Paolo Menon: “Scena aperta”, Simonelli Editore, 2019
Prefazioni: Luciano Simonelli “Esordio”; Claudio Pina “Notizia”
Sei poesie e un commento breve
In Scena aperta Paolo Menon, con chiara cognizione di essere nella spirale potente dell’atto creativo, presenta un cosmo poetico in cui esprit de finesse e esprit de géométrie s’incontrano nel caleidoscopio di «memorie esperienziali anche dolorose, quasi mai analgesiche per l’anima»: la restituzione di tale icastica relazione sono i testi organizzati secondo il canone del teatro: tre atti in cui si scolpiscono impressioni motivi accadimenti auscultazioni che agiscono sul piano dell’individuazione: ogni poesia è una creatura che emerge dallo spazio, dal tempo, dal mitologema sentiti ineludibili, canapi che ancorano proteggono ispirano rigenerano – quasi un rituale – il poeta, la sua intelligenza emotiva costantemente chiamata alla forza forgiante la materia della vita, coniugando la luce e l’ombra, la loro interferenza. L’interiore necessità dell’assetto dell’armonia trova esistenza nell’ordine mimetico del logos della rappresentazione teatrale la cui energia e propulsione s’innestano nel perfettibile, nella ferita desiderante la guarigione, lasciando trapelare che ogni opera guaritrice s’intrama di un’opera regolatrice i cui crediti s’inscrivono nel riconoscersi nella propria inevitabile autenticità.
Adriana Gloria Marigo
Da ATTO I – Spazi reali e spazi simbolici
Coreuti in scena
Così diversi
e unici, così litici e fragili:
come gocce d’acqua
abbiamo scavato la pietra,
eppure
in quel solco
dilavato
non scorre
che sangue
di cui siamo intrisi:
chi mai ci restituirà l’incanto
aurorale?
Scaenarium
Nelle viscere della bellezza
sprofondo.
Immerso in essa annaspo
tra i versi fetali di un amniotico carme
e risalgo – rigenerato –
nelle affollate solitudini
del creare.
Da ATTO II – Scenografie della parola
- Scena aurorale
Nei forami
della dorsale notturna
corre un brivido
che raggiunge Eos:
sbadiglia
e sonnecchia il sole
che – stirandosi –
srotola nubi tenebrose
stemperandole,
spettinandole, sormontandole
colorandole, stringendole
finché – sospinto il purpureo plasma aurorale –
non disvela
il logos nell’alba.
XIX. Scena notturna
Finché il sole lo permetterà
potrai incatenare
la mia ombra alla tua
al flusso
dei tuoi desiderî
ma dal tramonto all’aurora
le speranze – a lungo
detenute – si scateneranno
per condurre le tue
al guinzaglio tra gli ingannevoli
cocci filosofali – ritratti
di vacche e pavoni per Hera –
entro le mura dell’isola
di Samo.
XXXI. Scena silvana
S’acquietano gli acufeni
e d’un tratto
il latrato dei cani e il belìo degli agnelli
e il battibecco
sgraziato
dei corvi
e il fischio tra i lauri dei merli
si fanno musica
e balsamo di Driadi.
Da ATTO III – Scenografie d’azione scenica
II
E mentre bramivano i cervi
e i lupi ululavano
allarmati,
il sisma inghiottì pure la breve distanza
che sino a quel momento
separava le prede
dai predatori.
… di pari passo, ma non da meno, l’immane tragedia
raggiunse l’apice dell’ineluttabilità il 28 luglio 1976
a Tangshan, in Cina: 242.769, stimate 650. 000 vittime!
[ Scossa tellurica di magnitudo 7,8 Richter ]
Biobibliografia
Paolo Menon (Villanova del Ghebbo, Rovigo, 1950) vive a La Valletta Brianza, Lecco. Ha compiuto studi di grafica a Milano e nel 1973 ha fatto parte del team grafico della Rizzoli Editore. È giornalista professionista dal 1982. Ha ricoperto ruoli di art director e direttore di periodici nazionali. Studioso dell’arte nel cui ambito redige saggi e cataloghi, è scultore e tiene mostre nazionali e internazionali. Scrive articoli e studi in particolare su vino e mito dionisiaco di cui è esperto e raffinato cultore. È poeta e scrittore di racconti brevi. Dal 2010 è membro della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano. Inserito in numerose antologie letterarie tra cui Inferis, Tetralogia Dantesca, Centro Lunigianese di Studi Danteschi (2008), in poesia ha pubblicato: Pietre d’inciampo, Bellavite Editore, 2018; Della Vite il pianto, e altre poesie 1967 –2017, Bellavite Editore, 2017; Sorsi dionisiaci, Edizioni Pulcinoelefante, 2012. Molti i saggi culturali, in particolare si menzionano: L’uomo da Dioniso a Cristo, Bellavite Editore, 2011; Oinodes – le forme del bere e altre che sanno di vino, ispirate alla mitologia ellenica, all’eros, alla religione, alla politica –, Edizioni Museo Remo Bianco, 2010; Il bello di Bacco – appunti di viaggio nelle eleganti terre enoiche dell’arte, Edizioni Centro Diffusione Arte di Milano, 2009; Dei tirsi divini – rilievi di luce bronzea nel tempio onirico di Dioniso, Edizioni Altamarca, 2006; Per vino e per segno – le più belle etichette d’autore vestono il vino italiano -, Vol. 2, Edizioni Centro Diffusione Arte di Milano, 2004 e Vol. 1, 2003. Molti i premi e riconoscimenti, il più recente: Premio Letterario Internazionale “Gian Antonio Cibotto”, primo premio per la poesia inedita Cambio di scena agreste, Rovigo, 2018.
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