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Raffaello Sanzio, “La Scuola di Atene”, Musei Vaticani

 

Dunque pare che l’alba viene prima dell’aurora
e che la prima luce che appare
si chiama crepuscolo anche al mattino
non solo al tramonto.

Lo abbiamo discusso stamani mentre viaggiavamo
ognuno allievo della sua scuola di pensiero
come quei cavillosi sofisti che si spendono
fin dalla notte dei tempi
a questionare sulla lana caprina.

Ognuno ad aspettarsi dal cielo una risposta adeguata
per spiegare il significato dei movimenti e dei gesti
che ci vengono rivolti da oriente
per farci scordare la notte.

Ci apparteneva quel cielo cupo e gonfio
che fuggiva e proiettava non la prima luce,
ma l’effetto fantasma sulle nuvole basse dell’illuminazione urbana
della città che spariva nell’altrove crepuscolare.

Quanti volti ha la luce
prima di decidersi
a prendere una forma certa
prima di assegnare al sole
il compito di definirci.

Quante prove di colore
quel pittore sporca sulla sua tela
prima di far sorgere la sua idea di mondo
compresa l’immagine di noi
che sfiliamo in macchina sullo sfondo.

La nostra meta rimane sconosciuta
fino a quando non saranno netti
i fragili contorni delle cose.

Francesco Tontoli