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Dieci anni fa, il 23 luglio del 2011, la musica ha perso un’artista eccezionale che in pochi anni ha attuato una vera e propria rivoluzione soul. Amy Winehouse ha concluso drammaticamente e prematuramente la sua parabola umana all’età di 27 anni, dopo una vita ricca di grandi successi e riconoscimenti ma anche di eccessi che l’hanno portata ad intraprendere una china discendente di disordini alimentari e dipendenza dagli stupefacenti e dall’alcool. Come succede quando muore una stella di prima grandezza, ci ricordiamo esattamente dove eravamo e cosa stavano facendo quando abbiamo appreso la notizia della sua scomparsa. Non c’è niente di più triste che assistere allo spreco di talento ed è quello che si è verificato nel suo caso. La triste coincidenza del decesso avvenuto proprio a 27 anni l’ha inserita nel “club” che comprende altri artisti morti alla stessa età: Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Kurt Cobain per citare i più noti. Ripercorriamo alcune tappe della sua biografia. Amy Jade Winehouse nasce a Enfield, in Inghilterra, il 14 settembre 1983 in una famiglia ebraica. Manifesta ben presto una grande attitudine musicale, tanto da fondare, giovanissima, un gruppo rap amatoriale chiamato Sweet ‘n’ Sour che lei descrive come la versione bianca ed ebraica delle Salt-n-Pepa. Riceve la sua prima chitarra a tredici anni e impara a suonarla.. Nel 1999 comincia ad esibirsi nella National Youth Jazz Orchestra e, dopo che il suo amico e cantante soul Tyler James invia una sua demo a un talent scout, Winehouse esordisce per l’etichetta discografica Island/Universal con l’album Frank, che riscuote un buon successo di pubblico e critica. La sua voce viene accostata a quella di Sarah Vaughan, l’album riceve due dischi di platino e vende un milione e mezzo di copie. I testi della cantante sono molto personali e intimistici: per lei, infatti, la scrittura è catartica, quasi una terapia attraverso cui elaborare le proprie emozioni. L’affermazione vera e propria, però, arriva nel 2007 con l’uscita del secondo album Back to Black che scala le classifiche mondiali ottenendo un successo planetario e che permette alla cantautrice di vincere cinque Grammy Awards e un sesto postumo. Numeri da record che la affiancano a cantanti come Alicia Keys, Norah Jones e Beyoncé. Ad anticipare l’uscita dell’album è il singolo Rehab pubblicato il 23 ottobre 2006 che parla del rifiuto di disintossicarsi dall’alcool e diviene un tormentone mondiale. Il suo stile viene definito “R&B contemporaneo”, “New Soul”, “New Jazz”, “Soul bianco”. A Lisbona il 30 maggio 2008, Amy Winehouse partecipa ad un concerto ma si esibisce con la voce rotta e si giustifica dicendo di aver avuto dei problemi respiratori. Un mese dopo canta a Hyde Park a Londra insieme ad altri grandi artisti per festeggiare i 90 anni di Nelson Mandela. Proseguono intanto i lavori per il nuovo album e, nel novembre 2010, la cantante annuncia un suo ritorno sulle scene musicali, con concerti previsti in Brasile, Italia, Serbia, Turchia e Romania. Nell’aprile 2007 il quotidiano The Sun pubblica la notizia del fidanzamento della cantante con Blake Fielder-Civil. I due si sposano il 18 maggio 2007, a Miami Beach in Florida. Nel novembre 2007, in occasione degli MTV Europe Music Awards, la cantante sale sul palco in evidente stato confusionale: non pronuncia il tradizionale discorso di ringraziamento e canta con qualche difficoltà. In diverse occasioni la Winehouse è coinvolta in problemi legali sfociati in vere e proprie cause, aggressioni a giornalisti e fotografi, possesso di sostanze stupefacenti ma nel 2009 torna a far parlare di sé perché è protagonista di un salvataggio in mare, va in soccorso di una donna e le salva la vita. Nel 2010, Winehouse fa domanda per l’adozione di una bambina caraibica di dieci anni, Dannika Augustin. La richiesta viene accolta, ma la bambina non andrà mai a vivere con la cantante perchè ne sopraggiunge la scomparsa. La crisi del matrimonio e la dipendenza sempre più forte dagli stupefacenti e dall’alcool la costringono a ripetuti ricoveri e la fanno precipitare in uno stato di forte depressione. Dopo il divorzio dal marito, nel 2009, la cantante ha diverse relazioni con Josh Bowman, con il regista Reg Traviss, con Pete Doherty, cantante dei Libertines. Tra le ultime collaborazioni, ricordiamo quella con Tony Bennett nel marzo del 2011, con cui registrò il brano Body and Soul. Bennett così si espresse su di lei: «Si pensa che tutti possano cantare jazz, ma non è così. Quello di saper “sincopare” la musica è un dono che si impara, certo, ma è anche un’attitudine con cui si nasce e Amy Winehouse era nata con quello spirito». Nel 2011, la Winehouse canta visibilmente ubriaca davanti al pubblico di Belgrado, successivamente viene annullato l’intero tour europeo. In varie interviste, ammette di avere disturbi di autolesionismo, depressione e anoressia. La regina del soul riconosce tutta la sua fragilità, sfruttata ossessivamente da un padre prima assente e poi invadente che la convince a non avere necessità di un sostegno psicologico, dal marito Blake che riconosce troppo tardi di averne causato la rovina, dai media, dai manager, dalla stessa industria discografica. Ciascuno ha contribuito a distruggere una personalità sensibilissima e bisognosa di affetto. Al 20 luglio 2011, tre giorni prima della sua morte, risale la sua ultima apparizione in pubblico all’iTunes Festival di Londra. Alle 15:53 del 23 luglio 2011, Amy Winehouse viene trovata morta nella sua casa al numero 30 di Camden Square per abuso di alcool dopo una lunga astinenza. Le esequie sono state celebrate il 26 luglio con rito ebraico al Golders Green Crematorium, situato a nord di Londra. Le ceneri, unite a quelle dell’adorata nonna Cynthia, sono state disperse presso il cimitero ebraico di Edgware. Amy Winehouse era conosciuta per la sua generosità e le attività filantropiche, ha donato infatti denaro a diversi enti di beneficenza, in particolare quelli riguardanti i bambini. Ancora oggi l’incasso del terzo album Lioness: Hidden Treasures, pubblicato postumo il 5 dicembre 2011 dalla Universal, è devoluto alla Amy Winehouse, associazione di beneficenza istituita il 14 settembre 2011 per sostenere i giovani in difficoltà, cresciuti in ambienti svantaggiati o che soffrono di dipendenza da alcool o droga. Un’altra attività di raccolta fondi è stata l’asta del vestito iconico a pois indossato dalla cantante e riprodotto sulla copertina del suo album Back to Black. L’offerta vincente è stata pari a 36 000 sterline. Lioness: Hidden Treasures contiene brani inediti e demo di vecchia data che non erano mai stati pubblicati prima. Salaam Remi, uno dei produttori, commentando il progetto, ha detto:

«Quando ho ascoltato di nuovo i nastri di registrazione ho sentito alcune delle conversazioni con Amy che c’erano in mezzo. Era molto emotiva. È stata dura, ma è stata anche una cosa incredibile. Amy era una ragazza di talento. Credo che lei abbia lasciato qualcosa che va oltre i suoi anni. Ha messo insieme un corpo di lavoro che potrà ispirare una generazione non ancora nata.»

Anticipato dal singolo Our Day Will Come, il disco ha ottenuto un ottimo successo di vendite, in diversi paesi europei. Da allora si sono susseguite diverse pubblicazioni di singoli, di registrazioni live, album postumi perfino nomination postume. Amy Winehouse ha influenzato molti artisti: Adele, Caro Emerald, Duffy, Lana Del Rey, Lady Gaga, Nina Zilli. A sua volta lei è stata influenzata dalla musica Motown, il suo stile infatti combina elementi della musica soul e jazz degli anni sessanta al rhythm and blues. Un timbro vocale potente e inconfondibile e un’estensione di tre ottave ne fanno una delle voci femminili più belle della musica soul e jazz; il look originale ispirato alle pin-up degli anni Cinquanta ne fanno un’icona irraggiungibile. Nel 2015, è stato prodotto il docu-film Amy-The Girl behind the name, girato dal regista Asif Kapadia. Un film crudo che, tra immagini e filmati d’archivio inediti, indaga senza pietà la discesa di Amy Winehouse nell’abisso di alcool e droghe e che non è piaciuto neanche alla famiglia dell’artista perchè fuorviante. A dieci anni dalla morte la BBC ha prodotto il documentario Reclaiming Amy, che celebra la vita di Amy Winehouse attraverso le sue stesse parole e le testimonianze dei genitori Janis Winehouse-Collins e Mitch e dei suoi amici. La madre, affetta da sclerosi multipla è la voce narrante. Amy Winehouse at the BBC invece è una raccolta disponibile in 3 vinili o 3 cd su etichetta UMC/Island, che contiene una selezione delle migliori performance registrate per la BBC dalla cantante. Nel nostro paese Hoepli ha recentemente pubblicato il romanzo La Mia Amy, scritto dal musicista e suo migliore amico Tyler James. Una retrospettiva al Design Museum di Londra celebra voce, trucco, performance, successi e fragilità della cantante. La mostra espone anche i suoi quaderni da teenager, le foto personali e i testi delle canzoni scritti a mano. Ben vengano raccolte, compilation e tributi ad un’autrice, cantante e interprete di classici così originale, talentuosa, carismatica che va ricordata non solo per i suoi problemi come spesso si è fatto finora ma per l’impareggiabile abilità artistica.

 

© Deborah Mega