Resta
Rimasi
Alla fine
Di quel luogo
Silente
Sospeso
Tra stormi
Di sogni
Migranti
Su ali
d’Altrove.
Lieve scappai
Scappai
Tra il sibilo
Asciutto
Di una notte
In fiamme
E il velo
Disfatto
Di una bruma
Inconsueta.
Fosti
L’ancella
Di quel nudo
Rimpianto,
Di quel fuoco
Immondo,
Di quel pianto
Nel buio
Disperso,
Che presto
Scoprii
Di luna
Suo canto,
Di notte
Suo verso.
Fosti
Chiarore
Di ebbrezza
Leggiadra,
Angolo vuoto
Nel manto
Di un nulla
Redento,
Scosso
Dal vento,
Su un fianco
Posato.
Scappai
Verso
Un nudo
Bagliore,
Vessillo
Di stelle,
Denso
Richiamo
Di un cuore,
Di un battito
Spento,
Di un bacio
Rubato
Di cui scorgo
Ancora
L’ardore.
Guardo un solo lieve riflesso
Stringe
Attorno
A un cuore
Novello
Il rado
Sussulto
Di queste
Lacrime
Amare.
Ruba
Al soffio
Di vento,
Che un nudo
Passato
Tradisce,
Una terra
Al confine,
Un livido
Bacio,
Una goccia
Arsa
Nel buio,
Che non riesco
A guardare.
Sorge
Un placido
Tempo
Da sogni
Pestati
Nel vuoto.
Ferma
La notte,
Il lento
Risveglio
Non si ode
Ancora.
Non è nota
La fine,
Né il senso
O lo scopo.
Guardo
Solo
Un lieve
Riflesso,
Un breve
Solo
Respiro,
Che brilla
Tutt’ora
Tra i resti
Dismessi
Di una tenue
Aurora.
Ormai fuggito lieve nel vento
Ruba
Al fondo
Notturno
Di una vaga
Rugiada
Il pallido
Ardore
Uno scoppio
Di brace.
Risorto
E redento,
Brucia
Brucia
-Mai spento-
In un tiepido
Nulla,
Che trascorso
Un vano,
Disfatto
Momento
Rifugge
Reietto
Una parola
Mai detta.
Trascina
Il suo sguardo
In terre lontane
Un candido
Cuore.
Un urlo
Scostato
Da un buco
Dolore,
Rimbalza
Stretto
Stretto
Nel fondo
Dismesso
Di un unico
Petto.
Sfumato
In un mondo
Che il senso
Essiccato
Di occhi
Incolore
-Cieco-
Ha disfatto,
Tende al fondo
Di fulgida bruma
L’attimo assorto
Che da fragili mani
Lieve nel tempo
Ormai è sfuggito.
Testi di Andrea Ravazzini
