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Beatrice Niccolai, Fuorivena, Gramigna, Sans papier - reato d'esistenza di una buona a nulla, Silenzio inverso
Nell’ambito della rubrica “Canto presente” oggi presentiamo la poesia di:
Beatrice Niccolai
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Le nostre donne
Le nostre donne siamo noi
e tutto quello che ci contiene
ha odore di biancheria lavata a mano
nello scrittoio dei segreti.
Le nostre donne sono girasoli in fiore
nella battaglia dei giorni
e odore di bucato fresco pulito
sempre steso fuori,
dopo il calar del sole.
Le nostre donne siamo sodalizio taciuto
sottoscritto con la vita
la tenacia, la dolcezza, gli errori.
Delle nostre donne, io sono l’errante.
Le nostre donne
parliamo lingue diverse
alla stessa tavola
ma nell’inguine mai interrotto di Dio
lavate dalle stesse acque del Giordano-dentro
bagnate ognuna d’un colore diverso,
insieme,
le nostre donne formiamo
una bandiera.
Beatrice Niccolai
(da) “Sans papier – Reato d’esistenza di una buona a nulla”, 2006, Ennepilibri
Solitudini composte
Da qui a sera
avrò tempo per dimenticarti,
o tutto il tempo
per uccidermi in un ricordo.
Da qui a sera,
saranno ore di primavera,
di solitudini composte
come fosse vero che eri e sei
il tempo che non torna.
Un pensiero a forma di te
muove, come fosse vento,
i rami e le foglie.
Starti dentro in eterna distanza,
osservarti andare
mentre io, solo per sopravviverti,
a me,
solo a me,
nel silenzio della pietra
e nel dove dell’acqua
ritorno.
Beatrice Niccolai
(da) “Fuorivena”, 2011 Ed. L’Immagine
Cantando vita
E poi c’è il mare.
Trapassa echi di luce,
riflette senza dimora
un inquieto vivere.
La distanza è un punto
che si perde in una linea d’orizzonte;
dietro ci abita
-sfogliato e smarrito negli occhi-
il sole.
Cantano solo i gabbiani
dove abbiamo perso,
cantando vita,
la voce.
Beatrice Niccolai , (da) “Fuorivena”, Ed. L’Immagine
Qui interpretata da Vinicio Capossela
La forza del perdente
Ora la collina non è più in fiamme,
il fiume si adagia sui sassi
e il canneto copre il passare dei giorni.
Ora è tempo di ripulire le pietre,
di sentire il profumo delle zolle
e di conservare i segreti della terra.
Radici lontane riaffiorano
con la forza dei ricordi.
La stessa forza del filo d’erba.
La stessa forza del perdente
che non teme la sconfitta.
Il bisogno
ritarda solo la pioggia.
Lo senti urlare in silenzio?
I nostri passi non sono passi.
Sono quello che siamo.
Vento sul canneto
e terra su terra.
Niente di più vero
che del semplice esistere.
Beatrice Niccolai, (da) Futuro Interiore, 2014, stampato in proprio
D’inerzia
Cercarmi.
Ecco a cosa avrei dovuto abituarmi.
Passare dentro al silenzio delle cose
per comprenderne il significato.
Assistere alla mia disfatta
per diventare arbusto isolato
lontano dal frastuono
dell’indifferenza.
Percepirmi fuori dall’ombra
costruirmi grembo nel deserto
e dissetare le mie radici
come fossi io
albero dei miei paesaggi.
Mi consola in tutto questo
la presenza di un sole che muore
solo per rinascere.
E’ in quel suo esercizio costante ed eterno,
la prova che di vita si può anche vivere
e d’inerzia, come rami nel vento,
danzare.
Beatrice Niccolai, Futuro Interiore, 2014, stampato in proprio
Beatrice Niccolai
(da) “Fuorivena”, Ed. L’immagine
L’inferno degli angeli
La sera restituisce le poche,
improbabili certezze.
Dev’essere così
l’inferno degli angeli.
Beatrice Niccolai, (da) “Gramigna”, 2008, Ennepilibri
.Sono anni ormai.
Sono anni ormai.
Giorno dopo giorno,
un tempo sempre fertile di donna.
Il sangue mi è testimone.
Ed ho passato lunghe notti in corsia
a farmi tamponare il cuore.
Fuori
la vita correva fra la strada e i marciapiedi,
fuori ha nevicato silenzio
ed hanno ombreggiato gli alberi,
il sole.
Sono anni
che piove sempre dalla solita grondaia,
lontano dai limoni,
lontano dagli odori del mare.
Sono anni che condanno l’Amore
per non avere colpa
se non quella di Amare,
il barcollare senza meta
della Tua ombra.
Beatrice Niccolai, (da) Fuorivena, Ed. L’immagine
—
(Il Messaggero)
“E’ intensa e delicata”
(Il Manifesto)
(Il Manifesto)