attraverso concorsi letterari, infatti mi sono classificato 20° su 2300 partecipanti al concorso internazionale Academy Pegasus Literary Award; e tramite delle presentazioni che ho avuto la possibilità di fare a Treviglio grazie all’assessore Valentina Tugnoli e a Pozzo d’Adda tramite l’assessore Giovanna Mariani.
- Qual è il passo della tua pubblicazione che ritieni più riuscito o a cui sei più legato e perché? (N.B. riportarlo virgolettato nel testo della risposta, anche se lungo, è necessario alla comprensione della stessa) Riporto un’estrapolazione dal capitolo 14.
I due entrano nel locale, è quasi tutto vuoto. Qualcuno sta giocando ancora alle macchinette, mentre delle ragazze stanno cercando di scroccare degli shottini o dei drink. È tutto così mosso e confusionario, Matteo apre la porta del bagno e apre le tasche dei pantaloni della tuta chiusi con la zip. Dopo aver tirato fuori chiavi di casa, telefono, un pacchetto di Winston blu e varie cartacce, mostra all’amico una bustina bianca.
Rik è sconvolto e scuote la testa in segno di disapprovazione.
“Rik, l’altro giorno ho provato il crack, te lo dico schiettamente”:
“E come ti è sembrato?” chiede il bergamasco sottovoce.
“E’ una botta assurda, pensavo fosse peggio però. Ti fa battere stra veloce il cuore come quando scendi in campo per giocare una partita importante e ti dà tantissima carica”.
“Ti brucia quella merda, buttala via!” urla stavolta Rik.
“Questa è l’ultima botta giuro…”
“A inizio mese era l’ultima siga, due settimane fa era l’ultima bomba e mi vuoi far credere che questa è l’ultima botta? Fai come vuoi, ti dico solo di pensare alla tua salute e ai tuoi genitori. Vuoi l’adrenalina? Vai a fare sport, fai un tuffo dal molo, ma non toccare più quella roba” si sgola Rik.
Bussa la porta, Alberto sta chiedendo a Rik di smetterla e di andare a casa visto che è abbastanza tardi.
Il bergamasco si sciacqua il viso, da una pacca all’amico ormai tossicodipendente e guardandolo di traverso se ne va senza neanche salutarlo.
“Andiamo Albi, ormai è tardi per tutto” esclama Rik sbattendo la porta.
Mentre salgono sull’auto preferiscono incappucciarsi come loro solito.
“Fra troviamo un posto per parlare, devo dire troppe robe”.
L’amico ormai autista del gruppo acconsente. Le strade sono completamente vuote, perciò guida non curante del rischio. Sale i tornanti sgommando e sbandano un paio di volte, poi accosta in un parcheggino che offre una vista fantastica. Mettono il brano Montpellier di Rhove e mentre parlano di tutto ciò che è successo canticchiano dei pezzi di canzone.
“Sei convinto al 100% di fare l’ultima serata?” chiede Alberto.
“Si, per me non succede nulla”
“E’ un bel rischio, però se te la senti facciamola. A che punto siamo come invitati?”
Rik accende il telefono e vede che nel gruppo ci sono all’attivo circa duecento trenta persone, così ne crea un altro visto che stanno raggiungendo il limite.
Mentre il ligure gira due drum, Rik vede un messaggio di Calluz in cui scrive:
“Fra, dopodomani arriveremo a Pietra. Abbiamo litigato con i proprietari del locale perché ho chiesto un aumento. Ho visto che farai un’ultima serata tra pochi giorni, ti dico che siamo disponibili a dare una mano. Domani sera andiamo a Sanremo a giocare al casinò, voglio godermi quei soldi che abbiamo fatto e chi lo sa, magari raddoppiarli o triplicarli. Ci vediamo a breve fratello”.
Rik risponde subito dicendogli di non esagerare al casinò, ma a quanto pare l’amico ha staccato Internet ed è già andato a dormire visto che il giorno dopo avrebbe attraversato tutto il Nord Italia.
- Che aspettative hai in riferimento a quest’opera?
Spero che nonostante sia già trascorso un anno dalla pubblicazione di riuscire ad organizzare più presentazioni possibili e svolgere ulteriori interviste. Ovviamente i contenuti digitali non sono terminati, ma vorrei proseguire sul modello concreto e avere un impatto diretto con il pubblico.
BIO E FOTO AUTORE

Mi chiamo Andrea Ghidotti, sono nato il 19/01/2002 e vivo a Cologno al Serio in provincia di Bergamo. Frequento il secondo anno della facoltà Scienze della Comunicazione presso l’Università di Bergamo e il mio obiettivo è quello di diventare un giornalista sportivo, difatti sto lavorando con due redazioni: Il Pallone Gonfiato e SprinteSport. Con alcuni compagni di università ho creato una redazione in cui affrontiamo temi di svariati ambiti, dallo sport alla musica, fino a politica e attualità.
Inoltre ho pubblicato due libri: Il primo nel dicembre 2020 intitolato “estate 2020”; mentre il secondo “Non mi prenderanno”.