Nell’ambito della rubrica “Canto presente” oggi presentiamo la poesia di:
Viola Amarelli
la morbida, l’ansa di
vaso e di fiume serpeggia nel sacro
del vedo – non vedo, nel
dopo correggi nel fianco
col giro, le curve
tratteggio di punti riprendi ricuci
nozioni d’infanzia, a chiudere il tondo nel circolo
a valle, nel dopo lo spezzi, ci provi, il gas dell’elettrico
le vie degli ormoni, i bronchi cipressi
recessi interrotti, la linea di fuga
sparisce ogni volta.
***
schiumaglia, brodaglia
raggruma, s’aggrossa
impazza, arruffiana
s’allazza, la razza
non schiatta, schiattiglia
ed arriglia, rimbroda e rischiuma
costante zantraglia
rigonfia e disfatta,
t’alletta, t’accatta
vorrebbe, le nuove, le vecchie
le prede vendute, per finta per gioco
l’atroce che chiamano vita,
quest’afona voce.
***
(il discorso del re)
Analogite, se potesse lo direbbe
Con la pece tra i denti, le piume sui capelli
Da morti quale pace, corruzione
Di carni alle braci
Le orecchie vuote
La spirale logaritmica conchiglia
Tendini per legacci, budella
Per sacchi
Tutti tubi, tutti vuoti
Calcina per carceri
Ammucchiate, se potesse lo direbbe, le
Conserve di midollo e frattaglie
Il cibo per carestie, per
L’ingoio nel buco
Molto semplice, a pensarci, se potesse
Impasterebbe le ceneri cremate
Creta per nuovi figuranti
Manigoldi e depressi
Il popolo che ressi.