Con questa rubrica si vorrebbe dare ‘voce viva’ a testi di diverso genere e ad autori noti e meno noti che di solito vengono conosciuti tramite lettura personale e spesso silenziosa. Senza nulla togliere alla profondità dell’esperienza soggettiva di immersione nel testo, con questo tentativo si vuole porre l’accento sulla modalità dell’ascolto e della compartecipazione acustica dell’espressione letteraria, così come accade quando assistiamo ad uno spettacolo teatrale o, più semplicemente, quando dialoghiamo. La scelta di autori e testi sarà a cura della redazione, tuttavia non si esclude che potranno essere prese in considerazione proposte di testi poetici su iniziativa di esterni alla stessa redazione, che il curatore leggerà, avendo cura di inviare copia del testo proposto. Solo un’avvertenza: la voce narrante è quella di un lettore comune e non l’espressione professionale di un attore, così come l’ambiente operativo che non è uno studio di registrazione.
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sei riuscita a far morire dentro
tutte le cose che erano per la vita,
tutte le cose che avrei voluto intatte
nell’attimo che il respiro va a morire
sei riuscita a cancellare il senso della sveglia,
la luce e poi la pioggia,
la neve che fa sembrare bello anche il natale,
ogni vigilia prima di andare al mare
divelte anche le ali
dell’angelo che a me sembrava il tuo esser donna
ed ombra anche la polpa
il lutto sopra al seno
ci sei riuscita a rendermi più secco della sabbia
una canna senza midollo, la linfa disseccata nelle vene
adesso il mio strato è ancora carne
ma sotto -se mi tocchi- non c’è niente.
Francesco Palmieri
Da “Variazioni su un dolore solo” – raccolta inedita
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