
Ragazza alla finestra, Salvador Dalì, 1925
Luce a una finestra. Una donna è sveglia
in quest’ora immobile.
Noi che lavoriamo così abbiamo lavorato spesso
in solitudine. Ho dovuto immaginarla
intenta a ricucirsi la pelle come io ricucio la mia
anche se
con un punto
diverso.
Alba dopo alba, questa mia vicina
si consuma come una candela
trascina il copriletto per la casa buia
fino al suo letto buio
la sua testa
piena di rune, sillabe, ritornelli
questa sognatrice precisa
sonnambula in cucina
come una falena bianca,
un elefante, una colpa.
Qualcuno ha tentato di tenerla
tranquilla sotto una coperta afgana
intessuta di lane color erba e sangue
ma si è levata. La sua lampada
lambisce i vetri gelati
e si scioglie nell’alba.
Non la fermeranno mai
quelli che dormono il sonno di pietra del passato,
il sonno dei drogati.
In un attimo di cristallo, io lampeggio
un occhio attraverso il freddo
un aprirsi di luce fra noi
nel suo occhio che incide il buio
– questo è tutto. L’alba è la prova, l’agonia
ma dovevamo contemplarla:
Dopo di che potremo forse dormire, sorella mia,
mentre le fiamme si alzano sempre più alte, possiamo
dormire.
Adrienne Rich, Notte bianca
Il testo di oggi è stato scritto nel 1974 da Adrienne Rich, poetessa, saggista, insegnante americana contemporanea, scomparsa nel 2012. Nota per le sue posizioni femministe e radicali, ha al suo attivo una quindicina di volumi di poesie pubblicati in cinquant’anni di lavoro e di studio. Laureatasi al Radcliffe College, vinse il premio Yale Series of Younger Poets per i poeti emergenti, grazie al quale potè pubblicare il suo primo libro, la cui introduzione fu scritta dalla Auden. Solo con il terzo libro la Rich è stata riconosciuta come una delle scrittrici americane più importanti, sia per la sua voce poetica che per i temi femministi spesso trattati. Continua a leggere
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