
Non sempre i grandi poeti hanno scritto capolavori. Una poesia a caso non intende dimostrare l’assunto, propone solo una poesia scelta a caso, aprendo una pagina a caso, delle raccolte complete di grandi poeti. Una sorta di random poetico alla scoperta di poesie note e meno note dei grandi. Una proposta sine limine, in linea con lo spirito di questo sito.
Oggi è la volta di Sylvia Plath
Nave d’inverno
Non vi sono maestosi approdi a questo molo:
chiatte rosse e arancioni, vescicose, sbandano
incatenate alla banchina, antiquate, vistose
si direbbe indistruttibili.
Il mare pulsa sotto una membrana d’olio.
Un gabbiano immobile in cima alla traversa di un capanno
galleggia sulla marea del vento, saldo
come se fosse di legno e formale nella sua marsina di cenere,
l’intero porto piatto ancorato
nel disco della sua pupilla gialla.
Sopra la distesa ghiacciata di pesci un pallone sonda
sorge come la luna diurna o un sigaro di latta.
È una scena piatta, come una vecchia acquaforte.
Stanno scaricando tre barili di granchiolini.
I piloni del pontile sembrano prossimi a crollare
e con loro quello sgangherato ammasso
di magazzini, bighi, ciminiere e ponti
in lontananza. Tutt’intorno a noi l’acqua scivola
e ciangotta nel suo sciatto dialetto,
trasportando odori di merluzzo morto e catrame.
Più al largo, le onde biascicheranno blocchi di ghiaccio –
brutto mese per i barboni nei parchi e innamorati.
Persino le nostre ombre sono livide di freddo.
Volevamo vedere sorgere il sole
E ci accoglie invece questa nave rivestita di ghiaccio
Barbuta e guasta, un albatro di gelo
sopravvissuta alle burrasche, ogni argano e straglio
Racchiuso in una pellicola di vetro.
Il sole non tarderà a ridimensionarla;
ogni cima d’onda luccica come un coltello.



