La pece che sale
che incolla i piedi alla terra
percorre le gambe
circonda ginocchia
abbraccia le cosce
si abbiglia sui fianchi
si stringe alla vita
si inerpica al torace
cattura le braccia
raggiunge le spalle
si arrotola al collo come fosse una sciarpa
carezza vischiosa il mento e le guance
ti bacia le labbra
la pece dell’odio
che spezza il respiro
chiude gli occhi, li nega
assorbe la vita
la ruba, la toglie
meglio che boia
dentro la propria casa
sarò sconfitta vittima inerme
ma bianca, sia pure di ossa spolpate
dall’urgenza di strapparmi dal nero dell’odio