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L’aggettivo random usato nel linguaggio scientifico e tecnologico con il significato di casuale, privo di regolarità, senza un ordine preciso, ha fornito lo spunto per una nuova rubrica, questa volta musicale, che curerò due volte al mese di lunedì. Esistono  pezzi musicali a cui siamo particolarmente legati: alcuni sono diventati simbolo di una generazione, altri hanno generato e ispirato rivoluzioni e movimenti culturali riscrivendo regole, altri ancora sono divenuti strumenti di protesta riuscendo a smuovere coscienze. Li descriverò raccontando l’intreccio di musica e vita che li ha prodotti.

Continuiamo questo percorso con…

The House of the Rising Sun è una canzone folk statunitense che risale alla prima metà dell’Ottocento. Non si sa chi sia stato il compositore ma è stato un brano molto coverizzato. L’arrangiamento del gruppo inglese The Animals, nel 1964, è considerato il più famoso ed è stato il numero uno in classifica negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Svezia, Finlandia e Canada. Per la sua struggente melodia il brano divenne uno dei più amati dai soldati americani impegnati sul fronte del Vietnam.

L’etnomusicologo Alan Lomax, autore nel 1941 della raccolta di canzoni Our Singing Country, scriveva che la melodia era stata tratta da una ballata tradizionale inglese del Seicento, probabilmente Matty Groves, mentre il testo era stato scritto da Georgia Turner e Bert Martin, una coppia di abitanti del Kentucky. La prima incisione del brano probabilmente è quella del 1934 eseguita da Clarence “Tom” Ashley; di una precedente versione su 78 giri, risalente al 1928, da parte di Alger “Texas” Alexander, non sono mai state rinvenute le tracce. L’espressione “House of the Rising Sun” (Casa del sole nascente) indicava una casa chiusa realmente esistita e situata a New Orleans nel quartiere Storyville, detto anche The District, al n.1614 di Esplanade Avenue, presieduta da una maîtresse chiamata Marianne Le Soleil Levant, da cui la denominazione della casa, che fu abbattuta nel 2007. Del testo esistono due diverse versioni: quella maschile parla di un ragazzo pentito di aver trascorso la sua vita nel peccato frequentando la “Casa del sole nascente”; quella femminile invece parla di una ragazza pentita di essere entrata nel giro della prostituzione presso la stessa casa.

In Italia Riki Maiocchi, fondatore del complesso dei Camaleonti, incise anche un’altra versione del brano dal titolo Non dite a mia madre,  che venne censurata perché si riteneva che istigasse al suicidio. In realtà il testo descriveva la vicenda di un prigioniero nel braccio della morte, in attesa che venisse eseguita la condanna.

Il brano è introdotto da un arpeggio di chitarra elettrica in La minore che sembra scolpito nella roccia, tanto è granitico. La voce intensa di Eric Burdon introduce il cantato, poi Alan Price anima l’organo Vox che insieme alla chitarra di Hilton Valentine diviene sempre più travolgente fino all’assolo conclusivo. È l’arrangiamento definitivo, quello che resterà per sempre nella storia.

Deborah Mega

 

 

There is a house in New Orleans
They call the Rising Sun
And it’s been the ruin of many a poor boy
And God I know I’m one

My mother was a tailor
Sewed my new blue jeans
My father was gamblin’ man
Down in New Orleans

Now the only thing a gambler needs
Is a suitcase and a trunk
And the only time he’ll be satisfied
Is when he’s all a-drunk

Oh mother, tell your children
Not to do what I have done
Spend your lives in sin and misery
In the House of the Rising Sun

Well I’ve got one foot on the platform
The other foot on the train
I’m going back to New Orleans
To wear that ball and chain

Well there is a house in New Orleans
They call the Rising Sun
And it’s been the ruin of many a poor boy
And God I know I’m one