Nell’ambito della rubrica Prisma lirico, oggi presentiamo una poesia di Sebastiano A. Patanè Ferro e la fotografia di Loredana Semantica. In calce una breve biografia e/o link degli autori.
Il controcanto dei papaveri
non essere riusciti a cambiare il mondo
dovrebbe essere il solo rimpianto di ogni uomo
la stupidità oppone resistenza al flusso
e infine ne gode solo la gendarmeria
c’è un momento che scorre lungo cloache
e sarebbe meglio non impedire al gelo
di trasformarsi in musica non pronunciata
che rimanga vortice nel pensiero rotante
e da lì vada pure a sbattere contro porte chiuse
c’è anche il coraggio dell’assassinio che risolve
e normalmente chi uccide è un balordo
che non conosce il gioco della mente
quando inventa persino i perché giustificando
quella stirpe che è rimasta meno che scimmia
ti hanno sparato, amico mio, si hai un buco
da dove si vedono parole bruciacchiate
anche a Piero spararono per essere gentile
e a vegliarlo sono solamente i papaveri
che ne avrebbero di cose da raccontare
nel loro controcanto
testo di Sebastiano A. Patanè Ferro da “Lazzaro”, estensione poetica, 2015, Piccolo Teatro da Camera, Collezione
fotografia di Loredana Semantica
Sebastiano A. Patanè
nasce a Catania nel 1953 sotto l’acquario di febbraio. Fin da giovanissimo coltiva la passione delle lettere che comincerà a sviluppare con impegno negli anni ‘80 quando fonda il centro culturale e d’arte “Nuova Arcadia” salotto di poesia e sede di numerosi reading. Presente in diverse riviste ed antologie nazionali ed internazionali del periodo, alla fine degli anni 80,primi ’90, dopo la separazione dalla moglie, abbandona la scrittura e comincia a viaggiare per il mondo. Quindici anni dopo, nel 2008, riprende a scrivere con l’intenzione di non smettere più. Sue poesie sono rintracciabili su diversi autorevoli blog tra cui Poetarum Silva, La stanza di Nightingale, Larosainpiù, Il giardino dei poeti e Neobar. Nel 2010 la Clepsydra Edizioni di Anila Resuli ha pubblicato “Poesie dell’assenza” in E-book.
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