Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, gray and blue (1921)
La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della nuova rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …
LORENZO PATARO
L’incontro
Sul treno galeotto dell’alba,
una luce e una voce
ti hanno dato
la forma speculare
del mio tavolo ideale apparecchiato.
Sei arrivata
come una lama madida d’arancia
a squarciare il mio amore
gettato in un vicolo cieco.
La freccia è stata
come la carta
quando taglia le dita.
Vedi il sangue,
ma non la ferita.
*
Attraversarsi
Dopo la tua freccia
lascia che anch’io
ti attraversi
come un frusciante foglio di luce
sottotono e sottovoce.
Un fiume che bacia
con gli occhi chiusi
la sua foce.
*
Promessa fragile
Immagina
di buttarti
a capofitto
nel vuoto
e che ci sia
io
lì sotto
a salvarti.
È questa
la fragile promessa
che vorrei farti.
Di afferrarti
anche quando sarà impossibile.
*
Icaro
Un giorno di questi
voleremo via
come stormi di uccelli
impauriti dai temporali.
E se il sole
brucerà le nostre ali,
cadremo in mari senza fondali
stringendoci le mani,
liberandoci dai mali.
*
Darsi al vento
Ingoiare per sbaglio i noccioli delle ciliegie:
errore di fatalità diresti
istante negato che si partorisce dal buio
emerge dai cunicoli della gola
e li addenta come una madre quando vorace
trascina dai polsi il suo bambino
per insegnargli la ferocia dell’ascolto.
Ritirare la sete:
difetto di volontà diresti
istante scelto che si contorce
al sole, come ritira la lingua la serpe,
la saliva amara.
Spezzare la punta della matita
sentire le vertebre stridere
con la grafite:
errore di precisione diresti
pugile flaccido
bersaglio mancato per un soffio
troppa superbia nell’impugnare l’arma.
– Siamo fatti per cadere –
ti dico
mente ti ergi a un millimetro
dal mio gettare
e vorresti che i coltelli
non sviscerassero il vuoto.
*
L’estinzione
Dopo tanta fugace combustione,
alle fiamme miracolose dell’incendio
l’acqua indiscreta fuoriuscita dalle bende strappate
ha messo punti
dov’erano previste virgole.
Dei fuochi
sono rimaste solo poche briciole grigie
disperse tra l’erba notturna
che ci accolse come ustionati orfani
in fuga da un corrosivo ardere.
Troppa accecante luce
ha mascherato
i volti plasmati dall’amorosa Idea
che dell’Amore costruisce un’arenosa statua chimerica
pronta a dissolversi al primo liquido disvelamento.
*
Penisole orfane
Rimaniamo sul bordo delle rose
ad osservarle, a guardarci dentro,
attaccati al filo che ci stringe le spalle,
pronti a spiccare il volo
come petali scagliati da un bambino
per guardare come si staccano dal grembo.
Rimaniamo sul bordo
di ciò che fummo
e non siamo più,
penisole orfane
nuotiamo verso nuove rive,
nuove spine con cui ferirci.
Testi tratti da Bruciare la sete, Controluna, giugno 2018
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