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Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, gray and blue (1921)

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della nuova rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

REINHARD CHRISTANELL

Del segno / Vom Zeichen

Del segno rimane
Sul foglio
Come pozza secca
Sul terreno
Attorno alla Lupa
Il sottile diniego:
Non vedo non
Parlo non prego.
*
Vom Zeichen bleibt
Auf dem Blatt
Gleich ausgetrockneter Lache
Auf dem Weg
Zur Lupa nur
Die herbe Verneinung:
Kein Blick kein Wort kein
Gebet.

(Dopo una notte di pioggia alla Lupa).

Ficu rinnia

Nel tuo fiore
Vedo dell’antico
Mondo lo splendore.
Nopal il tuo
Nome vero, orgoglio
Sacro dell’azteco
Impero e ora
Sotto mentite spoglie
Re incontrastato
Del mio immaginario
Giardino trasognato.

(Osservando i fiori gialli di un fico d’India).

Isola del domani

Se dev’essere sia.
Nelle tue mani
Nei tuoi orizzonti.
Ed anche nella tua
Storia. Non scavare.
Non raccogliere reperti.
Vivi in superficie.
Pietra. Coccio.
Freccia appuntita.
Isola del domani.
Spesse mura intatte
Nella memoria.
Lasciami entrare
Nei tuoi pensieri.
Per dimenticare
Che non saremo mai
Stati uomini veri.

(Lungo la strada punica tra Mozia e Birgi).

Nulla / Kein Blatt

Spoglio
Il cielo e solo
In me il ritroso
Nulla.
*
Kein Blatt
Am Himmel nur
Kahl das scheue
Nichts.

Le mura di Mozia

Pochi siamo noi
Qui sulle rive
Lo sguardo aperto agli orizzonti
Delle spoglie mura
Di Mozia e pietre
Rotte come mani
Trafitte dai sogni
Da realizzare…

Ora chiama piccola
Dea la tua voce
Dall’isola felice
Nubi cacciate
Dietro il sole
Come la nostra
Anima nei colori
Del silenzio…

E nel bianco
Del sale il tramonto
Spegne le sfumature
Di mille pensieri
Tanit dea lunare
È un freddo vento
Che scioglie
Le nostre paure.

Notte fenicia

Tu sei il cuore
Del fuoco il calore
Freddo portato via
Dal tempo nelle nuvole
Verso l’orizzonte
Una vela irraggiungibile
Risorgi ogni sera
Dalle tue ceneri
Eterna notte fenicia.

E ai margini
Del tramonto lasci
Che un uccello immobile
Sia nero specchio
Della tua anima
Perché qui siamo
Figli del perdono
E invisibile mano
Del solo creatore.

Un luogo in fondo al mare

Nel porto ciascuno
Infine lascia
La propria piccola
O grande imbarcazione.
Dove poi si vada
Nessuno lo sa. C’è chi
Parla di un luogo
In fondo al mare e
Chi invece propende
Per le inafferrabili nuvole.
Poco cambia. Restano
Sole le barche
A specchiarsi notte
E giorno nello Stagnone
E sembra proprio
Non attendano niente
Se non l’eterno
Ritorno del sole morente.

(Tramonto al porticciolo di Birgi).

Testi tratti da Mothia / poesie da un luogo di mare, Edizioni La Zisa