L’aggettivo random usato nel linguaggio scientifico e tecnologico con il significato di casuale, privo di regolarità, senza un ordine preciso, ha fornito lo spunto per una nuova rubrica, questa volta musicale, che curerò due volte al mese di lunedì. Esistono pezzi musicali a cui siamo particolarmente legati: alcuni sono diventati simbolo di una generazione, altri hanno generato e ispirato rivoluzioni e movimenti culturali riscrivendo regole, altri ancora sono divenuti strumenti di protesta riuscendo a smuovere coscienze. Li descriverò raccontando l’intreccio di musica e vita che li ha prodotti.
Continuiamo questo percorso con…
The Passenger, un brano composto da Iggy Pop che ne ha scritto anche il testo e dal chitarrista Ricky Gardiner, interpretata dallo stesso Iggy Pop e pubblicata come quarta traccia nell’album del 1977, Lust for Life, il secondo album del cantante, pubblicato il 29 agosto 1977 per l’etichetta discografica RCA Records.
Inizia con un riff di chitarra riconoscibilissimo, mentre nel ritornello, compare come seconda voce quella di David Bowie. Il brano, mai pubblicato come singolo, ha riscosso grande popolarità, tanto da essere riproposto da molti gruppi come la band inglese Siouxsie and the Banshees nell’album Through the Looking Glass del 1987 e i R.E.M. come b-side del singolo At My Most Beautiful del 1999. E’ stato utilizzato anche come colonna sonora di videogiochi, pubblicità, film come Radiofreccia e This Must Be the Place.
Le sessioni di registrazione di Lust for Life si svolsero all’Hansa Studio by the Wall di Berlino ovest. Con Bowie alla tastiera e ai cori, il gruppo includeva buona parte dei futuri Tin Machine. La foto di copertina era opera di Andy Kent. La prima traccia del disco, Lust for Life, ha riacquistato successo dopo essere stata utilizzata nel film Trainspotting del 1996.
Iggy Pop, pseudonimo di James Newell Osterberg Jr. è un cantante statunitense, una delle icone del punk rock, fin dai tempi della militanza giovanile negli Stooges, sebbene nel corso della sua carriera abbia sperimentato una vasta gamma di generi, dall’elettronica all’hard rock, dal blues al pop. Fece parte degli Iguanas come batterista tra il 1963 ed 1965 (da cui il suo soprannome “Iggy” da Iguana), dei Prime Movers e come cantante degli Psychedelic Stooges, in seguito solamente The Stooges. Molti considerano i loro tre album, “The Stooges” del 1968, “Fun house” del 1970 e “Raw Power” del 1973, l’abbecedario del rock duro. Lo stile di Iggy Pop iniziò a prendere forma dopo che ebbe assistito ad un’esibizione del cantante Jim Morrison, nel 1967 all’University of Michigan. Pop fu il primo performer a praticare lo stage diving, mettendo in pratica comportamenti estremi come rotolarsi su vetri rotti, automutilarsi, vomitare sul palcoscenico.
Poco tempo dopo, il gruppo si sciolse a causa della crescente dipendenza dall’eroina di Pop, che successivamente intraprese l’attività da solista. Nel 1971 la carriera di Iggy ricevette un forte impulso a ripartire dalla relazione con Bowie, quando il Duca Bianco decise nel 1972 di produrre un nuovo album degli Stooges in Inghilterra. Dal momento che né Pop né Bowie erano rimasti soddisfatti dei musicisti inglesi che si erano proposti, decisero di richiamare i fratelli Asheton dagli Stati Uniti. Il prodotto che ne venne fuori fu Raw Power, che però non riscosse alcun successo commerciale. Intanto i problemi di tossicodipendenza di Iggy persistevano: l’ultimo concerto degli Stooges si tramutò in una rissa generale. La band si sciolse nuovamente. Incapace di controllare il suo abuso di droga, Pop si autoricoverò in un istituto di igiene mentale, David Bowie fu uno dei pochi amici a fargli visita in ospedale e nel 1976, lo portò con sé in tour. Bowie e Pop si trasferirono insieme a Berlino per cercare ognuno di superare le proprie dipendenze. Nel 1977 Iggy firmò un contratto con la RCA e, in un solo anno, realizzò due album travolgenti, “The Idiot” e “Lust for life”, due veri capolavori, nei quali Bowie guidò l’amico riuscendo a fargli incanalare l’energia verso la creatività, furono composti così brani come “ Fun time”, “Nightclubbing”,“Lust for life”, “The passenger”, “China Girl”.
Tra gli anni ottanta e novanta Iggy Pop è passato da un genere all’altro e ha collaborato con diverse band. Dal 2003 è tornato a cantare in una nuova formazione degli Stooges. Nel 2012 è uscito il suo 16º album solista Après, contenente cover in lingua francese.
Gli anni che seguono consolidano il mito, ancora oggi che ha compiuto settant’anni, è un performer straordinario, sulla scia di Elvis e Jim Morrison, modello per centinaia di cantanti rock, simbolo di un modo di intendere la musica come gusto di sorprendere, energia vitale, esplosione ed elettricità, follia, poesia e vita al limite che solo lui incarna e sa mettere in scena.
Deborah Mega