Su sito Neobar è stata recentemente pubblicata l’intervista senza domande a Loredana Semantica.

L’intervista senza domande è una forma originale di intervista nella quale non sono poste delle domande all’autore,  ma proposti al suo commento versi che Flavio Almerighi seleziona da una pubblicazione dell’autore stesso, tranne l’ultimo verso lasciato alla scelta dell’intervistato.

L’intervista a Loredana Semantica riguarda la raccolta “L’informe Amnionico” (Limina mentis 2015) ed è preceduta dal breve commento critico di Flavio Almerighi che riportiamo di seguito.

L’intero articolo (commento più intervista) potete leggerlo qui.

L’informe amniotico di Loredana Semantica

Ho letto molto volentieri L’informe amniotico di Loredana Semantica (Limina Mentis), senza formalizzarmi su alcunché, come chi guada un fiume senza vederne la sponda opposta, e magari incappando in qualche mulinello.  Questo bel libro, si può sintetizzare in una frase sola: “lo partorì dopo un travaglio di orologi”, senza ombra di dubbio è stato così. Il libro si snoda in un flash back che parte dall’ultimo frammento o appunto numerato, fino ad arrivare al primo, allo zero, ma non è certo detto che la sequenza temporale sia rispettata.  Alcuni di questi, pochi per la verità, sono spezzati in versi, sorta di poesie tradizionali, come più comunemente letto e accettato. Non mi formalizzerei troppo sulla forma comunque. Credo che nemmeno Loredana Semantica, nome di penna dell’autrice, lo abbia pensato e preso in considerazione. Quello che appassiona e che rende “robusto” questo libro, è proprio quello che qualcuno potrebbe additare come il suo punto debole, l’estrema frammentazione. Alcune decine di brandelli di presente, di cosidetti appunti, discontinui, di mille umori e argomenti, tutti pronti a retrocedere verso il più vecchio (non ne sono certo), a un punto tale che ti chiedi chi sia o cosa sia, di chi siano quegli occhi che hanno scritto e soprattutto se siano sempre gli stessi. Ogni appunto celebra al proprio interno il suo numero di matricola (tredici secondi al numero 13, dodici luoghi al 12 e così via, avanti e indietro) sì che il già accaduto, il passato, diventa interscambiabile con tutti i presenti che è stato e con il futuro anteriore. C’è bellezza in questo libro, c’è la luna, c’è l’ansia, la contusione, c’è la sconosciuta che lo ha scritto e ha raccolto tutti i post it e che ha saputo truccare molto bene le carte dello spazio tempo. In fin dei conti se lo spazio è paragonabile a una coperta, se la stessa viene ripiegata i punti rimangono gli stessi, variano le distanze, tempo e spazio si contraggono, e questo a parer mio è saper voler bene al lettore imboccandolo di riconoscibile bellezza. Ed è anche un ottimo inizio per una partita a carte, perché queste sono state rimescolate benissimo, ma senza barare.

 Flavio Almerighi