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Bambino che guardi il moto del cielo
così che il moto della terra vi si specchi
che osservi le faglie profonde nelle nuvole
gli abissi, i canyon e tutti i minuti frattali.

Tu che pensi
che con le sole parole
e con le palpebre
puoi spostare i cirri e cumulonembi
puoi far ruotare a piacere gli arcobaleni
creando e ricreando
il tuo bestiario celeste.

Tu che hai appena scoperto
una città in un golfo
e un fiume, una catena di monti
e un sole nascosto.

Bambino che addensi
e disperdi il temporale
che raduni in un angolo del cielo
gli angeli trombettieri
e che mandi in guerra a morire
i tuoi poveri diavoli.

Fa’ che questo gioco silenzioso e crudele
che rende luminosi per poco i tuoi occhi
abbia la durata di un tuo battito di ciglia

e che sulla dura terra
e sul vasto mare
possano continuare a transitare
le ombre veloci degli dei e degli eroi
che abitano ciò che sogni.

Francesco Tontoli