
S’immagini un giorno di brezza primaverile che cammina pigro nelle ore. I piedi nudi scivolano sul manto mattutino di camomilla selvatica e rosolacci. S’immagini l’orchestra policromatica degli uccelli dei boschi maceratesi dipanare la sua armonica quiete sonora. S’immagini la fanciulla sdraiata sul fianco nell’erba; la fanciulla dai riccioli sediziosi sotto il cappello col nastro annodato; la fanciulla che parla come dipinge, che scrive come colora.
La poesia della Luzi è una lentissima giornata primaverile. Un’interminabile confessione d’amore agli elementi più irriducibili che ammobiliano la vita umana; un’invocazione ai numeri primi della natura: la fresca terra, la luce divina, la luna nuda, con la sua corte di ammiratori celesti, il garrulo popolo dei fiori e quello soprelevato degli uccelli; e più su, su tutto e dentro ogni riparo, Dio sereno e mattiniero, nella poesia della Luzi.
La raccolta s’intitola: “Come un fiore in un crepaccio”, Giuliano Ladolfi Editore, 2023, con prefazione di Maurizio Minnucci; ed è così che viene a prendermi; ed è così che viene agli occhi, per farmi deliziare le evasioni, per portarmi tutto pieno di vergogna e raffazzonato accanto alla fanciulla dal cappello col nastro annodato.
Emilio Capaccio
La tenerezza delle mani
Sembrano così lontani
adesso
i giorni dei fiordalisi
gli occhi
fermi come laghi
sussurravano parole
l’amore sembrava un gioco
inconsapevoli
e leggeri
si assaggiava l’infinito.
*
Il silenzio dei primi uomini
Il mattino ha profumo di fiori
sconosciuti alla notte.
Una formica cammina portando il suo peso
i gatti si scambiano il cibo
le lavande occhieggiano dai loro viola.
Qualcuno ha tagliato i rami per il fuoco di domani.
Gli uccelli cantano dai loro alberi
intorno
c’è il silenzio dei primi uomini.
Un bocciolo rosso fa capolino fra l’erba
– come gli batte forte il cuore.
*
Nel silenzio ottobrino
cammino nell’erba bagnata e fredda
il gatto la lecca
la prima luce è già piena di Dio
è la forza inascoltata che abbiamo dentro da sempre
la morte è un principio di sonno o viceversa
dormiamo quando non abbiamo null’altro da fare
– prendimi adesso, ma concedimi ancora un sogno
mi scaldo le mani col fiato
passo il calore alle guance, sorrido
più divertita o commossa, non so
quei gesti imparati da bambini
selvaggi o veri uomini
sono sempre stati lì, proprio come la luce
a salvarci.
*
Siamo io e te
a guardarci
in questa notte che allinea i brividi
quante memorie e sospiri – Luna – custoditi
nelle sembianze di un candido viso.
Le nuvole ti sono damigelle, Marte
timido amante, lontano.
Come donna mi specchio nelle tue fasi
e rotondità
– arcana complicità che ammicca
nel silenzio inviolato.
*
Non aspettarsi niente è un fiore
aspettarsi qualcosa da qualcuno è umano
una speranza che sa di latte
ingenuo desiderio
una conferma
un limite
quando abbiamo smesso di credere nell’impossibile?
Guardare il cielo e affidarci all’Universo
al viso sorridente di un bambino
di un fiore.

Luciana Luzi, maceratese, classe 1967, è artista poliedrica e appassionata; fin dall’infanzia ama l’arte in tutte le sue manifestazioni. Nell’età adulta sperimenta in modo più impegnativo non solo le arti pittoriche e il fumetto, frequentando corsi professionali (in particolare la Summer School di Illustrazione Editoriale Ars in Fabula di Macerata), ma anche la scrittura, in particolare di poesie, per le quali riceve segnalazioni di merito per la “Poesia in Lingua” in diversi concorsi letterari “Città di Grottammare”, indetti dall’Associazione “Pelasgo 968”. Alcune sue composizioni sono recensite in blog e riviste letterarie online e cartacee. Attualmente si sta dedicando al ruolo di assistente d’infanzia.