Proseguiamo con la rubrica dedicata alle interviste di autori, poeti e scrittori potenzialmente noti, modestamente noti, mediamente noti, molto noti; le interviste sono pubblicate qui su LIMINA MUNDI in linea di massima il lunedì (non è un’indicazione rigida, ma orientativa).
Il titolo dell’intervista che proponiamo oggi indica che lo scambio di domande e risposte è rapido e conciso. Nelle risposte non è permesso dilungarsi oltre tre righe. Colpo su colpo, come i bottai che ne assestavano ai fasci di legna della botte e ai cerchi che li stringevano, attività dalla quale deriva il noto detto: “Un colpo al cerchio e uno alla botte”. Qui da intendersi non tanto nel senso di mantenere l’equilibrio in una situazione scomoda, ma, piuttosto in quello del convergere, tra botta e risposta, al risultato comune di raccontare con le parole dei poeti il mondo della poesia.
Questa è un’intervista “tipo” che sarà sottoposta anche ad altri autori oltre a quello intervistato oggi che è SALVATORE SBLANDO.
Foto di Anna Maria Scala
- Che cos’è per te la poesia e che cosa é in grado di esprimere?
Poesia per me è sicurezza. È sicurezza perché la scrittura rende liberi nell’espressione, rende possibile tutto ciò che è impossibile, rende vicini, rende unico il confronto e cosa più importante, ci rende tutti pari.
- Quando e in che modo ti sei avvicinato alla poesia?
Credo sia stato un avvicinamento reciproco, che non saprei ben localizzare. Ci siamo trovati, piaciuti, innamorati.
- Chi sono stati i tuoi maestri o meglio i tuoi punti di riferimento?
Uno, nessuno, centomila. I primi che mi vengono in mente: Montale, Luzi, Szymborska prima che Saviano la leggesse in TV.
- Ricordi il tuo primo verso?
Il mio primo verso è sempre l’ultimo che scrivo, dunque “Le donne regalano sorrisi”.
- A chi si rivolge la tua poesia?
A chi pensa ed in silenzio sa ascoltare. Troppo frastuono oggi, occorre il silenzio. Anche in poesia.
- E’ stata dichiarata la morte della poesia e la sua marginalità nell’età della tecnica. In libreria i libri dei poeti contemporanei sono poco presenti e spesso relegati in un angolo, solo i classici godono ancora di un certo prestigio. Di contro c’è un fiorire di readings, di concorsi letterari e di premi. Tu cosa pensi di tutto questo?
Ho smesso di frequentare le grandi catene librarie già da un po’. Sono tutte uguali. Preferisco rivolgermi alle librerie indipendenti. Dove si fa ancora ricerca, sia di testi, sia di voci nuove attraverso incontri ed eventi.
- C’è chi tenta un coinvolgimento nei fatti sociali del suo tempo, chi invece ritrova la verità della poesia e della vita nella sua Arcadia più o meno felice. Tu dove trovi ispirazione? E come nascono le tue poesie?
Le mie poesie nascono nel silenzio della mia mansarda. Solitamente la sera ma non sempre. Spesso la sera, lavoro per vivere.
- Secondo te i giovani di oggi amano ancora la poesia?
Secondo me sì ma spetta a chi opera in tal senso, trovare il modo per rendere la poesia ancora più amata di quanto già lo sia.
- Che importanza è attribuita oggi alla poesia dal nostro sistema d’istruzione?
Scarso, molto scarso. Si continuano a studiare i classici -e va bene- ma si dimentica che nella poesia d’oggi c’è un mondo immensamente valido ancora da scoprire.
- Ci sono degli orientamenti prevalenti nella poesia italiana ed europea?
Non saprei, l’unico orientamento che a mio avviso la poesia deve avere risiede nell’originalità. Anche con un linguaggio semplice ma nell’originalità.
- La poesia è in grado di influenzare il linguaggio?
Può ma non necessariamente. Si può infatti fare dell’ottima poesia senza perdersi in inutili calembour o neologismi. Restando dunque fermi nel quotidiano e nella semplicità.
- Può avere un ruolo politico?
L’ho scoperto recentemente. A mio avviso può. Con la mia associazione ad esempio, spesso ci troviamo a fare cultura in e con la periferia. Che sia geografica o letteraria.
- E’ cambiato il “mestiere” del poeta nel tempo?
Sarà che il mio mestiere è un altro, trovo difficile accostare il termine all’essere poeta. Qualcuno lo fa per mestiere e in tutta onestà, riesco sia ad invidiarlo che a detestarlo.
- Alfonso Berardinelli ha sostenuto che oggi chi scrive versi non dovrebbe considerare valido nessun testo se non regge il confronto con un articolo di giornale o con una canzone. Intendeva probabilmente dire che i poeti contemporanei non sono capaci di comunicare con il lettore. Tu cosa ne pensi?
Credo che il poeta contemporaneo debba anche sapere accettare la sfida che viene dai nuovi modi di comunicare, senza però snaturare quello che per me è il vero messaggio poetico che risiede nella testimonianza dell’attimo.
- Attualmente in che stato di salute versa la cultura italiana ed in particolare la poesia?
Vivo a Torino, una città che negli ultimi quindici anni, si è dovuta reinventare. E lo ha fatto con la cultura, in un fiorire di iniziative artistiche, gallerie d’arte, eventi culturali. Un esempio che io credo occorra seguire.
- Il nome di un autore poco noto che meriterebbe di essere rivalutato.
Senza dubbio alcuno, Emilio Paolo Taormina. Spero che un giorno si possa studiare sui libri di scuola.
- C’è ancora bisogno della poesia oggi e perché?
Ne avremo bisogno finché ci sarà bisogno di sentirsi vivi nel quotidiano di un solo attimo. Perché risiede proprio in questa grande capacità, la forza della poesia: rendere infinito l’attimo.
NOTA BIOGRAFICA
Salvatore Sblando nasce nel 1970 a Torino dove risiede e lavora in qualità di dipendente della locale azienda di trasporti. Sue liriche sono pubblicate in antologie e blog letterari.
Membro del Comitato di lettura della Casa editrice La Vita Felice, partecipa attivamente a reading e manifestazioni poetiche. La sua opera prima Due granelli nella clessidra (LietoColle 2009) è giunta alla seconda edizione.
Attivo nel panorama letterario torinese, è fondatore e collaboratore di alcune associazioni culturali. Fra i curatori di diversi festival letterari come Oblom Poesia e Festivart della Follia, a gennaio 2015 inaugura Aperipo-Etica, rassegna di cultura, poesia e letteratura contemporanea.
All’interno del proprio LIT(tle) Blog (www.larosainpiu.wordpress.com) è solito ospitare le migliori voci del panorama poetico italiano.
A fine settembre 2014 pubblica il suo secondo libro di poesie, Ogni volta che pronuncio te (La Vita Felice).
Il 15 gennaio 2016, insieme ad Anna Maria Scala e Diana Battaggia, fonda l’Associazione culturale Periferia Letteraria. (www.periferialetteraria.org)
L’ha ribloggato su larosainpiue ha commentato:
Salvatore Sblando intervistato su LIMINA MUNDI
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