Ci sono momenti – felici e difficili –
in cui l’intero corso del fiume vedo scorrere
la sorgente all’inizio come uno scherzo d’acqua
allegro ma poco convincente sul saper andare oltre
la discesa disordinata fino al primo salto
le corse, le anse, le velocità mutevoli con le pendenze
da vicino colgo turbinii sabbiosi e trasparenze
a distanza mi appare il tratto netto di una matita
azzurra naturalmente come nelle cartine che usavo a scuola
dove i fiumi erano elenchi di nomi da mandare a memoria
e non storie di rapide e guadi
la foce è un respiro che si fa lento ma profondo
il sapore del sale, inaspettato sempre
si mischia a quello di erbe e terra e alberi visti da lontano
guardiani seri e silenziosi
almeno fino a quando non si alza il vento
L’intero corso, ho detto, ma è un poco una bugia
perché mi manca in tutto il mio guardare
un breve tratto che resta fuori vista
di cui nessuno sa l’andare.
Mi prende per mano un dolce dispiacere
di questo faticoso non sapere mi agita il sapore
eppure ne sono grata come di un dono
come di sorpresa immeritata che commuove
Due lacrime concede la visione
e io ne ignoro il senso
non so se siano per una mia partenza generosa
che mi eviti dolori più cocenti
o gioia di sentire che il percorso è molto più di un’occasione
che la vita rivela a chi la accoglie
Sono momenti
Poi – come tutti – fingo di incespicare e rido