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Geo Vasile: Madonizând. Angelizzando

Cartea Româneasca Educaţional, 2020

Adriana Gloria Marigo: Nota critica alla poesia di Geo Vasile

Felix Nicolau: Dulceaţa mortala a scriiturii de prestigiu

 

 

 

Nota critica alla poesia di Geo Vasile   

 

Nelle quattro sezioni  del florilegio bilingue Madonizând. Angelizzando il poeta filologo italianista Geo Vasile accompagna il lettore entro territori d’intense connotazioni visionarie, allegoriche, surrealiste. La scrittura si ordina in connessioni di sostantivi e aggettivazioni potenti il cui risultato è la realizzazione di simboli che rimandano alla percezione di una ontologia profetica, esoterica, talora sferzante e cruda. La struttura, non di rado drammatica, muove l’idea che si possa intravedere il cammino verso la difficile e possibile armonia. Il personaggio femminile ricorrente e protagonista, Inna, che potrebbe essere la contrazione del nome di una antichissima dea mesopotamica dalla forte istintualità cieca e distruttiva, la pulsione di morte della psicoanalisi freudiana, ritorna nella maggior parte delle poesie dai contenuti colti, riconducibili a una moltitudine di tòpoi che marcano i saperi (dall’arte, alla letteratura, alla letteratura religiosa, alla scienza…), elaborati a modo di una architettura di impianto alchemico.

Il contenuto e la struttura formale dei testi si coniugano in significazioni di denuncia e fustigazione dell’ordinaria realtà impressa da ogni sorta di squilibrio, finzione, impostura, fenomenologia del doppio: «L’involucro fisico di Inna non è che un / vestito in più infilato sull’invisibile / alito, sulla vampata spirituale che la nutre,/ e per ciò lo guarda  ripetutamente,/ lo taglia senza tregua, modifica tanto / spesso, i colori, i suoni, i riflessi /i profumi, le pieghe e il modo in cui cadono…» (L’involucro fisico).

Le stratificazioni simboliche della prima sezione che si avvalgono di modalità espressive orfiche o esoteriche, si ripresentano nelle altre tre sezioni, dirigendosi però verso temi circoscritti, più attinenti al personale, e che coinvolgono lo sguardo sulla poesia in quanto vero e proprio modus vivendi dell’autore. Il titolo stesso Madonizând. Angelizzando e il poema omonimo confermano l’adesione metacreativa di George Vasile al mitologema, dunque l’implicazione degli archetipi che, impressi degli elementi propri di una cultura, danno origine ai miti. Tutto, dunque, attesta lo “spavento” del poeta il quale, con questa silloge, pervasa da alcune figure simboliche della più alta tradizione letteraria, si immette nella linea di coloro che – in letteratura come in musica – offrono il paradigma dell’ora panica, l’intermezzo di tempo denso e pullulante di presagi tanto del mistero della notte, del sogno notturno, quanto del mistero dell’anima. Talmente icastica è l’atmosfera creata dai contenuti delle poesie dell’ultima sezione Tra due baratri, da poter osservare che si realizza quello che lo psicanalista J. Hillman definisce anima mundi, ovvero il principio unificante che tutto nel cosmo pervade, già caro a platonici e neoplatonici. Dunque, si può intuire che quella “vis appetitiva e desiderativa” associata all’approssimarsi della morte possa rappresentare l’inquietudine, la scissione creativa sottesa alla produzione poetica. Possiamo rintracciarne il corrispettivo ne Il tormento delle figure in A. Merini, o in L’après midi d’un faune in S. Mallarmé, o – più in generale – il turbamento fortemente morale, problematico dell’esistenza, che obbliga il poeta a elaborare in versi dettagli di vissuto mediante l’impiego di immagini simboliche e iconografiche appartenenti alla letteratura fin da Esopo e che, attraverso Dante, Shakespeare, La Fontaine, Shelley, giungono a Ungaretti e i conterranei Mircea Eliade, studioso di religioni; Mihai Eminescu, poeta; George Enescu, compositore: essi si ispirano all’allodola per certe loro composizioni ben conoscendone l’alta valenza metaforica che G. Bachelard  defininirà come « pura immagine spirituale, che trova la vita soltanto nell’immaginazione aerea come centro di metafore dell’aria e dell’ascensione». Nel testo poetico Pazzia, nel verso iniziale «Allodola era forse un demonio», Geo Vasile evidenzia anche il perturbante dell’animale uranico,  «l’enigma» che contraddistingue tutta la raccolta e che più incisivo, incalzante si fa nella seconda sezione dove A due a due, breve poesia oscura come una sibilla, ci pone di fronte al tema complesso delle tre religioni monoteiste e al corollario  della ‘verità’: tema polisemico di cui ha dato conto G. Boccaccio nella terza novella della prima giornata del Decameron.

È facile intuire che anima mundi riguarda anche i poeti e la poesia e sceglie i suoi profeti, poiché attraverso la poesia ci consegna «quel nulla d’inesauribile segreto», forse una profezia l’enigma che contraddistingue tutta la raccolta.

Adriana Gloria Marigo

 

 

Si propongono qui quattro poesie nella traduzione in italiano effettuata dallo stesso Geo Vasile.

 

 

Da   DESPRE FERICIRE, ADESEA EZIŢI…  SULLA FELICITÀ, SPESSO ESITI…

Il buio che fa nascere negli umani

i testi di un libro, ti affascina come

se fossi proprio morto di mestizia,

risorgi, che sorprendente è la vita,

le labbra ti si attaccano allo scavo

quasi traslucido tra l’orecchio e

i suoi capelli che sanno di vetiver,

uccelli spauriti dalla fulminazione

dell’argento vivo della luna,

decollano, in questo mentre

il suo seno dritto si arrotonda

nel cavo della tua mano, sentivi

il sussulto delle ali che stavan

per spuntare dal di dentro…

 

 

Da   MADONIZAND . ANGELIZZANDO

Piazza Tahrir

Inna ti accoglie al posto d’ogni ansietà

a raffiche di vento avvolto nel sudario

del roseo tramonto, e scrivo con te

una seconda Iliade sul selciato divelto,

sullo stupro della piazza Tahrir, immagini

vecchie e nuove di fanatismo orlate

di sabbia scorrono nella cunetta,

i guerrieri perdono le loro emazie

in pozzanghere, ungono i loro tatuaggi

col fango stronzio e vari inchiostri

 

Inna, di polvere coronata, recita

”La guerre de Troie n’aura pas lieu”

 

 

Da  GRAFFITI . GRAFFITI

L’involucro fisico

Inna non amava se stessa più di quanto

amava Giove e altre regine o dee

gli involucri umani o animaleschi

assimilati per sedurre: Ovidio nelle sue

metamorfosi narra in esametri fiabe con

Leda, Endimione, Dafne, Apollo,

col pastore Aci e la bellissima Galatea…

 

L’involucro fisico di Inna non è che un

vestito in più infilato sul suo invisibile

alito, sulla vampata spirituale che la nutre,

e per ciò lo guarda ripetutamente,

lo taglia senza tregua, modifica tanto

spesso i colori, i suoni, i riflessi

i profumi, le pieghe e il modo in cui cadono…

 

 

Da  ÎNTRE DOUĂ GENUNI . TRA DUE BARATRI

Tuo già polveroso cuore

Nell’enfasi delle parole ti ritrovi che

annientano l’immagine o la celano e

vai a vanvera sull’orlo delle fosse

comuni di recente imbiancate, vai

quasi a voler svanire nel guscio delle

cose, il luogo è a tua immagine,

già pronto alla pena, un tumulo

di rimorsi flagellanti, e se ascolti

i gemiti è per addolorarti, pensando

al teschio che sarai nel buio, dal quale

tuttavia verrà fuori un fiore sempiterno,

più alto del tuo già polveroso cuore…

 

Geo Vasile

 

Biobibliografia

Geo Vasile è nato e vive a Bucarest. Laureato in Filologia italiana, è italianista, traduttore, critico letterario e poeta. Collabora con le principali riviste di letteratura e d’arte della capitale e di altre città del Paese. Dal 1994 è membro dell’Unione degli Scrittori della Romania, sezione critica letteraria. Tra le sue pubblicazioni: Nimfe & Himere. Ninfe & Chimere (2010), Psicho@terra.pia (2012), Cortocircuito (2015), Hotelul argonauţilor. Albergo degli Argonauti (2016), Sistola clipei. Sistole dell’istante (2017), Evagatio mentis (2017), Oniroamniotiche (2018). È autore di 23 edizioni bilingue dell’opera di poeti classici e contemporanei romeni, tra cui: Eminescu, Bacovia, Ion Vinea, Gellu Naum, Gela Enea, Ion Deaconescu, Dumitru Nicodim ecc., nonché di un’ampia antologia bilingue di poesia romena (da Eminescu, Lucian Blaga, fino agli anni ottanta). Nel 2012 ha ricevuto il Premio USR per tutta la sua attività letteraria; nel 2013 gli è stato conferito per decreto del Presidente della Repubblica Italiana il diploma e il distintivo dell’Ordine Stella d’Italia e nel 2014 a Pescara il Premio Internazionale Flaiano all’Italianistica.