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Nell’ambito della rubrica “Canto presente” oggi presentiamo la poesia di:

Marina Raccanelli

Isole sospese, io sono lì
nell’azzurro irreale oltre
la visibile linea liquefatta

sospese isole, io sono qui
sopra la sinuosa
serpentina di schiuma, scia
dietro il vivere

*

Cerco la goccia in fondo al mare
un piolo nel turbinare
dell’umanità disgregata –
cerco le latitudini strane
dei miei pensieri smagliati
i suoni dell’assurdo non percepito
il silenzio sordo del mondo
in fragile disgregazione –
cerco
l’incarnazione di Dio nel minuscolo
fiore, nell’unghietta di un bimbo
neonato, nel soffio dei venti astrali
e trovo te, illogico amore
ritornato bambino

*

Quando io morirò sarai nel sole
formica in fila sul bordo, zanzara
ubriaca in riflesso di palude
bombo pesante al petalo
del fiore

libellula in alone controluce
io ti vedrò vibrante nel vapore
dei soffioni a migliaia
che il vento sperde

dentro il buio
avrò palpebre
di luce

*

Poi, ci saranno strade senza confini
scorrimento, direzione o meta
inarcate su orizzonti smeraldo
d’ultraterreno splendore

forse saremo lì tutti per mano
forse saremo soli
o non saremo

saremo il suono dell’universo
cellule sparse, libere al vento

*

A me stessa

Non era che sogno e ricordo
tutto
nella stanza dei grilli o nel cortile
del gatto in amore
nel giardino dei fichi e rosmarini, tu
intrecciata di immagini a colori

il ricordo era sogno e il sogno ricordo
nelle pagine, dentro i libri o nei tramonti
gloriosi sulla laguna – però
la bellezza dell’acqua e dell’aria erano colme
di nostalgie verso mondi ignoti

sotto la galleria degli ippocastani
è stato un sogno il ricordo
di parole scambiate e perse
mai pronunciate
dentro griglie di nebbia e colature
rarefatte – nelle intricate caverne
di cespugli vibrava l’eco
di un’altra vita, altrove

e adesso che il tramonto è davvero
un calare definitivo
attraversando un caleidoscopio
di vite sfiorate senti
che il sogno è ricordo
il ricordo sogno