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LA POESIA PRENDE VOCE: ELISA RUOTOLO
17 mercoledì Apr 2024
Posted in La poesia prende voce, Podcast, POESIA
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24 martedì Gen 2023
Posted in La poesia prende voce, Podcast
DONNE IN POESIA

Elisa Ruotolo
di Elisa Ruotolo, da “Corpo di pane”, Edizioni Nottettempo, 2019, legge la stessa autrice

Rita Pacilio
di Rita Pacilio “Ricorderà il suo peso affaticarsi” da “Quel grido raggrumato”, La vita felice, 2014, legge la stessa autrice

Michela Zanarella
di Michela Zanarella “Esiste una lingua segreta” da “Recupero dell’essenziale”, 2022, Interno Libri, legge la stessa autrice
07 sabato Nov 2020
Posted in Consigli e percorsi di lettura, LETTERATURA

Elisa Ruotolo, Corpo di pane, Nottetempo editrice 2019
Talvolta i poeti cercano una salvezza liberando l’anima dal fardello del corpo, la voce di Elisa Ruotolo in Corpo di pane, delinea un esodo, da un luogo per conquistarne un altro e migliore e la partenza( il termine italiano viaggio e il francese yoyage derivano dal latino viaticus, che indicava l’occorrente per mettersi in cammino) è una maniera per lasciarsi alle spalle il male, per abbandonare il luogo e le occasioni della colpa: il viaggio giunge come castigo e, insieme, come occasione di purificazione. Chi siamo? Da dove veniamo? si chiede Plotino, filosofo del III secolo d.C.
“Io sono quella mai nata
e che ancora può scegliersi un cuore
le mani giuste
un ventre senza ombre.” […] (pp. 33).
Un duplice sentire, pena e strazio, una catàbasi accompagnata da una successiva risalita per testimoniare la verità della sua esperienza, anche con le mutate condizioni di pienezza e apertura agli orizzonti della creatività in Corpo di pane
“…Ho avuto febbri e pesti e colera
Senza che nessuno ne prendessi nota…”
E ancora
“… faccio pace col tempo e le sciagure
del volar basso degli uccelli.” […] (pp.20)
La poesia è incontro, dono, scoperta per grazia. La conoscenza, quella profonda, non può prescindere dall’accesso al fondo poetico della mente, ed è appunto attraverso la poesia e l’amore che si può trasformare la bellezza in qualcosa che ritorna al mondo e lo arricchisce. Oggi l’uomo sente venir meno i legami con le certezze, con i valori forti che lo avevano fino a ieri sostenuto. Pharmakon, in greco, è una parola ambigua, che può designare sia un veleno sia una medicina. La voce di Elisa Ruotolo in “Corpo di pane “chiama a vivere anzitutto in dignità di fronte a se stessi.
“Usatelo bene, il vostro dolore
Ché non diventi mercanzia
Né attiri corvi al pasto della pietà.” […] (pp.11)
“C’è sempre un’ora esatta a scoprire d’avere un corpo
e sangue a bagnarlo. […] (pp.43)
“Vorrei essere pane
Perché l’unico dolore
Sarebbe quello del coltello
Che incide la crosta.” […] (pp.49)
Ecco. Connessa all’ idea del viaggio è anche l’idea della fatica, del lavoro. E poi al viaggio è associata l’idea della prova, dell’esperienza. La radice indoeuropea dei termini latini experior ed experimentum (da cui esperienza in italiano) è -per, e molti significati secondari di per si riferiscono appunto al movimento, all’attraversare uno spazio. Occorre prendere atto sì del dolore e di quel corpo vivo e vero che la vita ha gettato nel mondo, mai veramente visto e amato e diventato troppo triste e freddo per ospitare l’anima. E ora questo corpo senza più trascendenza urla il suo bisogno di pane e l’anima senza più dimora fa altrettanto, urla il suo bisogno d’amore. Ma amare, come dice Rilke, è una occasione per il singolo di maturare, di diventare un mondo per sé in grazia di un altro e posologia del dolore e dell’amore, le due sezioni che raccordano il volume, fungono da limen, metafora di un passaggio a un’altra di consapevolezza. Appare chiaro che corpo di pane non si proponga di trasmettere messaggi curativi ma un nuovo sguardo su se stessa e il mondo, lo sguardo che nasce dalla trasfigurazione riflessiva e immaginativa come capacità di accoglienza e di ascolto profondo.
“Voglio essere la pietà al momento giusto
La carezza che smonta ogni collera
Stupirvi col mio amore tardivo
Ingravidarmi del vostro cuore e poi
Ingrossarmi d’un niente.
Fino a perdere tutto, proprio tutto
anche la mia onnipotente verginità.” […] (pp.73)
L’autrice appartiene alla generazione che avverte di avere una frontiera innanzi a sé e di avere un futuro denso d‘ incertezza. Perciò Corpo di pane appare come una raccolta intima e sofferta e, grazie a tale esperienza, scavando dentro di sé, la poesia di Elisa Ruotolo, nella società moderna ammalata di nichilismo e di senso angoscioso della precarietà, porta alla luce una verità universale, che offre a noi lettori come contributo alla generale tensione verso il vero.
“Chiedo che passi tutto: il male e l’amore
ogni compromissione tentata e negata
con la vita.
Insegnami la gioia del niente
La lingua oscura della terra
Che parla del grano
Fammi essere antica come il fuoco
Vulnerabile come il legno
E senza anima.” […] (pp.76)
A livello formale, si può notare in quasi tutti i testi della raccolta, la predilezione per le strutture sintattiche ampie ma essenzialità di lessico senza alcuna concessione a registri alti e, frequenti ripetizioni, specialmente nella seconda sezione, di termini come amore, pane, verità, cuore che richiamano il legame con la vita, legame prossimo ad andare perduto per sempre.
© Maria Allo
Biografia
Elisa Ruotolo è nata nel 1975 a Santa Maria a Vico (Ce) dove vive tuttora. Insegna Italiano e storia in una scuola superiore. Ha esordito per nottetempo nel 2010, con la raccolta. Ho rubato la pioggia (vincitrice del Premio Renato Fucini e finalista al Premio Carlo Cocito; tradotto in America e in Francia). Nel 2014, ancora per le edizioni nottetempo, esce il suo primo romanzo. Ovunque, proteggici (Selezione Premio Strega 2014 e finalista al Premio Internazionale Bottari Lattes Grinzane). Ha pubblicato racconti su varie riviste tra cui Nuovi Argomenti e The FLR. Ultima pubblicazione in prosa (aprile 2018) il volume intitolato: Una grazia di cui disfarsi. Antonia Pozzi, il dono della vita alle parole (edizioni RueBallu). Nel 2019, per Interno Poesia, ha curato il volume Mia vita cara. Cento poesie d’amore e silenzio di Antonia Pozzi e, con l’editore nottetempo, la raccolta Corpo di pane (tradotta in spagnolo dall’Istituto Italiano di Cultura di Madrid).