Tag

,

Piet Mondrian, Composition with large red plane, yellow, black, grey and blue (1921)

La poesia è anche incontro, una geometria di rette a volte parallele, altre volte perpendicolari. Similmente al quadro di Mondrian un reticolato vivo e riccamente colorato. Nell’ambito della rubrica Versi Trasversali, presentiamo la poesia di …

FRANCESCO TRIPALDI

 

‘DRACHENFUTTER’ (1.)

 

Lo abitiamo senza ingombro

quest’enorme spazio-frattura,

questo chiavistello d’anima pura

a bloccare l’ingresso dell’ombra;

aspirare un’estasi esatta

su una guancia di sale,

sussurrare parole d’oracolo

in una spirale disfatta,

scalare crinali cobalto

tra riflessi di luce

dell’alba che gracchia in gola alla luna.

 

Un timoroso suono di pace

in seguito ad una disputa

è il concetto di distanza

più affine

a quello di prossimità

che esista.

 

  1. Vocabolo dal tedesco antico che significa: un timoroso suono di pace in seguito ad una Più letteralmente: cibo del drago.

 

‘GLITCH’ DI SISTEMA

 

La statistica non considera

gli amori dissennati,

i cigni neri o sé stessa

quando la interroghi

con seducenti questioni

da alcolista freelance.

 

Se lo facesse,

l’aspettativa adattiva

tradirebbe il risultato della ricerca,

un glitch nei libri dell’Apocalisse

rivelerebbe

la peluria sull’avambraccio della Vergine,

i conti offshore degli arcangeli,

l’identità della madre surrogata del nuovo Messia.

 

Piani millenari compromessi

dall’idea stessa di probabilità.

 

Meglio non chiedersi nulla,

abbracciare il destino

con lo spirito del kamikaze

e guardare il mondo

attraverso

i misteriosi occhi rossi

dei conigli.

 

‘SUICIDE  POSER’

 

C’è odore di Dio nei tuoi occhi,

quei tuoi sguardi

come cavalli cechi

lanciati al galoppo lungo i sentieri del discredito

travolgono i moti del mio Io

appiattendoli contro le pareti

di una scenografia d’esecrabile delizia.

 

Branchie hai e ali di perla.

Quanto sei bella

nelle tue pose autolesioniste,

bianca per l’alimentazione a base di frumento

coi seni crocifissi,

le gengive sanguinanti,

i polmoni accarezzati dai fulmini

e dai flash della Reflex.

 

Chi dice che in giorni sempre uguali

non si vivano vite completamente differenti?

mi chiedi.

 

In abito da sposa,

schiena nuda e vescica gonfia,

spegni la sigaretta nell’acquasanta

ed emetti un tiepido sospiro

rassicurante ed espiatorio

come il luccichio del disgelo.

 

A SIMONE DE BEAUVOIR

(Non c’è etica senza fallimento)

 

Inizia tutto dalle mani

che si cercano intrecciandosi e pungendo come rovi.

 

Poi, d’un tratto i cori,

elegie per lacci emostatici alla lussuria sdentata,

oscurità che inonda l’abitacolo dell’auto

bruciandoci il palato,

cucendoci strette le labbra

con catene di menzogne

con cui da tempo

siamo a nostro agio.

 

Fuori dal parabrezza

un’alba rottamata

sublima l’etica in estetica,

il fallimento in consolazione,

la condanna in benedizione,

il dubbio nella consapevolezza

che un errore ripetuto

è più simile a una scelta,

traccia una riga sopra il giusto

e sulla mia anima d’inchiostro.

 

Tu cerca di perdonarmi,

non è più notte

e quando parlo seriamente

do il peggio di me.

 

Stupidamente tuo

                                                                J.P. Sartre

 

POESIA + IVA

 

Se la mia mente fosse il vagone silenzio del Frecciarossa

potrei fare schhhhh ai miei pensieri

ed avere un confronto costruttivo

con la realtà che mi circonda.

 

A questa poesia va aggiunta l’IVA.

 

Pensi che sia facile per me

vivere sereno sapendo che

tra preso e perso

tutto dipende dalla posizione della “erre”?

Soprattutto se parliamo di treni!

 

Pensi che sia facile per me

riuscire a tollerare

la sfrontatezza del piccione

che nella più tronfia inconsapevolezza

vive a petto in fuori in piazza Duomo?

 

Pensi che sia facile

hackerare la scatola nera di Dio

e sfidare la sua ira?!

A questa poesia va aggiunta l’IVA.

 

Pensi che sia facile per me

vivere sereno conoscendo

le difficoltà degli asiatici

nella pronuncia della “erre”?

 

Soprattutto se si parla di lutti, soprattutto se si parla di elezioni

 

Pensi che sia facile per me

tollerare che la schiavitù

sia ancora il modello di business

più scalabile in assoluto e così sia! 

           A questa poesia va aggiunta l’IVA.

 

Pensi che sia facile per me

gettarmi tra le braccia di una musa

o di una venere qualunque

per scrivere due frasi,

che tanto non significano niente,

e star qui, davanti a voi

a cercare comprensione?

Pensate che mi piaccia?

 

La mia venere è Afrodite,

ma di Milo,

e non ha braccia.

 

Perciò, se non riconoscete

il mio precipitare,

il mio bisogno di dormire

senza l’ansia di sognare,

se non riuscite a vedere

il mio corpo crivellato dai fori

che mi hanno fatto le parole

non avete capito che la poesia

è una cosa viva

 

alla poesia va aggiunta l’IVA,

e voi siete tutti evasori.

 

 

Testi tratti da Francesco Tripaldi, “L’individuo superfluo”, Lietocolle, 2022.