
13
AL VIVERE
prima ti sei preso l’infanzia
…quando rondini festose sfrecciavano d’azzurro
intorno ai campanili puntati verso il cielo
dove si credeva dimorasse Dio
ed angeli a schiere, uno per ognuno,
a vigilare il passo a noi che avevamo ancora
un piede sulle nuvole e pensieri con le stelle…
poi anno dopo anno il sodo dei garretti
che correvano puledri
col vento alle criniere
nei giorni all’infinito
e nulla era mortale…
poi vennero gli istanti
del tempo che ti insegna
che qui non c’è durata ma spazi di stagione
che prima è seme e fiore
e poi frutto che aggrinzisce,
la polpa che marcisce
(e fu l’amore dolce di una ragazza azzurra
che diventando donna si fece cielo d’inverno)
e poi vennero anche i morti
che uno dopo l’altro
ti hanno lasciato solo
e infine lo hai capito
che qui sei solamente un numero
in fila per la strage…
adesso ti rimane il fiato
e ancora giorni da camminare,
mattinate al sole e il mare che respira,
il pane e il companatico
e un frutto per finire,
due occhi di ragazza con la gonna a fiori
a ricordarti che l’amore
è stato un gioco rosa,
un tempo dei miracoli
quando ad ogni morte
seguiva resurrezione
e infine il pensiero atroce
di un Cristo che spirato
mai più è sceso dalla croce…
se tu qualcosa hai dato,
l’hai poi strappato a brani,
rimane qualche residuo
ma senza le melodie altissime
di quando si credeva
di avere nelle tasche
l’amuleto portafortuna,
il rotolo lasciapassare
firmato da quel Dio
che per sentito dire
aveva fatto buone
la terra e tutte le cose.
febbraio 2023
Francesco Palmieri
(dalla raccolta inedita “Hai spezzato il ramo”