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Oh sogni,

Infanti belli nella luce

Delle vesti lacerate,

Delle spalle dipinte.

 

Yves Bonnefoy, Nell’insidia della soglia, Le nuvole

 

*

Alla fine, la pioggia consegnò un paesaggio flesso e riflesso.

Poi giorni morbidi, alabastrini.

Un mattino cominciò il rito azzurro.

La luce esordì bella come lo spadino di Cocteau, e il pomeriggio si mostrò tutto in volute librarie: parole presero la rincorsa.

 

*

Insistono sui rami avvisaglie sommesse,

discrezione per recrudescenze d’aria.

 

S’innalza la stagione nel lieve

smarrimento della sua grazia acuta

 

 

*

Con la terra, la dura zolla

non sono affinità.

 

A me s’affina perfetta l’aria

il volo di farfalla.

 

Di libellula la ricamata

elitra dove in sobria

cadenza la luce trapassa.

 

*

La luce ci stringe da le fronde,

serra il verbo nell’oro

di un’ora che il nume

cinge di mantica e alloro.

 

 

*

Ancora ameremo

la notoria fragilità dell’ora

il minuto parlare

prossimo alla formula dell’acqua

 

l’amplitudine dell’aurora –

imperante il nero in terra

in cielo l’oro rosso sorgente.

 

*

A terra, in tenue rosso

si sfoglia la vite americana

 

in alto, tra i rami degli allori

uno stormo di passeri

in rapido volo sbreccia

il silenzio tondo.

 

 

Adriana Gloria Marigo