Ho appena due mani
e il sentimento del mondo.
C. D. de A.
Carlos Drummond de Andrade , traduzioni di Emilio Capaccio
VERITÀ
La porta della verità era aperta
ma lasciava passare solo
mezza persona alla volta.
Così non era possibile attingere a tutta la verità
perché la mezza persona che entrava
portava solo il profilo di mezza verità.
La seconda metà
ritornava ugualmente con mezzo profilo
e i due mezzi profili non coincidevano.
Fecero saltare la porta. Abbatterono la porta.
Arrivarono a un luogo luminoso
dove la verità splendeva i suoi fuochi.
Era divisa in due metà,
differenti l’una dall’altra.
Si finì a discutere su quale metà fosse più bella.
Entrambe erano pienamente belle.
Ma bisognava scegliere. Ognuno scelse in base
al suo capriccio, alla sua illusione, alla sua miopia.
VERDADE
A porta da verdade estava aberta,
mas só deixava passar
meia pessoa de cada vez.
Assim não era possível atingir toda a verdade,
porque a meia pessoa que entrava
só trazia o perfil de meia verdade.
E sua segunda metade
voltava igualmente com meio perfil.
E os dois meios perfis não coincidiam.
Arrebentaram a porta. Derrubaram a porta.
Chegaram a um lugar luminoso
onde a verdade esplendia seus fogos.
Era dividida em duas metades,
diferentes uma da outra.
Chegou-se a discutir qual a metade mais bela.
As duas eram totalmente belas.
Mas carecia optar. Cada um optou conforme
seu capricho, sua ilusão, sua miopia.
SONETTO DELLA PERDUTA SPERANZA
Ho perso il tram e la speranza.
Volto pallido verso casa.
La strada è inutile e nessun’auto
passerebbe sul mio corpo.
Risalgo il pendio lento
dove i sentieri si fondono.
Tutti loro portano al principio
del dramma e del fiore.
Non so se sto soffrendo
o se è qualcuno che si diverte
perché no? nella notte scarsa
con un insolito flautino.
Nel frattempo è molto tempo
che gridiamo: sì! all’eterno.
SONETO DA PERDIDA ESPERANÇA
Perdi o bonde e a esperança.
Volto pálido para casa.
A rua é inútil e nenhum auto
passaria sobre meu corpo.
Vou subir a ladeira lenta
em que os caminhos se fundem.
Todos eles conduzem ao
princípio do drama e da flora.
Não sei se estou sofrendo
ou se é alguém que se diverte
por que não? na noite escassa
com um insolúvel flautim.
Entretanto há muito tempo
nós gritamos: sim! ao eterno.
AMARE
Che altro può fare una creatura se non,
tra le creature, amare?
amare e dimenticare,
amare e mal amare,
amare, disamare, amare?
sempre, fino all’occhio vitreo, amare?
Che altro può fare, mi chiedo, l’essere amoroso,
solo, in rotazione universale, se non
ruotare lo stesso, e amare?
amare ciò che il mare porta alla spiaggia,
e ciò che seppellisce, e ciò che, nella brezza marina,
è sale, o bisogno d’amore, o semplice ansia?
Amare solennemente le palme del deserto,
ciò che è offerta o adorazione spettante,
e amare l’aspro, l’inospitale,
un vaso senza fiori, una superficie di ferro,
e il petto inerte, e la strada vista nel sogno, e un uccello rapace.
Questo è il nostro destino: amore senza riguardo,
distribuito tra cose perfide o nulle,
donazione illimitata a una completa ingratitudine,
e nella vuota conca dell’amore la ricerca timorosa,
paziente, di più e più amore.
Amare la nostra stessa mancanza d’amore, e nella nostra arsura
amare l’acqua implicita, e il bacio tacito, e la sete infinita.
AMAR
Que pode uma criatura senão,
entre criaturas, amar?
amar e esquecer, amar e malamar,
amar, desamar, amar?
sempre, e até de olhos vidrados, amar?
Que pode, pergunto, o ser amoroso,
sozinho, em rotação universal,
senão rodar também, e amar?
amar o que o mar traz à praia,
o que ele sepulta, e o que, na brisa marinha,
é sal, ou precisão de amor, ou simples ânsia?
Amar solenemente as palmas do deserto,
o que é entrega ou adoração expectante,
e amar o inóspito, o cru,
um vaso sem flor, um chão de ferro,
e o peito inerte, e a rua vista em sonho, e
uma ave de rapina.
Este o nosso destino: amor sem conta,
distribuido pelas coisas pérfidas ou nulas,
doação ilimitada a uma completa ingratidão,
e na concha vazia do amor a procura medrosa,
paciente, de mais e mais amor.
Amar a nossa falta mesma de amor,
e na secura nossa amar a água implícita,
e o beijo tácito, e a sede infinita.
ASSENZA
Per molto tempo pensai che l’assenza fosse mancanza.
E mi lamentavo, ignorante, della mancanza.
Oggi non mi lamento.
Non c’è mancanza nell’assenza.
L’assenza è uno stare in me.
E la sento, chiara, così raccolta, accoccolata tra le mie braccia,
che rido e danzo e invento esclamazioni allegre,
perché l’assenza, questa assenza assimilata,
più nessuno me la porterà via.
AUSÊNCIA
Por muito tempo achei que a ausência é falta.
E lastimava, ignorante, a falta.
Hoje não a lastimo.
Não há falta na ausência.
A ausência é um estar em mim.
E sinto-a, branca, tão pegada, aconchegada nos meus braços,
que rio e danço e invento exclamações alegres,
porque a ausência, essa ausência assimilada,
ninguém a rouba mais de mim.
Pingback: #76/2 – Carlos DRUMMOND DE ANDRADE – Ammirazioni
Beh assonanze ben assortite nelle loro ‘scavanti’ dissonanze. Un guardare profondo il poeta e al poetare senza dischiudersi alla poesia che non può essere effetto esistenziale più o meno ermetico, ma sempre ‘porta aperta alla verità’ senza mezze misure
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