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Dove finisce tutto l’amore sprecato, tradito, maltrattato o semplicemente lasciato indietro come un bagaglio dimenticato sul binario?”

Iride e le sue sorelle, divinità dell’Olimpo ellenico, sorvolano il cielo della Città eterna e sono testimoni e narratrici delle vicende di questo singolare romanzo. Un bambino del sud di nome Tommi riaffiora nella vita e nella mente di Tommaso, quarantenne medico e bioingegnere di successo. Una bambina di nome Leyla, figlia di due grandi medici, lotta contro la cecità; viene salvata, ma fugge dalla sua storia difficile, viaggia e dimentica sé stessa. Diventerà la giovane sconosciuta che Tommaso incontrerà casualmente per strada; la porterà con sé, la laverà, l’amerà, le darà un nuovo nome, Moira. Il suo destino. Sarà un rapporto potente, lacerante, perverso anche, ma ineluttabile per entrambi.

(dalla quarta di copertina)

Dove finisce tutto l’amore sprecato, tradito, maltrattato o semplicemente lasciato indietro come un bagaglio dimenticato sul binario? Tutta la gioia delle speranze, l’entusiasmo della passione giovanile per la vita, per il futuro, si sciolgono come pioggia e defluiscono, dove? Il mondo che avevamo immaginato perfetto per accogliere la nostra determinazione a lasciarvi il segno, possibile meta di una felicità tutta da costruire con i sogni che in esso avrebbero trovato casa, aria, sole, armonia, ma anche lotta strenua e ostinata per sconfiggere il male, gli impedimenti, le storture da raddrizzare, il bene da costruire, grazie alla forza immensa che il corpo giovane e la mente ingenua ma potente, ci davano, quel mondo, quei mondi, creati nell’immaginazione e poi, inevitabilmente disintegrati dal buco nero del tempo e della disillusione, dove vanno a morire? Nel cuore, nel cuore d’ognuno. Ma quando il cuore si ferma, tutta questa immensa energia creata e poi disgregata, dove finisce?
Come un disegno tibetano di sabbia, si costruisce tutta l’esistenza, nel tentativo di creare un capolavoro di bellezza e perfezione. Quasi mai vi si riesce, quasi mai il disegno è completo. Sempre si dissolve al potente, ineludibile soffio del tempo. Ma pure, la polvere da qualche parte vola, e qualcun altro la respirerà.
Ecco il bambino e la bambina, mentre attraversano le loro linee del tempo, così distanti, così diverse, eppure destinate a incrociarsi.

Francesco Randazzo, “Il vero amore è una quiete accesa”, Graphofeel Edizioni, 2021

Francesco Randazzo

Francesco Randazzo, siciliano della diaspora, sovente col cervello in fuga all’estero, è scrittore e regista. Ha pubblicato, con vari editori, testi teatrali, poesie, racconti e tre romanzi; ha ottenuto numerosi riconoscimenti in premi e festival nazionali e internazionali.