Nella tua bocca il sapore della frutta sul ramo, quando è vivo – e palpita – il cordone del picciolo. Stretta in abbraccio alla tua scorza sento tra i fili della placenta dell’albero la linfa che ancora corre a gara con il sole. Gli stomi sulla pelle delle foglie respirano verde e ombra e la polpa d’acqua e zuccheri è il suono sulla lingua dei tuoi baci che inventa una parola di freschezza al sangue. L’umido della tua saliva mi rovescia il viso e ti guardo da dietro la corteccia delle ossa. Gemme fuori stagione sfrigolano aprendosi al sospiro delle radici.
Meno di così è poco.
Meno di così, rinuncio.