Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, gray and blue (1921)
La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della nuova rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …
FABIO STRINATI
HO IMPARATO
Ho imparato presto a camminare
sulla scacchiera di un’epoca
a me contraria.
Ho visto nella folta spirale
l’imbarazzo per un’avventura
chiamata vita
che ormai per dissimmetria
ho presto dimenticato.
Ho visto te come nutrice di astri,
e in me, la moltiplicazione
di speranze indomabili
come sospiro ad ogni patimento.
Ho imparato la parola,
rarissima perla contro il pianto
e la tristezza carica d’aroma.
ANORESSIA
Corpo svuotato, fermo, tracciato dentro
da invisibili tremolii,
dove fradicio l’umore, scola
l’anima sul pavimento
e la disperde nel momento che si cela.
Dentro, una bufera è nella selva smagrita
e l’alba, che negli occhi recide una crepa
in un’aria che osa aprire un varco
tra le vene, gli intrecci di nebbie
assiepate come ombre in un cesto d’ombra,
la morte è sulla riva, cruda nel suo cuore
come un aquilone che persino non vola.
OMBRA
Il mio corpo vibra
in uno sconosciuto posto
che di una perduta notte
si nutre e si schiude.
Annego nel vuoto, ed altri
vuoti naviganti
come furie sciolte
nei venti lontani
mi scompigliano l’anima
nel suo fondale d’esasperazione.
Cerco attimi che siano folli,
virgole per respirare:
assumo la mia forma
quando nello specchio
mi vedo ammucchiato
coi pensieri dell’origine,
e nel sondare
la mia anima che giace
in uno scrigno di ventre,
mi sento ostaggio
di quest’ombra a me familiare.
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