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Mia madre che mi rincorre

dagli anni cinquanta

 

mi corre incontro

senza voler morire

 

scambiando la sua vita

ad ogni passo con la mia

 

dicendomi che oltre i suoi cent’anni

e oltre i suoi mille passi

non c’è risposta né ritorno

 

e oltre il tempo felice

della mia permanenza nel suo seno

 

ha avuto tempo di nutrire

i miei settant’anni

 

con la lunghezza della sua corda

e con il mio telefono staccato

 

apposta per non sentirle ripetere

questa storia della morte e delle morti

 

questa falsità di vita invissuta

con i nodi ancora ben legati

 

e i freni ben tirati e il tutto sprecato

e irreparabilmente usato.

 

Mia madre che aspetta che ritorni la linea

che la vecchia cornetta si decida a squillare

 

che Quel Tale si ricordi di lei

e la mia e la sua interferenza sia ripulita

 

e che ognuno come è scritto

partorisca e finalmente

 

oltre alla vita

anche la propria morte.

 

  • Francesco Tontoli