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LIMINA MUNDI

~ Per l'alto mare aperto

LIMINA MUNDI

Archivi tag: Emilio Paolo Taormina

Emilio Paolo Taormina, “Un posto all’ombra / Ein platz im schatten”, Giuliano Ladolfi Editore, 2025.

10 lunedì Nov 2025

Posted by Deborah Mega in POESIA

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Emilio Paolo Taormina, Un posto all'ombra / Ein platz im schatten

 

un uccello di carta
si è posato
sul davanzale
forse è lo stesso
che le mie mani
hanno lanciato
molti anni fa

Ein Vogel aus Papier
hat sich auf die Fensterbank gesetzt
vielleicht ist es derselbe
den meine Hände
vor vielen Jahren
geworfen haben

*

la luna tra le nuvole mostra
una bocca sdentata
i galli delle banderuole
trattengono il canto nella gola
una stella s’accende sulla collina
una caverna illuminata
a betlemme è nato gesù

Der Mond zeigt zwischen den Wolken
einen zahnlosen Mund
die Hähne der Wetterfahnen
halten den Gesang in der Kehle zurück
ein Stern leuchtet auf dem Hügel
eine Höhle wird hell
in Bethlehem ist Jesus geboren

*

un libro
che hai amato
lo riconosci
anche al buio
tocchi il dorso
sfogli le pagine
le carezzi
come il volto
della tua donna
trovi il taglio
dei suoi occhi

ein Buch
das du geliebt hast
erkennst du
auch im Dunkeln
berührst den Rücken
blätterst die Seiten um
streichelst sie
wie das Gesicht
deiner Frau
findest den Schnitt
ihrer Augen

*

la sera avanza
tra i limoni
appoggiandosi
a un raggio di sole
ha un garofano
rosso all’occhiello
gli occhi di un geco
puntano il tramonto
come il due
di un dado gettato
sul tappeto verde
ragazza che cammini
verso la lavagna del mare
disegna con gesso verde
la linea dell’orizzonte
quando sarà buio
non avere paura
verrò io a prenderti
per mano
anch’io sono solo

Der Abend schreitet fort
zwischen den Zitronenbäumen
er stützt sich
auf einen Sonnenstrahl
er hat eine rote Nelke
im Knopfloch
Augen eines Mauergeckos
zielen auf den Sonnenuntergang
wie die Zwei eines Würfels
auf den grünen Teppich geworfen
Mädchen das zur
Tafel des Meeres schreitet
male mit grüner Kreide
die Linie des Horizonts
wenn es dunkel wird
hab keine Angst
ich werde kommem und dich
an die Hand nehmen
auch ich bin allein

*

sono lo specchio che non ha
memoria
il muro che sente tutto e non dice
niente
il santino silenzioso tra le pagine
di un libro di preghiere
il vecchio che s’innamora
il frinire di una cicala che si svuota
il pianoforte scordato che nessuno
suona
la chiave di una porta murata
quello che ti ha regalato per dirti t’amo
un sanguinello rosso come il cuore
quello che ha paura a sfiorarti
perché potresti essere l’immagine
riflessa di un sogno nello specchio
dell’anima

ich bin der Spiegel der
kein Gedächtnis hat
die Mauer die alles hört und
nichts sagt
das stille Heiligenbildchen in den Seiten
eines Gebetbuches
der Alte der sich verliebt
das Zirpen einer Grille die sich leert
das verstimmte Klavier das keiner
spielt
der Schlüssel einer zugemauerten Tür
der dir
eine Blutorange geschenkt hat
rot wie das Herz
um dir zu sagen
ich liebe dich
du der Angst hat dich zu berühren
denn du könntest das Bild sein
das in einem Traum
im Spiegel der Seele erscheint

*

i siciliani
sono come il fumo
di un toscano
li distingui
tra mille aromi
sono abbarbicati
sulle rocce dell’isola
come capperi
odorano di salmastro
e limone

Die Sizilianer
sind wie der Rauch
einer toskanischen Zigarre
du unterscheidest sie
unter tausend Aromen
sie sind
an den Felsen der Insel geklammert
wie Kapern
sie riechen nach Salz
und Zitronen

*

fu un giorno segnato in rosso
un crepuscolo
la nostra ombra diventava
uno spaventapasseri
ci baciammo
non ricordo dove
c’era il rumore del mare
era di agosto
eri così bella che sembravi
una metafora del sole
oggi ti vedo tra la folla
hai i capelli bianchi

Es war an einem rot angestrichenen Tag
Dämmerung
unser Schatten wurde
eine Vogelscheuche
wir küssten uns
ich erinnere mich nicht wo
Meeresrauschen
es war August
du warst so schön dass du
eine Metapher der Sonne schienst
heute sehe ich dich in der Menge
du hast weiβes Haar

 

Testi di Emilio Paolo Taormina, tratti da “Un posto all’ombra / Ein platz im schatten”, Giuliano Ladolfi Editore, 2025.Traduzione in tedesco di Angela Hallerbach. Nota in quarta di copertina di Salvatore Sblando.

 

NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Emilio Paolo Taormina è nato a Palermo nel 1938. Sue opere sono state tradotte in albanese, armeno, croato, francese, inglese, portoghese, russo, greco, tedesco, spagnolo, ebraico, polacco. Ha pubblicato molti libri di poesia e sei romanzi, tra cui Archipiélago, ed. Plaza & Janés, con testo a fronte spagnolo di Carlos Vitale. Barcellona 2002, La stanza sul canale, Palermo 2005, Lo sposalizio del tempo, edizioni del foglio clandestino, Sesto San Giovanni, 2011, Le regole della rosa, edizioni del foglio clandestino, Sesto San Giovanni, 2014, La cengia del corvo, edizioni del foglio clandestino, 2016 e con testo a fronte spagnolo di Carlos Vitale, ed. peccata minuta, Barcellona 2016 e con testo a fronte in armeno di Hiacob Symonian, Erevan, 2016, Cronache da una stanza, ed. l’arciere del dissenso, 2017, Palermo, Gelsi neri, ed. la linea dell’equatore, 2018, Parnassius apollo, ed. l’arciere del dissenso, 2018, Il giardino dell’elleboro, ed. la linea dell’equatore di Fabrizio Orlandi, 2019, nel 2020 Il sorriso del tulipano, nel 2021 Ore piccole e nel 2023 Poesie scritte all’aria aperta (tutte e tre con Giuliano Ladolfi). Dopo Il fonografo a colori del 1970 ed. Siculiana, Palermo, ha pubblicato molti quaderni e libri con il logo l’arciere del dissenso e la Forum quinta generazione di Giampaolo Piccari. Da cinquanta anni non partecipa a premi letterari. In prosa ha pubblicato: Elvira des Palmes, Palermo 1991 (ristampa Giuliano Ladolfi, 2022), La pioggia di agosto, Marina di Patti, 1993, Il giusto peso dell’anima, Palermo, 1999, Inchiostro, Sesto San Giovanni. 2011, Passeggiata notturna, ed. l’arciere del dissenso.
emiliopaolo@taormina-bendrien.it

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Emilio Paolo Taormina, “Il tempo lungo”, Ladolfi Editore, 2024. Nota di lettura di Deborah Mega

17 lunedì Mar 2025

Posted by Deborah Mega in CRITICA LETTERARIA, Note critiche e note di lettura, POESIA

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Emilio Paolo Taormina, Il tempo lungo

 

 

Da molto tempo è nota la vocazione poetica di Emilio Paolo Taormina, apprezzatissimo poeta e scrittore siciliano dei nostri anni. L’ultima sua raccolta, “Il tempo lungo” è stata edita a ottobre 2024 da Ladolfi Editore ed è permeata da due sentimenti prevalenti: l’amore che domina i rapporti interpersonali e con la natura che circonda il poeta e il sentimento del tempo che passa. La raccolta è costituita da un nutrito numero di componimenti e frammenti che per la loro organicità, compattezza, omogeneità di toni e temi, si presentano come un unitario poema d’amore. Poesia crepuscolare, ricca di metafore e personificazioni, poesia della memoria, dove si alternano dialoghi immaginari con l’amata, monologhi interiori, flussi di coscienza. La lezione è quella dei poeti decadenti, di Machado, Salinas e altri grandi del Novecento. Come scriveva Machado “L’amata non viene all’incontro; è l’assenza. Non fa compagnia; è quello che non si ha e si aspetta invano”. E nel caso di Taormina, si ricorda; la mancanza dell’amore diviene presenza tangibile e costante. Le pause di silenzio tra un componimento e un altro rivestono la loro importanza dal momento che i testi appaiono indipendenti tuttavia concatenati. Accanto a mutamenti di stagioni, scorci del paesaggio siciliano con limoni, zagare, ulivi, arance, mandorle, gelsomini, gerani, melagrane, menta, oleandri, ginestre, si delinea il segno di un intimismo lirico, frutto di un sentimento di nostalgia che riconduce ai ricordi dell’infanzia e della giovinezza. La città con i suoi vicoli, le sue strade, le statue, le fontane, le piazze diventano oggetti familiari, liberati dalla loro staticità per diventare simboli e allegorie della “solitudine” interiore del poeta: gli scenari esterni, infatti, alimentano il dialogo di Taormina con la realtà e gli consentono di approfondire la conoscenza di sé. La tendenza alla riflessione e la semplicità lessicale permettono un graduale processo di interiorizzazione operando allo stesso tempo una fusione del sentimento del tempo con il paesaggio. L’amore sfugge e ritorna, come la natura, come le onde del mare. Il poeta, segnato nel fisico dal tempo che passa, resta giovane nei ricordi, è un bambino che gioca ancora col mondo, infila ancora il filo “nella cruna del verso”.

Deborah Mega

 

 

sono un bambino

affacciato agli occhi

di un vecchio

per giocare col mondo

 

a gennaio

basta un giorno di sole

e il limone fiorisce

era quel raro profumo di zagare

che volevo regalarti in un verso

 

talvolta nella solitudine

davanti a me

viene a sedere

una donna di sabbia

che le onde del tempo

non hanno sgretolato

 

la pioggia è una bambina

che corre a piedi nudi

cigola la porta del vento

la stanza ha pareti di nuvole

le lancette del pendolo

mi cuciono con ago e cotone

tutto è fermo

una sabbia impalpabile

come il tempo copre ogni cosa

 

ci conoscemmo di sfuggita

nel cortile del ginnasio

t’incontrai che gettonavi

“only you”

mi fermai con te

con “passion flowers”

e “diana”

eri abbronzata

passeggiammo per

corso vittorio con un cono

di cioccolata e nocciola

il frastuono del traffico

aveva un ritmo di cha cha cha

le colombe nel tramonto

erano d’oro

per molti giorni

come un malato

di notte alla finestra

cercai i tuoi occhi

in un cielo blu reale

non t’incontrai

né al jukebox né sulla spiaggia

a luglio la luna

è una lampada immensa

le falene e gli amori

girandovi intorno

si bruciano le ali

 

sei la parola che non riesco

a scrivere

il seme portato dal vento

germogliato dentro di me

le tue radici

prendono linfa nelle mie vene

ti porto con me

 

andrò a samarcanda

a comprare

un tappeto volante

voglio tornare bambino

sdraiato sotto l’azzurro

sentire sulla mia pelle

l’erba crescere come piume

volare sui tetti

ritrovarmi nella sala

di un cinema

accanto alla nonna

guardare sullo schermo

come dentro uno specchio

il ladro di bagdad

 

ci sei

sento la tua musica

i tuoi occhi verdi

mi scrutano dalla superficie

del torrente

basta solo un raggio di sole

e tu mi appari

in forma di verso

 

tutta la notte il ragno

dell’insonnia

a tessere la tela

della tua assenza

 

sei passata

come un giorno di festa

al crepuscolo

è rimasta la tristezza

di un treno che parte

 

non sei vecchio

se riesci ad infilare

il filo

nella cruna del verso

 

Emilio Paolo Taormina, “Il tempo lungo”, Ladolfi Editore, 2024.

 

NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Emilio Paolo Taormina è nato a Palermo nel 1938. Sue opere sono state tradotte in albanese, armeno, croato, francese, inglese, portoghese, russo, greco, tedesco, spagnolo, ebraico, polacco. Ha pubblicato molti libri di poesia e sei romanzi, tra cui Archipiélago, ed. Plaza & Janés, con testo a fronte spagnolo di Carlos Vitale. Barcellona 2002, La stanza sul canale, Palermo 2005, Lo sposalizio del tempo, edizioni del foglio clandestino, Sesto San Giovanni, 2011, Le regole della rosa, edizioni del foglio clandestino, Sesto San Giovanni, 2014, La cengia del corvo, edizioni del foglio clandestino, 2016 e con testo a fronte spagnolo di Carlos Vitale, ed. peccata minuta, Barcellona 2016 e con testo a fronte in armeno di Hiacob Symonian, Erevan, 2016, Cronache da una stanza, ed. l’arciere del dissenso, 2017, Palermo, Gelsi neri, ed. la linea dell’equatore, 2018, Parnassius apollo, ed. l’arciere del dissenso, 2018, Il giardino dell’elleboro, ed. la linea dell’equatore di Fabrizio Orlandi, 2019, nel 2020 Il sorriso del tulipano, nel 2021 Ore piccole e nel 2023 Poesie scritte all’aria aperta (tutte e tre con Giuliano Ladolfi). Dopo Il fonografo a colori del 1970 ed. Siculiana, Palermo, ha pubblicato molti quaderni e libri con il logo l’arciere del dissenso e la Forum quinta generazione di Giampaolo Piccari. Da cinquanta anni non partecipa a premi letterari. In prosa ha pubblicato: Elvira des Palmes, Palermo 1991 (ristampa Giuliano Ladolfi, 2022), La pioggia di agosto, Marina di Patti, 1993, Il giusto peso dell’anima, Palermo, 1999, Inchiostro, Sesto San Giovanni. 2011, Passeggiata notturna, ed. l’arciere del dissenso.
emiliopaolo@taormina-bendrien.it

 

 

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Canto presente 62: Emilio Paolo Taormina

26 lunedì Feb 2024

Posted by Deborah Mega in Canto presente, LETTERATURA

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Canto presente, Emilio Paolo Taormina, poesia contemporanea

Nell’ambito della rubrica “Canto presente” oggi presentiamo la poesia di

EMILIO PAOLO TAORMINA

 

dal muro che recinge

l’aranceto

pende un frutto

grande come un sole

così alto

che nessuno può

raccogliere

forse non esiste

è il tuo sorriso

*

s’è cancellato il vinile

della tua voce

ho tirato le reti vuote

dalle acque torbide

del tuo silenzio

mordo il grano

della tua assenza

le tue rose mi graffiano

la fronte

seduto davanti al muro

parlo con la mia ombra

dalla finestra il paesaggio

ha un sorriso amaro

all’angolo della bocca

nei miei occhi conservo

la luce dei tuoi occhi

non proverò a fermare

il tuo volo di farfalla

*

amo il tuo profumo di limone fresco

la luce di dattero della tua pelle

i seni che lottano come polene

contro i flutti

quando cammini tra la folla

amo i tuoi primi capelli bianchi

la tua saggezza di donna

la ruga sulla fronte

come una lucertola al sole

amo il tuo nome

e i tesori che si nascondono

negli accenti

amo il ponte che al mattino

mi riporta sempre a te

*

tutta la notte a sfogliare

la rosa dell’insonnia

con il tuo nome sulle labbra

le stelle stanche di vagare

per le colline vanno a bere

un sorso d’acqua

alla fontana della luna

i campanili in dormiveglia

aspettano i tocchi delle tre

i cipressi dritti come sentinelle

davanti alla finestra

le dita dolenti hanno tirato

dalle corde l’ultimo accordo

il silenzio nella stanza

è una mela di coccio

il tuo nome mi trafigge

come uno scroscio di grandine

tu sei più lontana di un astro

vivo della tua eco

mi chiedo se un barlume di me

è ancora nella tua mente

*

ho imparato a parlare

con l’alfabeto degli aranci

ho rubato i colori

all’aurora e al tramonto

per tessere i tessuti dei tuoi abiti

ti ho trovata in un vagito

nei calendari assopiti

della mia anima

sei nata

nella musica di un verso

*

carezzo il volto del vento

perché da qualche parte

ti ha sfiorato

poggio l’orecchio alla sua

bocca se per caso ha

pronunciato “ti amo ”

io sono quello che la notte

non dorme perché ti vedo

nello specchio delle ombre

scrivo una ad una parole

sulle ali di una falena

perché tu le possa leggere

al chiaro di luna

sono quello che viaggia

con una valigia di piume

in cerca del nido

*

i tuoi capelli

erano così neri

che il tuo volto

sembrava quello

di una morta

non mi sono mai

fatto pensieri

di buona

e cattiva strada

eri una falena

cercavi

nell’ombra del vicolo

la luce

morivi come tutti

ogni istante

*

da quando tu sei morta

è sempre verde

l’erba sulla collina

gli agnelli

sono sazi

delle tue preghiere

io non ho più paura

dei fantasmi

cammino braccio

contro braccio

con la morte

come un’amica

la terra in cui

sei sepolta

ha coperto anche me

tu sei tornata bambina

giochi con la sabbia

in giardino

di notte danzi

con i conigli

intorno alla luna piena

*

sono siciliano

le parole che scrivo

sono bagnate

di salmastro

scivolano sulla pelle

delle pagine come pesci

conoscono

il canto delle sirene

gli incantesimi delle stelle

il mio cuore

è circondato dal mare

all’orizzonte vedo itaca

fuggita da un canto di omero

 

Testi di Emilio Paolo Taormina, tratti da “Poesie scritte all’aria aperta”, Giuliano Ladolfi Editore, 2023.

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Memoria e fantasia nel romanzo “Elvira des Palmes” di Emilio Paolo Taormina. Recensione di Anna Maria Bonfiglio.

27 mercoledì Apr 2022

Posted by marian2643 in LETTERATURA, Recensioni

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Tag

Elvira des Palmes, Emilio Paolo Taormina

 

 

Nella Palermo Felix dei primi del Novecento, alle soglie di un secolo che avrebbe visto splendori e rovine, a fianco dell’ormai mitica e citatissima dinastia dei Florio si muoveva un’ampia fascia di ricchi imprenditori borghesi arrivati dall’estero per impiantare attività commerciali sul suolo panormita. Fra i Withaker, i Sandron e gli Ingham si insediarono anche i Ragusa che iniziarono impiantando una piccola attività alberghiera e si espansero fino alla costruzione di uno fra i più eleganti  hotel di Palermo, il Grand Hotel et des Palmes. La storia di Elvira, protagonista del romanzo di Emilio Paolo Taormina, si muove nell’aria di questa Palermo in bilico fra due secoli e ne tramanda la memoria storica attraverso la vicenda di una famiglia che è il ritratto di un ceto sociale emergente, quello che non appartiene all’aristocrazia ma che soverchia, per cultura e raffinatezza, quello meramente borghese, una famiglia nella quale l’arte è sempre presente, che mantiene rapporti con studiosi e artisti e il cui capostipite è un entomologo di fama internazionale. Zigzagando fra presente e passato l’autore s’insinua nelle trame di una storia familiare per carpirne gli aspetti più reconditi e misteriosi, per indagare, ricordare, ipotizzare, in una parola per risalire alle proprie origini. Fra memoria e immaginazione egli dipana le vicende della propria famiglia e al contempo traccia il quadro sociale di quella Belle Époque che è rimasta come mito di quel tratto di Storia che va dalla fine dell’Ottocento ai primi anni del secolo successivo. Taormina entra nelle maglie di un’intricata rete di parentele per potere infine dare un’identità ad un’antenata che non figura nell’albero genealogico della sua famiglia ma che egli sa essere ad essa appartenuta. L’oscurità che avvolge la nascita di Elvira è un velo che ricopre il passato di più generazioni, riuscire a strapparlo significa riportare alla luce l’essenza di una “stirpe”. Il testo, che testimonia anche la vena lirica dell’autore, è attraversato da sciabolate che fendono vari argomenti, dalla disciplina entomologica, di cui era un esperto Enrico Ragusa, alla coloritura dell’ambiente socio-culturale e all’analisi della realtà storica della Sicilia fin de siècle. La cifra stilistica che identifica tutta la produzione di Taormina è la disposizione ad innestare alla prosa un richiamo lirico che interseca i vari passaggi della sua narrazione ed è testimone ineludibile della sua essenza di poeta.

 

Anna Maria Bonfiglio

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