Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, gray and blue (1921)
La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della nuova rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …
ADUA BIAGIOLI SPADI
***
Sempre la fragilità si dirige sommessa alla deriva
nello slaccio d’abbandono del sentire,
è la lacrima a cogliere la perfetta stanza
della noncuranza,
incauto nascondiglio della goccia
il passaggio della scesa,
là dove l’arrestarsi precede il dardo, la caduta
l’affidarsi estremo, disorientato abbraccio.
***
Ci vogliamo esatti
se siamo un connubio di ortiche
sfiorati negli angoli e punti
consapevoli del tedio
sulle mani nessuno ci coglie più.
Non siamo i fiori del gelsomino garbato
allungati per necessità ci rinnova l’acqua battesimale
eppure
siamo riflessi felici delle felci,
così fa il tempo con le nostre mancanze
offre ancora motivi per farci riconoscere.
***
Mi lascio sfogliare da un flusso smisurato,
sono le betulle fuori operanti e timide
a contare le strette di mano e i fallimenti,
sirene inabissate tormentano l’infinito
sei tu il rigo informe dell’acqua dove affollano i versi
quei lontani orizzonti di fluidi e materie,
lo sconfinarsi umano della possibilità.
***
Strilla il campo al canto dell’usignolo
quando lascia impronte sulle terre fresche
annotta a Est la danza delle barche
quando lo stormo dei susini saluta le nostre ciglia
bianche sono l’aria le tue mani e il giglio di Ophelia
svela il sogno seducente delle perle,
è troppo blu lo scarto fra le dighe al vento
quando ci si lascia così senza una parola buona,
la città è perduta forse
ma non per chi si ama per sempre.
***
Perdersi non più,
ti cercherò altrove
oltre il tempo di un sovvertito spazio
di improbabili equilibri.
Il divenire è evoluzione,
meta umana della genesi.
***
Gli occhiali si sono plasmati al naso
annegati nell’impulso del gesto rarefatto
lentamente
non ce ne siamo accorte mai e ora siamo tornate fragili
siamo passate per la semioscurità delle stanze aperte ai mari grandi
ingoiati dai delfini, navi senza àncora.
Mi lascerai il mistero del mondo, di questo ne ho coscienza
un pulito labirinto nell’ultimo cerchio indistinto.
Quando sarò infine io quel buio, ti cercherò incisa nel sangue.
***
Gli incontri sono avventi afferrati in volo
sguardi-luce tenuti stretti in un carpe diem,
eppure a volte
sulle nostre verità si allungano i capelli delle ombre.
Non saprò più niente delle strade oltre i cancelli
degli scatti in bianco e in nero dei tuoi viaggi
degli occhi miopi,
il tempo ci disarma, ha la forza dell’unire e del dividere
porta via il pensiero e lascia quieti
memoria dimenticata, digiuni eppure senza fame.
Testi tratti da Il tratto dell’estensione, La Vita Felice.
Poesia di ricerca , matura ; versi che affrontano il mistero del mondo, ” lo sconfinasti umano delle possibilità “, la mancanza e la deriva , per affidarsi all’abbraccio estremo , all’incontro che disarma e lascia questi
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