Nell’ambito della rubrica “Canto presente” oggi presentiamo la poesia di:
Fabrizio Centofanti
Volo/velo
Di attendere, di credere, di apprendere,
tutto è precluso dal negare,
irridere ogni volta, declassare.
Tappeti volanti della gioia,
rapitela, intanto che si fonde
con l’entourage del diavolo
in cravatta, sottratta all’orbita sacrale
delle cose! Ruttate, vomitate
il vostro odio, da scaffale
ammuffito di mercato.
Alzatela più in alto, che si veda
la stolida vittoria, l’apparente
sconfitta della storia.
L’Altro Mondo
Un Dio che scartavetra,
che lacera, che ottunde,
che scalza dai troni delle false
identità, che vomita
sui tiepidi, che fonde
nel forno fumante del rimorso,
che infonde una speranza a strappi,
un amore ferito e calpestato,
una luce introvabile che abbaglia,
un’attrazione per lo spolpamento,
per l’inutile appello, la preghiera
sospesa sull’abisso, in cui intravedi
il fondo, il Volto,
l’esito finale: l’Altro Mondo.
Ad ogni costo
Si può guardare in giù, come una volta,
giurare che mai più, che in quella morta
gora non torneremmo in nessun caso.
Convincersi che l’altro è l’emozione
giusta, non la paura di rischiare:
questo ti chiede l’Ora, che ci porta.
Mi guardi da un pianeta desolato
che solamente all’alba rassicura.
Grazie Pio, e grazie a te, Deborah, per l’ospitalità che mi dài in questo bellissimo blog. Iniziative come queste sono preziose.
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le corde dell’emozione vibrano…e ci fanno intuire la Verità…l’anima ringrazia…
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