
Il secondo piano, di Ritanna Armeni, edito da Ponte delle Grazie, 2023, p. 288
Dopo l’otto settembre del 1943, giorno in cui si comunicò che era stato firmato a Cassibile, in Sicilia, l’armistizio con il quale l’Italia si era arresa senza condizioni alle forze alleate, la speranza di essere liberati crebbe degli abitanti di Roma. In attesa che venisse finalmente sfondata la linea Gustav, i partigiani lottarono e resistettero cercando di contrastare i tedeschi con attentati e imboscate. I tedeschi però continuarono a occupare la città in un clima di terrore e violenza, facendo pagare ogni atto di ribellione con l’uccisione di civili inermi, aumentando le attività di ricerca e di cattura degli ebrei da deportare e sterminare. ll 26 settembre il comandante della Gestapo, Herbert Kappler, pena l’arresto di 200 capi di famiglia, chiese agli ebrei 50 chilogrammi d’oro. La comunità ebrea con grande sforzo li raccolse e li consegnò ai tedeschi sperando così di rabbonirli per un certo periodo. Le loro speranze furono presto deluse, il 16 ottobre del 1943 venne dato l’ordine di arrestare e deportare gli 8.00 ebrei censiti. Le operazioni di rastrellamento iniziarono già all’alba, i reparti delle SS coordinati da Theodor Dannecker arrestarono in poche ore 1259 persone degli 8.000 previste, compresi anziani e bambini, il resto con enorme rabbia del comando tedesco sfuggì alla cattura. Il vaticano scelse la via diplomatica e non prese posizione ufficiale anche se probabilmente agiva all’interno e in silenzio per contrastare gli abusi e le violenze perpetrati dai tedeschi. Le chiese e i conventi furono perquisiti senza autorizzazione alla ricerca di partigiani, politici ed ebrei che si erano nascosti fra le mura Vaticane.
Il romanzo di Ritanna Armeni inizia proprio il giorno del rastrellamento degli ebrei nel ghetto romano. Continua a leggere