Tra gli alberi, nei “chiari del bosco” c’è un dialogo fluente ora silenzioso, ora mormorante: abbraccia e celebra l’invisibile celato nella liturgia della creatura, degli elementi, delle cose, del tempo, del «… perpetuo alternarsi / di pienezza e dissolvenza…»
Adriana Gloria Marigo
Non si può che ammirare
la gentilezza dell’acero,
dell’albero che medita sospeso
al cielo adorando i fili d’erba,
e quando l’ora è più spietata
abbellisce della propria morte
il mondo, sapendo che il silenzio
è una virtù finale, che però
sopravvive nel mezzo del clamore.
da Osservazioni e sguardi
Per quanto lo spettacolo del vento
che solleva da terra le foglie
sia necessario a chi contempla in estasi
dalla finestra chiusa,
per quanto lo scempio dei rami
sia senza dolore né rimpianto,
non è facile accettare che esista
una forza che non lascia scampo,
o un’illusione che non sa morire.
da L’amuleto smarrito
La luce incanta e inganna in questo autunno
acceso, troppo acceso, che abbaglia
il sonno delicato degli arbusti.
Lasciamo siano i boschi a celebrare
gli entusiasmi, il fervore, i desideri.
Non ci sono insidie. Il mondo è in pausa
da Annunci o auguri
*
Biobibliografia
Nato a Reggio Calabria nel 1958, Alessandro Quattrone vive e insegna a Como. Ha pubblicato i seguenti volumi di poesia: Interrogare la pioggia, Lacaita, 1984 (finalista al premio Viareggio – Opera prima); Passeggiate e inseguimenti, Book, 1993 – Premio Internazionale E. Montale; Rifugi provvisori, Book, 1996 – Premio speciale Rhegium Julii; Prove di lontananza, Book, 2013 – Premio Caput Gauri; L’ombra di chi passa, Puntoacapo, 2015. Ha tradotto diversi volumi di classici della poesia per le edizioni Demetra. Tra le altre sue pubblicazioni, ricordiamo il romanzo Ai bordi del diluvio, Moretti e Vitali, 2002 e, per il teatro, A me non sembra di dover morire e altri dialoghi teatrali, Puntoacapo, 2018.
Fotografie da Pinterest
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