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L’aggettivo random usato nel linguaggio scientifico e tecnologico con il significato di casuale, privo di regolarità, senza un ordine preciso, ha fornito lo spunto per una nuova rubrica, questa volta musicale, che curerò due volte al mese di lunedì. Esistono  pezzi musicali a cui siamo particolarmente legati: alcuni sono diventati simbolo di una generazione, altri hanno generato e ispirato rivoluzioni e movimenti culturali riscrivendo regole, altri ancora sono divenuti strumenti di protesta riuscendo a smuovere coscienze. Li descriverò raccontando l’intreccio di musica e vita che li ha prodotti.

Continuiamo questo percorso con…

The Logical Song è un brano musicale composto da Roger Hodgson ed estratto come singolo dall’album Breakfast in America del 1979, l’album di maggior successo nella carriera del gruppo musicale britannico Supertramp, con oltre 4 milioni di copie vendute nei soli Stati Uniti. In Italia l’album si fermò in terza posizione ma stabilì il record di maggior permanenza in Hit Parade con 76 settimane. In totale l’album ha venduto più di 18 milioni di copie nel mondo.

 

Breakfast in America è il loro sesto album in studio, pubblicato il 29 marzo 1979 dalla A&M Records. Con questo disco la band abbandona il rock progressivo degli esordi e lo contamina di pop rock, disco, rock and roll ed altre raffinatezze che ricordano lo stile dei Beatles. L’album è costituito da dieci tracce tra cui ben quattro sono diventate singoli di successo: oltre a The Logical SongGoodbye StrangerTake the Long Way Home e Breakfast in America. Come era già avvenuto per l’album precedente,  Roger Hodgson e Rick Davies composero la maggior parte delle loro canzoni separatamente. Il tema generale si sarebbe incentrato sui conflitti di ideali tra Davies e Hodgson, e si sarebbe dovuto chiamare Hello Stranger. Si optò poi per un album di canzoni “divertenti” che avesse un titolo altrettanto divertente. Il titolo e la copertina spinse molti ad interpretare l’album come una satira nei confronti degli Stati Uniti d’America, nonostante i membri dei Supertramp più volte avessero affermato che i riferimenti alla cultura statunitense fossero puramente casuali.  Breakfast in America presenta un massiccio utilizzo del pianoforte elettrico Wurlitze, strumento presente in sei tracce su dieci. La copertina dell’album presenta un panorama di New York visto attraverso il finestrino di un aereo. L’immagine è stata ideata da Mike Doud e ritrae l’attrice Kate Murtagh, nei panni di una cameriera nella caratteristica posa della Statua della Libertà e che regge con una mano un piattino con un bicchiere di succo d’arancia e con l’altra un menù pieghevole del ristorante su cui è scritto Breakfast in America. Sullo sfondo si vede una città composta da una scatola di cornflakes, stoviglie, posate, verniciate di bianco, sulla sinistra appaiono le torri gemelle del World Trade Center. La foto di copertina posteriore raffigura i membri della band mentre fanno colazione e leggono i rispettivi giornali della propria città ed è stata scattata in un ristorante chiamato Bert’s Mad House. Qualcuno ha colto alcune analogie inquietanti tra la copertina dell’album e l’attentato alle Twin Towers; nella copertina le torri sono coperte nella parte inferiore dal bicchiere di succo d’arancia che ricorda una palla di fuoco, l’immagine è osservata dal finestrino di un aereo, l’attacco terroristico ebbe luogo alle 9 del mattino, ora di colazione in America nonché titolo dell’album. Il portale italiano Ondarock ha riportato: «Breakfast in America è un disco pop che più pop non si può. È la quintessenza del pop. È un disco che per un intero anno ha stradominato, oltre alle classifiche e le radio, l’immaginario musicale di un mondo lontano dall’anarchia punk o dalle ricerche new wave, come dalle luci della febbre del sabato sera e dal metallo nascente, ma formato da tanti singoli simple men, uomini e donne semplici, forse musicalmente ingenui, certamente comuni […] Semplice e diretto all’apparenza, ma con una complessità superiore a quella immediatamente percepibile.» E io sono d’accordo.

Deborah Mega