
Ci troviamo a un certo punto della scaletta a dover presentare un medley dei nostri quarant’anni: non un revival di nostalgiche serate di qualche esistenza fa: la poesia che abbiamo asperso nel passato non è mai solo il ballo di un madrigale in un lontano “rinascimento”, ma è sempre pure un’inesauribile e ininterrotta danza del momento. Può essere assoggettata a una corrente, non alle sferraglianti meccaniche dell’età.
Ecco allora qualche volta declamarsi un medley di noi stessi: una scelta antologica di versi, il sunto artistico di una donna in costruzione, un’autrice, un’intellettuale, una sempiterna dottoranda delle alchimie poetiche.
Formulario per la presenza, Edizioni Progetto Cultura, 2022, presentato nella collana “Gemme”, diretta da Cinzia Marulli Ramadori, è un editto con il quale la Innocenzi proclama il suo ideale, uno stato di avanzamento dei lavori con cui dichiara di essere qui, intrisa nell’esistenza, in transito, ma presente, odierna, in trasfigurazione. La metrica è precisa nella costruzione del verso, lo stile, nudo, essenziale, senza fronzoli linguistici, ma oltremodo musicale, esito di continua ricerca e di un’attenta analisi lessicale, come ha imparato da papà Luciano, poeta anch’egli, storico e insegnante, il quale, come dice la Innocenzi, ogni volta, non vede l’ora di farle leggere un nuovo verso; puro amore di padre!
Ed ecco la sequenza, la progressione, la parata, con cui si presenta al lettore, la Innocenzi.
Penna, un po’gioco d’ombra un po’ colorata, sorriso impercettibilmente malinconico, parola educata ma non edulcorata, vestitino leggero di logli di campi marchigiani.
Guardandola così, come attraverso una foto, come all’apice di una premonizione, viene da bisbigliarle:
“Il fiore è dentro di te, Francesca, noi cogliamo i tuoi frutti”.
Emilio Capaccio
il tempo anelato istante eterno
il tempo anelato istante eterno
è caduto come miele sul selciato
il tempo, profumo di pruneto
rifugio e scampo al tuo corpo voluto
la ferrea leggerezza che in te ho accarezzato
stasera serbo
scherzo di brezza su salice muto
dispersione
ovunque e in ogni tempo il taciuto
imperversa.
scosti lo sguardo dal vacuo della stanza
e chiosi che ogni esistente ha fine.
è sgombro di parole il corridoio
altrove traslate.
giugno senza attese le disperde
come oracolo di foglie indecifrato.
delucidazione
ma io ti dissi solo di voler dormire
quando il tuo silenzio pesava come piombo.
nell’aria si infittiva un tanfo di sciagura
un nuvolo di mosche in me tornava.
ho preso il diazepam, ti scrissi allora.
da sinistra ogni uccello infido
sfrecciava.
un tuono di menzogna mi sfece come pazza
nei gorghi da complotto della sera.
Francesca Innocenzi è nata a Jesi (Ancona). È laureata in lettere classiche e dottore di ricerca in poesia e cultura greca e latina di età tardoantica. Ha pubblicato la raccolta di prose liriche Il viaggio dello scorpione (Il Filo 2005); la raccolta di racconti Un applauso per l’attore (Manni 2007); le sillogi poetiche Giocosamente il nulla (Edizioni Progetto Cultura 2007), Cerimonia del commiato (Edizioni Progetto Cultura 2012), Non chiedere parola (Edizioni Progetto Cultura 2019), Canto del vuoto cavo (Transeuropa 2021); il saggio Il daimon in Giamblico e la demonologia greco-romana (Eum 2011); il romanzo Sole di stagione (Prospettiva 2018). Per Edizioni Progetto Cultura ha diretto collane di poesia e curato alcune pubblicazioni antologiche, tra cui Versi dal silenzio. La poesia dei Rom (2007); L’identità sommersa. Antologia di poeti Rom (2010); Il rifugio dell’aria. Poeti delle Marche (2010). È redattrice del trimestrale di poesia «Il Mangiaparole» e collabora con vari siti letterari. Ha ideato e dirige il Premio letterario Paesaggio interiore.
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