Nel prisma lirico di oggi la poesia di Eugenio Montale e l’opera di Renè Magritte
Mia vita, a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto ormai lo stesso
sapore han miele e assenzio.
Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.
Eugenio Montale
testo di Eugenio Montale da “Ossi di seppia”, 1925
opera “The poet ricompensed” di Renè Magritte, 1956
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