
la foto “Windows” è di Loredana Semantica
Cos’è un blog? Io dico, a rischio che la mia sembri una definizione scontata, che è una finestra sul mondo.
Da una finestra si osserva il cielo, la strada, i passanti, gli alberi che stormiscono lì in fondo e l’orizzonte di dolci colline, un pezzetto di mare in un angolo della visuale. Magari è un mare grigio e sbiadito, stretto nel rettangolo tra il profilo dell’edificio color rosa antico e quello del palazzo adiacente giallo paglierino. A volte la veduta è squallida, sporgendo su una montagna d’immondizia o altro contesto di degrado, più spesso è un paesaggio urbano, palazzi e calcestruzzo, qualche cortile.
Se si è fortunati, si può avere per panorama un belvedere, il mare, un bel viale, una macchia di pini, prati a distesa, margherite e papaveri tra l’erba, ulivi o palme, pioppi o ippocastani. Ci sono i monti talvolta irti e magnifici per spettacolo degli occhi. Lontani e sfumati, vicini e frastagliati. Le cime d’inverno innevate o un vulcano maestoso che rilascia la sua scia di fumo in un pennacchio che vola verso nuvole azzurrine. Non c’è limite alla varietà degli scenari, sono tanti per quante sono le finestre, a miliardi esistenti, l’una diversa dall’altra e a nessun’altra uguale, anche solo per l’impercettibile scostamento di una frazione di grado dell’angolo di visuale.
Una finestra è parte importante di una costruzione, dall’esterno è elemento architettonico affascinante che caratterizza e orna il muro perimetrale altrimenti piatto e insignificante, dall’interno una finestra è un riquadro che decora la parete più e meglio di un quadro; non per niente quando manca tutta la casa ne soffre, talvolta, specie quando è impossibile trovare uno sbocco verso l’esterno, per nostalgia, si tenta di ricreare la stessa magia ad esempio con un trompe l’oeil, oppure mimando l’effetto luminoso con una lampada a luce diffusa, posta in una nicchia formato finestra schermata da vetro opalino.
La funzionalità principale di una finestra è di assicurare il passaggio di aria e luce. La luce che dona una finestra è una ricchezza, sembra addirittura che vi sia una certa relazione tra ambienti poco luminosi e depressione. Il sole che entra da una finestra è un impagabile regalo della natura, specie nei giorni in cui, abbandonato l’inverno, si va incontro alla primavera, quando i raggi sembrano una carezza di tepore che riscalda membra e cuore. C’è qui, di fronte a me, una finestra che ha aspettato trent’anni la sua luce. E adesso ch’è nata la regala a piene mani.
Una finestra nel contempo è punto che mette in comunicazione due spazi diversi: interno ed esterno, aperto chiuso, dentro fuori. Due diversi volumi e respiri, un’apertura da cui entra un’aria ed esce un’aria diversa che si incontra e fonde con l’altra all’esterno in un vortice sospeso e invisibile.
Tonde, quadrate, rettangolari, di tutte le forme poligonali, con o senza grate, piccole e grandi vetrate. Ci sono finestre di tutti i tipi. Circondate da soglie di marmo, da stipiti di pietra o di legno, a volte è il muro nudo che riquadra la finestra, e poi c’è l’imposta che le veste, metallo, ferro alluminio, d’intramontabile legno o PVC, materiale che l’imita perfettamente, ai vetri tende pesanti, leggere, di pizzo, d’organza, di trame e di fiori.
Ci sono finestre bellissime che si resta ipnotizzati a guardare, hanno una forma, colori o accessori che lasciano d’incanto. Vasi di gerani ricadenti, i panni di mille colori stesi sui fili che il vento dolcemente scompiglia, il particolare decoro della pietra d’intaglio incisa con maestria, le tendine che sui vetri schermano con grazia l’interno agli sguardi, ci sono anche finestre cadenti, dai vetri rotti, con le veneziane sbilenche, grate arrugginite e infissi sconnessi che testimoniano trascorsi gloriosi, ma remoti e un’attuale trascuratezza. Le finestre insomma sono protagoniste che raccontano la loro storia e catturano l’attenzione. Un occhio d’artista non si lascia sfuggire certi particolari e li coglie al volo per immortalarne in espressione visuale tutto il loro senso ed attrattiva.
A proposito di finestre c’è un uomo molto noto nel mondo, anzi è la maggiore autorità spirituale mondiale, che si affaccia ogni domenica all’Angelus e saluta il popolo di credenti (ma anche non) che si raduna nella piazza antistante per vederlo.
Ogni tanto c’è una processione che passa sotto la finestra di un noto boss di mafia. Sempre di finestra si tratta, finestra autorevole di persona che qualcuno ritiene di dover omaggiare.
C’è chi ha pensato di poter volare spiccando il salto da una finestra, qualcun altro vi è stato catapultato, altri hanno volato senza volere, quasi fosse il varco di stargate. Chissà cos’hanno trovato dall’altro lato.
Per non parlare di quelle finestre che hanno fatto da pulpito ai potenti della storia, re, regnanti e dittatori, che si rivolgevano da auguste finestre ai popoli più o meno prostrati, osannanti, plagiati e oppositori.
Questi sono solo esempi di contrapposti angoli di visuale, dai quali si capisce che c’è una sostanza nel mondo, di chi opera per il bene e chi per il male, e la prospettiva cambia a seconda di chi guarda, cosa e come guarda, di chi ascolta, come e cosa ascolta, ma gli uni o gli altri vuoi che non si siano affacciati almeno una volta nella vita da una finestra?
E che dire di tutti gli altri non potenti che abitano il mondo? Quante volte avranno lanciato lo sguardo fuori da una finestra, sia la loro abitazione una villa o una capanna, di certo tante e tante volte avranno scostato le tende, aperto le imposte e si sono affacciati fuori, per respirare una boccata d’aria fresca, per curiosare, per riposare la vista.
E’ come se tutti fossimo legati da questo affaccio. Un piccolo rettangolo che sbocca.
Sulla parete piatta la finestra è uno squarcio poligonale che, visto di giorno e dall’esterno, sembra buio perché c’è la luce del sole che inonda, ma col buio, all’inverso, dalla stessa apertura, anche quando nella stanza sia accesa solo una candela, esce a fiotti, come effluvio fatato, un mare di luce che fora la notte.
Ecco cosa mi auguro di questa finestra: che sia angolo d’osservazione dal quale fuoriesca, per quanto possibile forando la notte, un soffio di luce.
Loredana Semantica
Il motivo della finestra é un tema fortemente suggestivo e ricco di simbolismi. Rappresenta l’idea di “confine” tra il mondo interno, familiare e conosciuto, quello della casa, del nido, degli affetti e quello pubblico, in grado di offrire talvolta piacevoli conoscenze e avventure, altre volte pericoli e insidie. Oltre a costituire aperture che consentono il passaggio della luce e il ricambio dell’aria, le finestre in effetti caratterizzano strutturalmente gli edifici. Conducendo un ricco ed articolato excursus storico-architettonico dall’evoluzione delle forme e nell’uso di materiali attraverso i luoghi, i tempi, le società umane, hai ricostruito la storia delle finestre fino a citare le finestre che hanno fatto la storia, quella da cui si affaccia il pontefice o quelle da cui alcuni potenti hanno dato sfoggio della loro forza. C’è anche chi ha spiccato il volo da una finestra forse per voler attraversare quel confine di cui parlavamo prima, il mio pensiero va ad Amelia Rosselli, Nadia Campana, Nika Turbina, per citare le prime che mi vengono in mente. Un’altra finestra celebre che mi hai ricordato per associazione di idee é quella sul cortile del famosissimo film di Hitchcock, attraverso la quale il protagonista osserva i suoi vicini di casa e ne scopre vizi e debolezze.
La finestra rappresenta infatti il palcoscenico di un grande teatro, quello del mondo; allo stesso tempo anche i nostri occhi potrebbero essere paragonati a finestre, quelle dell’anima.
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senza dimenticare questa finestra, forse, di tutte, quella a me più cara https://viadellebelledonne.wordpress.com/2007/07/29/il-messaggio-dellimperatore/
PS. Anche se non si legge perché è sparito il riferimento, l’autore di quell’articolo sono io.
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