I
Va bene, ma tu stammi vicino
va ancora bene, ma il bene
che ho tra le mani mi scompare
come fanno le lucciole
quando apri il pugno
e va dove è destinato a perdersi
si spegne e si dissolve
Va bene come cosa che pulsa
che va e che vorresti tenere
ma sai che devi rilasciare
qualcosa che si consuma nell’andare.
Va, torna, non rimane
ma riposa un poco con te
è un bene trasparente e breve
che va e viene senza viaggiare
Va bene ma è un bene senza nome
senza un come e un quando e un dove stare
un bene senza un dentro e un fuori
un contemplare che va, a volte
o può andare, se spinto da un soffio
come un seme dotato di ali
un aggeggio aerostatico senza eguali
di quelli che cadono per caso in un luogo
in un tempo immutabile eppure transitorio
Va bene, va meglio ora
ma tu almeno, stammi vicino.
II
Stammi vicino ora che il meglio deve arrivare
più del bene è il meglio che migra, va lontano
da un corpo a un altro corpo effonde
percorre distanze siderali dall’universo dell’uno
a quello dei molti senza mai raggiungere tutti
sta nell’equivoco del bene universale
dentro la materia di cui son fatte le stelle
nella potenza oscura che tiene l’insieme
nel verso delle spirali che precipitano
al centro di un inesistente centro
un bene chiamato nulla, astratto, arbitrario
il cui magma trabocca dai crateri
per nessuna plausibile ragione
produce il suo calore inesauribile
consuma combustibile privo del numero di ottani
una fiaccola che sta dentro e oltre il dentro.
Stammi vicino
stammi accanto
stammi lontano e al centro
stammi dentro.