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dobbiamo dircelo, mia poesia,
che ancora non c’è orecchio per noi due,
che siamo ancora soli tu ed io,
tu, bolla di mare che si disperde in aria,
collana trasparente di parole in niente
ed io a tessere ricami che il silenzio disfa
(e si sta a scavare tracce in galleria,
a raccontare a un muro il vento in prigionia,
a ripiegare carta sperando venga un fiore
o forse un paio d’ali per l’uscita)
saremo gesso che si sfalda per usura,
una lettera caduta fra scrivania e muro
e intanto viviamoli i momenti
di quando in una piazza
un volo di piccioni
all’improvviso.
FRANCESCO PALMIERI
(dalla raccolta di pubblicazione prossima “Passaggi, rabbie e altro” – Terra d’ulivi edizioni)