Della poesia di Nicola Romano va sottolineato lo spessore della tematica che si accompagna alla forza evocativa della parola meditata, immediata e mediata, espressa in funzione significante. I nuclei tematici privilegiati sono essenzialmente contenuti nello sguardo verso la realtà che radicalizza l’uomo-poeta al mondo in cui vive e l’incontro con un nuovo tempo fisico e interiore che lo pone di fronte alla necessità di ri-considerare l’esistenza vissuta e da vivere. La disposizione strutturale dei temi non ha un inquadramento organico, i testi sono distribuiti per tematiche miste, pur mantenendo unità di stile. Il livello semantico è una fusione di termini, sia di carattere quotidiano che di uso ricercato, quando non specialistico e neologistico, fino a qualche invenzione lessicale in funzione della resa metrica. I testi aprono un ventaglio di argomenti dove s’insediano i motivi e gli interrogativi del vivere quotidiano declinati attraverso uno sguardo che indaga e riflette non soltanto su ciò che è al suo esterno ma su quello che la ragione e lo spirito detta. Una poetica, quella di Romano, che si inserisce in quadro che definirei di “mitografia del quotidiano”, per lo sguardo acuto, ironico e talvolta compassionevole verso tutto ciò che viene percepito e vissuto.
Anna Maria Bonfiglio
RED CARPET
Non metteranno mai
tappeti rossi
sulle tue strade
sparse ed ineguali
o sui percorsi stretti ed allagati
come quel mare freddo
chiuso in gola
quindi
consacra il tempo
semplice e ordinario
del nuovo giorno
che ti nasce in bocca
allacciati le stringhe sul muretto
datti una sferza tra le cose mute
sorridi se ti taglia un gatto nero
stranisci a quel
che rutta un manifesto
e non turbarti
all’amnesia d’un nome
che scortica la mente
e poi di colpo
intero si rivela
ASSENZA
Tutto sta nel capire
dove mi sprofonda la tua assenza
se falsa noncuranza
o interna solitudine
è questo armeggiare
nel palmo d’un divano
tra un facile sudoku
e un po’ di vino
Con un sentore d’assurdo
risalgono canali a quel principio
che fa nascere il corso d’ogni storia
e le mani rovistano le sacche
di quei pensieri assorti ed intricati
come spighe di canne scarmigliate
ed un lamento scorre fino ai piedi
se tenera ferita è la tua assenza
QUEL VAGO
Le porte sbattute dal vento
ribattono un vento di mare:
oscilla nel sonno leggero
la cupa lanterna
tra i muri del cuore
dilaga la polvere e il muschio
continua a patire sui prati
la febbre del tempo peggiore
Chissà tutta intera una vita
se esclude quel tempo migliore
pensato tra ali di canto
e odori rapiti ai verzieri
D’inesauribile attesa
quel vago che trema negli occhi
e non sa che dispiace
MERAVIGLIA
È bello stare qui
non manca nulla
confabulo col sole
che scalda le finestre
le vie sono un teatro
dove tutto è palese
e quel che busco
è più del necessario
per mantenere lune
sempre accese
D’intorno strappo
cespi di parole
che poi sminuzzo
come vuole il cuore
e a compendio
di tanta meraviglia
accanto a me trattengo
corbezzoli ed aloe
e una valigia piena
per fuggire
VACUITÀ
Cosa rimane
dei numerosi giorni accatastati
come ordinate spighe nei covoni
e di tutto un continuo trafficare
sui marciapiedi lisi delle strade
delle risa scambiate a crepapelle
sul volto degli amici più vicini
o degli sparsi attimi straniati
tra portici in granito ed osterie
e cosa resta
delle fatiche spinte fino a sera
per lanciare le reti sul domani
o delle labbra offerte con tremore
dentro un’oscurità senza parole?
Rimane solo nebbia che s’imbianca
tra i pali dei lampioni alla marina
e d’una vita forse trasognata
solo un fondiglio erboso di ruscello
Giornalista pubblicista, Nicola Romano vive a Palermo, dove è nato nel 1946. Con opere edite ed inedite è risultato vincitore di diversi concorsi nazionali di poesia. Alcuni suoi testi hanno trovato traduzione in esperanto e su riviste spagnole, irlandesi e romene. Suoi testi sono presenti in “Fahrenheit” di Radio Rai3. Attualmente dirige la Collana di poesia dell’editrice “Spazio Cultura” di Palermo.
Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia: I faraglioni della mente (1983), Amori con la luna (prefazione di Bent Parodi, 1985), Tonfi (1986), Visibilità discreta (prefazione di Lucio Zinna, 1989), Estremo niente (con una nota di Melo Freni, 1992), Fescennino per Palermo (1993), Questioni d’anima (prefazione di Aldo Gerbino, 1995), Elogio de los labios (a cura di Carlos Vitale, Barcelona, 1995), Malva e Linosa – haiku (prefazione di Dante Maffìa, 1996), Bagagli smarriti (prefazione di Fabio Scotto, 2000), Tocchi e rintocchi (prefazione di Sebastiano Saglimbeni, 2003), Gobba a levante (prefazione di Paolo Ruffilli, 2011), Voragini ed appigli (prefazione di Giorgio Linguaglossa, 2016), Birilli (sei poesie con una incisione di Girolamo Russo, 2016), D’un continuo trambusto (prefazione di Roberto Deidier, 2018), Tra un niente e una menzogna (prefazione di Elio Pecora, 2020).
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